Nacque a Udine l’11 aprile 1918 in una famiglia di origine contadina. Dopo aver conseguito il diploma superiore presso l’Istituto magistrale C. Percoto, si iscrisse all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove conseguì nel 1939 la laurea in lettere. Ufficiale di complemento nel corpo degli Alpini in Albania, nel 1941 fu costretto a rientrare in Italia in seguito alle gravi ferite causate dallo scoppio di una granata. Dopo due anni di convalescenza, trascorsi per lo più in ospedale a Roma, nel 1943 rientrò a Udine, dove, in qualità di reggente della Federazione universitari cattolici italiani (FUCI), iniziò a stringere rapporti con i locali esponenti della Democrazia cristiana (DC), prendendo parte attiva alla vita politica clandestina del periodo: nel 1944, dopo essere stato per un breve periodo rappresentante del partito nel Comitato di liberazione nazionale (CLN) della provincia, fu pure arrestato ma per ben due volte riuscì a fuggire. Negli anni del dopoguerra B. si dedicò all’insegnamento scolastico e, senza trascurare l’impegno politico nelle fila della Democrazia cristiana, iniziò la sua carriera di pubblico amministratore. Eletto alle amministrative del comune di Udine, sedette in consiglio dal 1946 al 1960, anni durante i quali fu pure assessore, prima come supplente all’istruzione (fino al 1951) e poi effettivo alle finanze, esperienza in cui si dimostrò amministratore con “i piedi per terra”, puntando a conseguire il pareggio del bilancio. Quanto al ruolo all’interno del Comitato provinciale della DC, dopo essere stato eletto probiviro nel 1947 e membro nel 1949 ed essere stato escluso nel triennio 1950-1953, mise in evidenza il suo impegno per il partito solo a partire dal 1954. Rientrato nel Comitato, infatti, ottenne sia la direzione del settore enti locali nella giunta esecutiva, sia la vicepresidenza dell’Unione enti locali friulani, e nel 1958 fu eletto segretario provinciale del partito. ... leggi Mantenne tale carica fino al 1962, quando, dopo due anni di assessorato ai lavori pubblici della provincia (era stato eletto nel 1960), succedette ad Agostino Candolini alla presidenza del consiglio. Fu a capo dell’ente per un lustro, durante il quale cercò di agire sempre come “primus inter pares”. Lasciò l’incarico nel 1967, quando, su invito del partito, iniziò a preparare la sua candidatura alle elezioni politiche dell’anno successivo: il 19 maggio 1968 venne infatti eletto senatore. Confermato nel 1972, B. rimase a palazzo Madama fino al 1976. Nel corso del suo mandato ebbe modo di occuparsi di numerose questioni, non solo prendendo parte a diverse Commissioni (difesa e istruzione, finanze e tesoro, lavori pubblici e industria, bilancio e affari costituzionali), ma anche presentando interrogazioni e disegni di legge, tra i quali quello del 10 dicembre 1975 relativo all’istituzione dell’Università di Udine, con cui si volle portare all’attenzione di Roma un’antica aspirazione friulana. Congedatosi dal Senato dopo aver illustrato il disegno di legge che prevedeva interventi a favore della popolazione colpita dal terremoto del maggio 1976, fu chiamato a ricoprire alcuni incarichi a livello locale: nel 1977 venne infatti nominato presidente del Comitato provinciale di controllo degli enti locali e presidente dell’Associazione cooperative friulane. Come ha ricordato Bressani, nel ruolo di dirigente del movimento cooperativo egli poté sintetizzare «tutte le sue precedenti esperienze di vita pubblica, di politica e di amministrazione», dedicandovi gran parte delle energie dei suoi ultimi anni di vita. Al momento della scomparsa, avvenuta a Udine il 2 maggio 1991, era intento alla preparazione del congresso dell’Unione regionale della cooperazione, di cui era presidente dal 1979.
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