Nel colophon che appone a una Bibbia da lui copiata nel 1442 (l’attuale codice Udine, Biblioteca arcivescovile, 91), G. C. dice di avere quarantotto anni. Era dunque nato attorno al 1394, figlio di un Gerardo, a Milano come testimonia la precisazione «de Mediolano» che spesso accompagna il suo nome. Giunse in Friuli quando era ancora relativamente giovane, forse al seguito dello zio Filippo Capellini, vicario patriarcale e decano di Concordia, che nel suo testamento del 1420 lo nominò tra i suoi eredi assieme ai fratelli Giorgio e Caterina. Fin dal 1422 risulta presente a Cividale, sia come notaio sia come canonico, mentre la sua presenza nel capitolo udinese è attestata almeno fin dai primi anni Trenta. In particolare a Cividale il suo nome compare frequentemente nelle fonti relative al patrimonio librario capitolare. Il C. fu infatti, innanzitutto, copista di codici, per devozione e per diletto: alla sua mano è attribuibile, oltre al già citato manoscritto 91 della Biblioteca arcivescovile di Udine, la serie di passionari cartacei in-folio (Cividale, Museo Archeologico nazionale, VIII, X, XII), l’ultimo dei quali reca, al pari dell’udinese, una lunga sottoscrizione, esplicativa tra l’altro del suo modo di operare. Il C., oltre a dominare il registro corsivo per gli atti notarili, pratica infatti per la copia dei codici una “littera textualis” semplificata che ben risponde alla sua dichiarata necessità di esemplare, anche partendo da modelli diversi, libri di fattura modesta, atti a contenere la maggior quantità possibile di testi. Oltre a questo, risulta aver posseduto, acquistato e venduto, per se stesso o per conto del capitolo, svariati libri di carattere liturgico. Visse, presumibilmente in modo continuativo, a Cividale, dove fu vicedecano almeno dal 1447; il suo nome compare anche in cima a una lista di chierici concubinari stilata nel 1450. Dettò testamento il 26 marzo 1462 nella sua casa in borgo Ponte, e morì pochi giorni dopo. Tra i beneficiari della sua eredità, comprendente tra l’altro svariati terreni anche edificati siti in Cividale, compare l’altare di S. Maria nel duomo di Portogruaro, dove si trovava sepolto lo zio Filippo. La sua prebenda, già vacante il 5 aprile, fu messa all’asta l’8 aprile dello stesso anno.
Bibliografia
ASU, Miscellanea pergamene, II, sub 1462; MANC, Archivio capitolare, F01-11, 13, 15, 19 (Definitiones capituli Civitatensis), passim; Ibid., Pergamene capitolari, XVI, no 141.
C. SCALON, La Biblioteca arcivescovile di Udine, Padova, Antenore, 1979 (Medioevo e umanesimo, 37), 160-161; SCALON, Guarnerio, 7 n. 25 e 26, 8-9, 17 n. 81; SCALON, Produzione, 44, 61, 82, 124, 297 n. 134, 325 no 220, 413-414 no 290, 433 no 317A, 520 no 417A, 525 no 426, 544-545 no 443 e n. 323; I codici della Biblioteca capitolare di Cividale del Friuli, a cura di C. SCALON - L. PANI, Firenze, SISMEL-Edizioni del Galluzzo, 1998 (Biblioteche e archivi, 1), 21-22 n. 121, 27, 31, 53-54, 85, 91, 99, 105, 109.
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