Luciano C. (Lucio Rosenfeld, Lucio De Rosa) fu uno fra i personaggi più eclettici e interessanti dell’Ottocento friulano. Ingegnere, commediografo, saggista, verseggiatore, nacque a Udine il 24 novembre 1842, da Pietro e Livia Fabris. I genitori, entrambi appassionati di musica e letteratura, si erano sposati nel 1841, accorpando con il matrimonio una consistente quantità di beni localizzabili soprattutto a Udine, Brazzacco e Gonars. Fu in particolare dal padre che Luciano ereditò, oltre alla passione per la musica e la letteratura, un’innata propensione verso le scienze, la tecnica e l’agronomia. Pietro faceva infatti parte, oltre che della Filarmonica e dell’Accademia di Udine, anche dell’Associazione agraria friulana, della quale era uno degli esponenti più attivi assieme a Francesco di Toppo, Tommaso Ottelio e Teobaldo Ciconi. In contatto con alcune fra le maggiori personalità del mondo culturale e scientifico udinese, oltre che attivo protagonista dei moti risorgimentali friulani, Pietro trasmise inoltre al figlio la passione per la politica e per la “cosa pubblica”, facendogli vivere in prima persona e con piena coscienza la trasformazione subita dal Friuli a cavallo con l’annessione al Regno d’Italia. Proprio in quegli anni la famiglia conobbe una marcata crisi economica, derivante in parte dall’impegno profuso in campo politico, che la portò ad abbandonare i possedimenti detenuti a Udine e Brazzacco, in favore di quelli situati a Fauglis di Gonars e nella bassa pianura friulana. ... leggi Fu in quest’area che si svolse principalmente la vita di C., il quale fin da giovane aveva trovato nella villa di campagna di Fauglis, scelta alla fine degli anni Cinquanta dell’Ottocento come dimora familiare, non solamente un luogo per il gioco e lo svago, ma anche la sede ideale per coltivare la sua passione per la musica ed il teatro. Nel 1902, per volontà testamentaria della madre Livia, morta il 10 dicembre dello stesso anno, la proprietà della villa di Fauglis con tutti i terreni e boschi annessi, estesi fra Gonars, Ontagnano, Porpetto e San Giorgio di Nogaro, passò al cugino materno Fabio Mauroner, mentre la tenuta di Molin di Ponte, situata nelle vicinanze di Strassoldo (sotto il dominio austriaco), venne ceduta all’Associazione agraria friulana affinché fosse trasformata in «tenuta esperimentale per l’istruzione complementare dei giovani agronomi sudditi italiani». Al figlio, Livia riservò vita natural durante l’usufrutto di tutti i beni menzionati, oltre ad un ingente capitale contante. Il lascito di Molin di Ponte era composto da un complesso di oltre centoventi ettari di terreno, una ventina fra case coloniche e per sottani ed un mulino ad acqua. L’azienda, dopo un inizio favorevole, accusò però ben presto segni di crisi, causati dalla mala gestione da parte dell’Associazione agraria che nel frattempo, a causa di una congiuntura postbellica avversa, aveva perso gran parte della sua capacità di incidere fattivamente sul territorio friulano. È così che, in seguito anche alla sollecitazione dello stesso C., nel 1935 la tenuta venne rilevata dalla deputazione provinciale di Udine, già intervenuta negli anni immediatamente precedenti per saldare i debiti dell’azienda. Attivo sostenitore della causa nazionale, ma anche del benessere del Friuli, C. fu impegnato personalmente nel miglioramento della società friulana. Nel 1902 fece per esempio costruire a proprie spese una palazzina prospiciente la piazza di Palmanova, che donò in seguito al comune per adibirla a sede delle poste e telegrafi. Nello stesso torno d’anni donò al comune di Gonars uno stabile ad uso scuole e alla parrocchiale del medesimo comune un armonium per avviare i ragazzi del paese al culto della musica; un secondo armonium venne donato (nel 1906) alla chiesa di Cervignano, mentre nella località di Molin di Ponte ricavò un ambiente da utilizzare come sede delle scuole elementari. Morì in stazione centrale a Milano, stroncato probabilmente da un infarto, il 9 dicembre 1934, all’età di novantatré anni. Il funerale venne celebrato il 14 dicembre a Strassoldo, con un’orazione funebre tenuta da Ercole Carletti, commissario dell’Associazione agraria friulana. Non essendosi mai sposato, pur avendo avuto un figlio naturale di nome Emilio residente a Milano, nel testamento lasciò quasi tutta la sua sostanza, ammontante a circa 14.000 lire, alla locale scuola elementare, riservando però una quota dei beni alla «distinta signora Caterina Tondon di Antonio», giovane gonarese che lo aveva servito per oltre un decennio presso la tenuta di Molin di Ponte. Tra le opere composte nel corso della sua vita, quasi tutte pubblicate sotto lo pseudonimo Lucio Rosenfeld, si ricordano in particolare: Palmanova. Cenni descrittivi, attualità e ricordi storici (Udine, 1888); Il romanzo di un fotografo: scherzo comico (Palmanova, 1874), breve commedia d’intrighi amorosi in un unico atto ambientata a Venezia; Ah! La mia povera Emma!: commedia in due atti (Palmanova, 1875), opera ambientata in uno stabilimento di acque termali delle Alpi Giulie e incentrata sui rapporti fra moglie e marito e fra uomo e donna in generale; Tre fioretti colti nella vita del grande taumaturgo Sant’Antonio da Padova (Udine, 1895), opera poetica canzonatoria corredata da disegni eseguiti dallo stesso C., incentrata sulle nuove scoperte scientifiche e sul loro rapporto con le verità di fede.
ChiudiBibliografia
ASU, Archivio della Deputazione Provinciale 1866-1940, 1314-1315-1316, contengono numerosi documenti sulla tenuta di Molin di Ponte e su L. Campiutti; ASU, Catasto, Censo stabile, Comune censuario di Chiavris, Partita n. 51.
Il romanzo di un fotografo: scherzo comico, Palmanova, Zucchiatti, 1874; Ah! La mia povera Emma!: commedia in due atti, Palmanova, Zucchiatti, 1875; L’eredità misteriosa: commedia in due atti, Milano, s.n., 1877; Il vescovo di Antiochia: farsa in un atto con musica di vari autori, Milano, s.n., 1877; Flink il diavolo olandese: pantomima fantastica per ombre composta per il Circolo artistico di Udine, Udine, Doretti & soci, 1885; Palmanova. Cenni descrittivi, attualità e ricordi storici con interessanti documenti inediti tratti dall’Archivio di Stato di Venezia, Udine, Doretti, 1888 (le quattro pagine finali contengono una musica a stampa intitolata All’osteria: canzone democratica); La ferrovia a Palmanova, Udine, Doretti, 1888; La fortezza di Palmanova nel Friuli, Milano, Treves, 1889; Tre fioretti colti nella vita del grande taumaturgo Sant’Antonio da Padova, Udine, Doretti, 1895; Lydia: commedia lirica in tre parti, s.l., Stab. tipografico della società editrice Caffaro, [19…]; Amore e sport: operetta in tre atti e quattro quarti, Genova, Oliveti & C., [19…]; Intorno allo scoglio: commedia in un prologo e due atti, Udine, Doretti, 1933; Stornelli allegri, Firenze, Magnani, 1933 (o Vilotis furlanis cul pevar); Vendemis furlanis, Udine, Doretti, 1934; Un bon consei: serenade, s. ... leggil., s.n., [ante 1934]; Il salvagente terrestre contro le moderne insidie della strada, «La Panarie», 12/69 (maggio-giugno 1935).
DBF, 141; A. MOLARO, Cervignano e dintorni. Cenni storici, Udine, Percotto e figlio, 1920, 135; P. DAMIANI, Palmanova. La storia, [Udine], Istituto per l’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia, 1982, 159-166; S. VENDRAMIN, Villa Del Torso Amodio. Pietro Campiutti e la storia di un’evoluzione, Trieste, Lint, 2007, 11-19, 73-80, 123 (genealogia).
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