Prolifico autore di pale d’altare, di affreschi, di pitture d’ogni genere, il B. non è ancora stato adeguatamente studiato. Pietro Someda de Marco, autore del primo consistente saggio sulla sua attività pittorica, lo dice nato a San Daniele del Friuli nel 1683 ed ivi morto il 31 luglio 1769. Ipotizza che la famiglia fosse originaria della montagna, giacché a Studena Alta di Pontebba il cognome ricorre dal Seicento in poi. Bisogna tuttavia rilevare come il cognome sia diffuso anche in Lombardia, e come una famiglia di Viggiù abbia prodotto tra Sei e Settecento numerosi artisti nel campo della scultura e quadratura. A quanto si sa, il B. visse sempre a San Daniele, sposò una certa Alda, morta nel 1765, che gli diede sei figli, uno dei quali, Giovanni Giuseppe, fu sacerdote, mentre un altro, Antonio, risulta essere stato pittore ed aver collaborato con il padre nel 1728 e 1735. Come tutti gli artisti minori, anche il B. è discontinuo nella resa pittorica: accanto ad opere ben memori degli insegnamenti dei maggiori maestri veneti, ivi compreso Giannantonio Pellegrini, con il quale ebbe modo di “collaborare”, ne produsse altre deboli nel colore e nell’invenzione e provinciali nel gusto, avvicinandosi in tal modo ad altri artisti dell’epoca in specie a Pietro Venier. Sembrano confermarlo il soffitto a cassettoni, firmato BUZZI P. 1716 che decorava una sala del palazzo Calice Screm a Paularo (venticinque riquadri raffiguranti Mercurio al centro e uomini illustri dell’antichità). La sua prima opera conosciuta risale al 1712 ed è una pala d’altare nella chiesa di Anduins, firmata e datata che fa sembrare il pittore, a detta di Paolo Goi, «scarsetto in latino e giusto sufficiente in arte». Nel 1717 eseguì un dipinto per la chiesa di S. Daniele a Cavazzo Carnico e nel 1721 una pala d’altare per la chiesa di S. Rocco, sempre a Cavazzo. ... leggi Tra il 1722 ed il 1728 produsse varie opere (tutte perdute) per chiese di Spilimbergo, Gemona, San Paolo al Tagliamento, Pignano, Teglio Veneto. Si dedicò anche al restauro, ridando vita a un dipinto di Giuseppe Heinz nel duomo di Spilimbergo (1723-24) e a due quadroni di Valerio Graziano nel duomo di San Daniele (1728). Molto importante per lo sviluppo della sua arte fu l’incontro con Giannantonio Pellegrini, pittore veneto allora di moda e cognato di Rosalba Carriera. Nel 1728, dovendosi recare il Pellegrini alla corte di Vienna per dipingere la sala dell’imperatore Carlo VI, il comune di San Daniele, per interessamento di Alberto Bertoli, gli chiese di fermarsi nella cittadina per affrescare la cupola e le vele del duomo di San Daniele cosa che il pittore fece in soli quattordici giorni, coadiuvato dal B. sul piano materiale, ma non artistico, come ha recentemente chiarito Paolo Goi. Conclusa la prima parte del lavoro il 23 giugno 1728, ritornò a San Daniele nel marzo del 1729 per portarlo a termine. Le pitture vennero coperte di bianco nel 1820, ma senza dubbio il B. ebbe modo di apprezzare, e di far suoi per quanto poteva, la maniera facile e leggera e i colori delicati del maestro veneto. Negli anni seguenti il pittore eseguì numerosi affreschi e pitture in Friuli: i documenti ricordano i perduti lavori per chiese di Fiume Veneto (1734), Sclavons (1735), Porcia (1736-37), Mereto di Tomba (1746-47), Dignano (1760). Esistono ancora pale d’altare firmate o comunque documentate nella chiesa di S. Pietro a Ragogna (1736), Villalta (due pale d’altare del 1742 e 1752; perduti sono invece gonfaloni ed affreschi eseguiti per lo stesso edificio), mentre numerosi sono i dipinti attribuiti nelle chiese di Campolongo di Comelico, Mereto di Tomba, Vito d’Asio, S. Lorenzo di Buia. Notevole la serie di ritratti da lui eseguiti nel santuario della Madonna di Cordovado e di quelli fatti per i domenicani di San Daniele ed oggi conservati nel locale Museo del territorio. Si segnalano infine i tre riquadri del soffitto della chiesa di S. Giovanni Battista di Spilimbergo, in cui il Buzzi “traduce” a fresco, dimostrando buon mestiere e notevoli capacità manuali, i bozzetti del Tiepolo conservati a San Daniele e raffiguranti l’Assunzione della Vergine, l’Elemosina e la Decollazione del Battista.
ChiudiBibliografia
P. SOMEDA DE MARCO, Giuseppe Buzzi pittore friulano del Settecento, «Atti dell’Accademia di scienze lettere ed arti di Udine», s. VII, 9 (1970-72), 145-155; P. GOI, Qualche aggiunta al Buzzi, «Itinerari», 7/4 (1973), 51-53; BERGAMINI - TAVANO, Storia, 445, 469; G. GANZER, Pittura minore del secolo XVIII a Cavazzo, in Cavazzo Carnico, Villa Manin di Passariano (Quaderni del Centro regionale di catalogazione. Villa Manin di Passariano-Udine, 15), 39-48; P. GOI - G. BERGAMINI, Pittura a Morsano al Tagliamento, in Morsan, 399, 418 n.54 (con completa bibliografia sul pittore); BERGAMINI, Friuli Venezia Giulia, indice; ID., Un dipinto di G. Buzzi nella Pieve di S. Lorenzo, «Buje pore nuje» 10 (1991), 27-29; ID., Buzzi, Giuseppe, in AKL, 15 (1997), 409-410; P. GOI, Le vicende d’arte, in Madonna di Cordovado, a cura di ID., Cordovado, Comune di Cordovado, 2002, 155, 158, 175, 176; ID., Per Giuseppe e Antonio Buzzi pittori di San Daniele, in San Denêl, II, 137-148.
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