Nacque a Cormons (Gorizia) il 3 agosto 1875, da Antonio ed Elisabetta Bressan. Nel 1894 si recò a Vienna per iscriversi all’Accademia di belle arti, dove conseguì alcuni premi: per il nudo nel 1897 e per la scultura Amanti dormienti nel 1899. Rientrato a Cormons a conclusione degli studi, C. partecipò all’Esposizione regionale di Udine del 1903, con l’opera dal titolo Incanto e un non meglio specificato busto. Nel 1905 il suo nome compare tra gli espositori della Biennale di Venezia con la scultura Sogni, di ispirazione simbolista. L’anno successivo si trasferì a Trieste per assumere la cattedra di scultura ornamentale e modellazione della locale Scuola per capi d’arte. È in questo periodo che la sua amicizia con il pittore triestino Piero Marussig – forse già incontrato a Vienna – si rinsalda, trasformandosi in un legame profondo testimoniato anche dal Ritratto di Piero Marussig (Trieste, Civico museo Revoltella) che lo scultore gli dedicò, verosimilmente intorno al 1906, in concomitanza con il rientro dell’amico da Parigi. A tale frequentazione devono essere riferite le esperienze di C. nel campo della pittura, che evidenziano più di un punto di contatto stilistico con le prove del Marussig, all’epoca ancora sintonizzate sulle risultanze del postimpressionismo e del secessionismo nordico. Alle Biennali del 1909 (Armonia d’anime) e del 1910 (Mimosa e Mia moglie) l’artista si presentò ancora nelle vesti di scultore, mentre nel 1914 vi comparve per la prima volta con il dipinto All’aperto (Udine, Galleria d’arte moderna), ritratto della pittrice Olga Camavitto, chiaramente debitore della lezione secessionista che si ritrova anche nel precedente Autoritratto con la figlia Laura in braccio del 1913 (Trieste, Civici musei di storia ed arte). All’inizio della prima guerra mondiale si arruolò nell’esercito austriaco, ma ammalatosi di bronchite si trasferì in Italia per curarsi. A questo periodo risale la sua attività di matrice irredentista che gli causò, dal 1916, da parte delle autorità austriache triestine, la confisca dei beni lasciati in città. Rientrato infine a Trieste, vi si spense nello stesso anno, il 4 ottobre 1919.
Bibliografia
I. REALE, Camaur, Antonio, in La Pittura in Italia. Il Novecento/1. 1900-1945, Milano, Electa, 1992, 790 (con bibliografia precedente); M. MASAU DAN, Antonio Camaur e Alfonso Canciani. Due artisti friulani nella Vienna di Klimt. Catalogo della mostra (Cormons), Gorizia, Associazione goriziana Amici dei musei, 2002, 33-49; L. RESCINITI, I dipinti di Antonio Camaur dei Civici Musei di Storia e Arte di Trieste, «Atti dei Civici musei di storia ed arte di Trieste», 18 (2002), 341-356 (con bibliografia precedente); A. PANZETTA, Nuovo dizionario degli scultori italiani dell’Ottocento e del primo Novecento, I, Torino, Adarte, 2003, 193.
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