Nacque a Stolvizza/Solbica di Resia (toponimo che non indica un abitato, ma la valle, il torrente che l’attraversa ed il comune) il 19 aprile 1768, da Antonio e Giovanna Negro della casa di Ploc. Fu battezzato il 20 aprile 1768 da don Giovanni Micelli cooperatore nella chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta a Prato/Ravenca. Visse a Stolvizza apprendendo l’idioma nativo. Fu sostenuto negli studi dalla famiglia e dal pievano, com’era consuetudine per il sostenimento dei giovani preti resiani. Ordinato sacerdote, fu nominato dal 1800 al 1804 cappellano a Gurk in Carinzia, dove espresse le sue capacità nei vari incarichi ed ebbe l’apprezzamento delle autorità ecclesiastiche carinziane che gli rilasciarono un attestato di benemerenza per il servizio e lo zelo prestato alla guida della parrocchia, ma anche per le abilità linguistiche conoscendo «varia idiomata, Italis ac Gallis», ossia il tedesco, il francese, l’italiano ed il latino. Richiesto il suo ritorno a Resia, fu eletto pievano nel 1814 nella parrocchiale di S. Maria Assunta a Prato, dalla quale dipendevano tutte le cappellanie filiali resiane. Avendo compreso l’importanza della scuola, gettò un seme di rinnovamento già nel periodo degli Asburgo, favorendo l’alfabetizzazione dei giovani nei centri periferici. Offrì pari opportunità scolastiche, che nel Regno d’Italia si realizzarono solo nel 1880. Nel 1841 fu suo ospite nella canonica di Prato Izmail Ivanovi Sreznevskij (1812-1880), noto filologo e slavista, cui fece conoscere la cultura, la vita, illustrò le tradizioni, la terminologia, i proverbi e gli cantò una canzone di Resia. Il B. ristrutturò, ampliò la pieve e completò la cupola del campanile a Prato. ... leggi Amministrò la chiesa resiana per trentun anni. Partecipò alla vita della sua gente e contribuì alla salvaguardia della lingua. Aiutò a conservare il retaggio della cultura. Su richiesta del conte Girolamo Asquini di Udine raccolse nel 1818 un Dizionarietto di vocaboli della lingua dei Resiani. Trascrisse duecentotrenta termini autonomi, che l’Asquini ordinò alfabeticamente. Fu profondo conoscitore della parlata resiana. Usò la terminologia comune parlata dalla gente. Cercò un sistema grafico adeguato a renderne i fonemi. Si servì della grafia slovena del tempo, della «madre illirica lingua», rappresentata nella prima grammatica slovena, l’Articae Horulae di Adam Bohorič uscita nel 1584 che seguiva le grammatiche latine e classiche. Questa scrittura è nota come “bohoričica” e restò in vigore fino al romanticismo. Trascriveva la č = zh, la š = zh, ž = sh. Nella grafia è evidente pure l’influsso grafico tedesco: ch = h, sch = š e z. Prevale tuttavia la grafia italiana adattata alla fonetica resiana. I vocaboli trascritti dal B. conservano anche prestiti dei vicini, ma con desinenze slave: purgatorich = purgatorio; dishplesagne = displasei = dispiacere. La parlata mantiene calchi come tet dobro = amare, da voler bene e l’opposto: tet udu = odiare, voler male. Molti vocaboli del Dizionarietto del 1818 sono stati ripresi nel Vocabolario sloveno-tedesco di Maks Pleternik del 1894. Il Buttolo tradusse in resiano pure alcuni episodi del Vangelo ed il Pater Noster di ignoto tradotto parola per parola. All’età di settantasette anni, colto da malattia, morì a Prato di Resia il 3 giugno 1845. A suo ricordo è immurata una lapide sulla facciata della pieve con l’iscrizione: HIC QUIESCUNT CINERIS ULDERICI BUTTOLO PLEBANI RESIAE. QUI NATUS ANNO 1768 MORTUS ANNO 1845. DIU VIXIT NON SIBI SED SUIS. I manoscritti del B. sono conservati a Udine nelle biblioteche arcivescovile e Bartoliniana e il Padre nostro nella Biblioteca comunale.
ChiudiBibliografia
Ms Klagenfurt (Carinthia), Attestatum.
A. MADOTTO, La Val Resia ed i suoi abitanti, Mariano del Friuli, L’Offset, 1982; G. PERUSINI - M. MATIČETOV, Un Dizionarietto e due Patemoster resiani inediti, «Ricerche slavistiche», 4 (1955-56), 76-86; Primorski slovenski biografsti leksicon, Goriška Mohorjava družba, 1974; R. BENACCHIO, I dialetti sloveni del Friuli - aree periferiche di contatto, Udine, SFF, 2002; S. QUAGLIA, Don Odorico Buttolo Ploc 1768-1845, in Storia di tre sacerdoti resiani. Cura delle anime, istruzione ed arte in Val Resia dal 1745 al 1845. Catalogo della mostra (Resia, agosto 2005), Resia, Parco regionale delle Prealpi Giulie/Amministrazione comunale di Resia, 2005.
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