Esponente di una famiglia della nobiltà feudale, inurbatasi a Cividale, E. si dimostra ben inserito nel tessuto sociale della città ducale. Dotato di una buona conoscenza del diritto consuetudinario, gode della stima e della considerazione dei propri concittadini, che spesso si rivolgono a lui per arbitrati o affinché li rappresenti, come procuratore, in cause giudiziarie. Compiuti studi di diritto canonico a Padova, intraprende la carriera ecclesiastica. Dal maggio del 1297 figura tra i canonici della collegiata di Cividale. Con i propri confratelli instaura rapporti di collaborazione, che gradualmente lo portano a ricoprire un ruolo importante all’interno dell’istituzione. Nel 1316 E. ricopre l’ufficio di arcidiacono “pro capitulo Civitatis” e in tale veste è impegnato nell’ammonizione e nella scomunica di numerosi cividalesi che si sono rifiutati di pagare censi, decime e legati testamentari alla chiesa di S. Maria. Alla morte del vescovo di Concordia Giacomo da Cividale si avvicina al successore Artico di Castello, in precedenza suo confratello, divenendone ben presto uno dei più ascoltati collaboratori. Trasferitosi nella Destra Tagliamento, è coinvolto dal nuovo presule nel governo della diocesi di S. Stefano. I suoi servizi sono ricompensati con l’assegnazione di un canonicato nel locale capitolo cattedrale e della pieve di Fanna. Il legame con il di Castello è però di breve durata: E. muore, infatti, il 24 novembre del 1318.
Bibliografia
ADP, Capitolo della Cattedrale, Codice Bianco, f. 69r-v (1311 luglio 27).
DEGANI, La diocesi di Concordia, 476; SCALON, Produzione, 74-75; GIANNI, Istituzioni ecclesiastiche, 32, 42, 44, 46, 49, 53, 70-71; GIANNI, Guglielmo; GIANNI, Vescovi e capitolo, 175, 181-182, 307-308, 310, 328-331; SCALON, Libri degli anniversari, 167-168, 493.
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