La nascita del notaio va presumibilmente posta all’inizio del secolo XV. Lo si può affermare sulla scorta della data d’avvio della sua attività professionale, collocabile negli anni Trenta del Quattrocento. Fra le sue carte esistono documenti con datazioni anteriori, anche del primo decennio, ma si tratta di copie tratte dai rogiti di altri notai. Egli ha lasciato numerosi protocolli, vacchette, documenti in filza, che costituiscono un notevole corpus utile a ricostruire la storia della Udine del pieno Quattrocento. Fu spesso scriba nella cancelleria del capitano di Udine e del luogotenente della Patria, come notaio incaricato di verbalizzare le cause giudiziarie. È noto anche per aver redatto in forma pubblica («per man di notaro», appunto) la vita della beata Elena Valentinis da Udine, scritta dal frate agostiniano Simone da Roma, ma autenticata davanti a testimoni proprio da C., nel 1458. Il notaio intratteneva rapporti fiduciari con la beata e con gli eremitani di sant’Agostino del convento di S. Lucia di Udine. Nel 1446 aveva redatto uno dei testamenti di Elena e fra le carte del convento eremitano sussistono numerosi atti dovuti alla sua mano. Egli morì negli anni Sessanta del secolo e la sua attività notarile fu proseguita dal figlio Bertrando.
Bibliografia
La documentazione notarile di Candido è raccolta in 11 buste: dalla 5155 alla 5163 (la 5159 e la 5162 sono state sdoppiate, con l’aggiunta dei numeri 5159bis e 5162bis) del fondo NA dell’ASU.
A. TILATTI, “Per man di notaro”: la beata Elena Valentinis da Udine tra documenti notarili e leggende agiografiche, «Cristianesimo nella storia», 8/3 (1987), 501-520; SIMONE DA ROMA, Libro over legenda della beata Helena da Udene, a cura di A. TILATTI, Udine, Casamassima, 1988.
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