Nacque a Udine l’11 marzo 1890 da Alessandro ed Elena Terin. La sua formazione in campo fotografico iniziò nella città natale, dove andò a bottega presso lo studio di Pietro Modotti. Nel 1909 intraprese un viaggio in Francia dove, per un breve lasso di tempo, divenne operatore del cinegiornale della società cinematografica Pathé. L’anno successivo lavorò alla Nordish Film di Copenhagen per poi trasferirsi per un periodo più lungo a Monaco, dove venne a contatto con i circoli artistici della città bavarese. Tornato in Friuli nel 1911 fu premiato con medaglia d’argento alla Mostra d’emulazione di Udine. In seguito si dedicò alla musica – suonava il violino – e al canto operistico come basso. Nel primo dopoguerra, negli anni precedenti all’apertura del suo primo studio udinese in via Cavour nel 1922, fu attivo come fotografo per brevi periodi a Firenze e a Modena. Ma il suo atelier più celebrato fu quello denominato “Foto Ars”, inaugurato nel 1928 nel palazzo Plateo in via Marinoni, che divenne un punto di riferimento per artisti e uomini di cultura friulani. Gli anni Trenta furono ricchi di riconoscimenti per il fotografo udinese, che si era già distinto in campo internazionale vincendo il primo premio al Salon fotografico londinese del 1924. Nel 1930 ottenne premi a Varsavia e a Roma. Nel 1932 si classificò primo fra gli italiani alla Biennale d’arte fotografica di Roma, dove nel 1933 fu premiato con medaglia d’oro al Concorso nazionale della Federazione delle comunità artigiane. ... leggi Nel 1934 vinse il primo premio alla Mostra fotografica del paesaggio delle Tre Venezie a Conegliano e nel 1935 fu segnalato al Salone fotografico londinese. In quell’anno trasferì il suo studio in via Tiberio Deciani, dove abitava. B. eccelse nel ritratto, realizzato con pose ora convenzionali ora più eccentriche, soprattutto quando fotografò gli altri artisti che risiedevano o erano di passaggio in Friuli. A questi ed ai suoi clienti della nobiltà e della borghesia udinesi, B. assicurava un’impaginazione caratterizzata dall’associazione del ritratto ad un’epigrafe, vergata con un’elegante capitale quadrata, che spiccava in negativo sullo sfondo, con l’indicazione del nome del ritrattato e della data di realizzazione. Nel suo studio di via Marinoni, ricco di richiami orientalisti, realizzò anche una serie di nudi femminili. I suoi paesaggi, pur annoverabili prevalentemente nell’ambito del tardo pittorialismo friulano, sono talvolta assimilabili, per le loro caratteristiche di esattezza e di estrema cura dei particolari, soprattutto nel caso delle nitide vedute montane nelle varianti invernali ed estive, alle opere dei fotografi che propugnavano una fotografia “diretta”. B. utilizzò le tecniche del bromolio e della gomma bicromatata, i viraggi seppia o verso altre tonalità cromatiche. Fu conosciuto in città come il “mago del flou” poiché spesso indulse allo sfocato con stampe al carbone su carta matt, montate su cartoncini di grande grammatura, volutamente tagliati in modo irregolare, sui quali apponeva la sua firma a matita. Nel secondo dopoguerra trasferì ancora il suo studio, in via Portanuova, nei pressi di piazza Primo Maggio. Ottenne ancora un importante riconoscimento alla Mostra d’arte fotografica di Stoccolma nel 1955. Morì a Udine nel gennaio 1982.
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