Nacque a Udine il 15 marzo 1928. Laureato in giurisprudenza all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, fu avvocato civilista e si impegnò pure nell’azienda di famiglia che comprendeva distilleria e produzione di liquori. Figlio di Agostino, uomo politico ed amministratore locale di primo piano, C. si tenne a lungo lontano dalla politica attiva finché, nel 1964, fu eletto consigliere comunale di Udine nella lista della Democrazia cristiana come indipendente (solo più tardi si iscrisse a tale partito). Qualche anno dopo fu chiamato a guidare il gruppo consiliare e nel 1975, in un clima di instabilità politica che aveva contagiato un po’ tutta la classe dirigente a fronte dell’emergere di notevoli rivolgimenti sociali, fu eletto sindaco di Udine. Va evidenziata la singolarità del momento politico che improntò il suo decennale mandato: in una società divenuta sempre più esigente, era esplosa la contestazione globale con una crescente domanda di partecipazione, mentre frange estreme approdavano a drammatici esiti. Tenendo conto delle spinte eversive di vario colore, C. invocò forte solidarietà intorno alla Costituzione istituendo il Comitato per la difesa dell’ordine democratico, e cercò di incanalare la domanda di partecipazione dando avvio all’esperienza delle circoscrizioni cittadine, attuando concretamente la legge che poneva argini allo spontaneismo torrentizio e tentava di conciliare decentramento e partecipazione. Questo sul piano istituzionale; ma la sua attenzione alle attese popolari si manifestava anche nel saper stare in mezzo alla gente il più possibile, assecondando iniziative di borgo o di frazione. C. ebbe una precisa visione del ruolo della città: da qui il suo impegno per la realizzazione di opere pubbliche (specie in occasione del Millenario della città di Udine celebrato nel 1983); suo anche il tentativo di introdurre elementi privatistici nella conduzione della pubblica amministrazione, sulla scorta della personale esperienza nell’azienda di famiglia. ... leggi Non si sottraeva alle polemiche, anzi si assumeva in pieno le sue responsabilità, pagando sempre di persona. Fino all’alba del 2 ottobre 1985, quando si spense all’improvviso: era appena rincasato dopo una lunghissima veglia che aveva permesso di definire nei minimi dettagli struttura e fisionomia della giunta comunale, sortita, dopo defatiganti trattative, dalle elezioni amministrative della precedente primavera.
ChiudiBibliografia
D. CORGNALI, Sindaco per un Friuli non provincialistico, «La Vita Cattolica», 5 ottobre 1985; D. COCCOPALMERIO - B. TELLIA - S. TRAMONTIN, Angelo Candolini il sindaco. La politica nella città, Roma, Cinque lune, 1986; M. BLASONI, Angelo Candolini, il sindaco di tutta Udine, «MV», 28 settembre 2005.
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