Nacque a San Daniele del Friuli intorno al 1520 dal nobile Giusto, discendente da antichi feudatari d’abitanza, e da Orseola Beltrame. Nella cittadina frequentò la scuola pubblica di Giovanni Pietro Astemio e in seguito si trasferì presso l’Università di Bologna per studiare diritto. Dopo aver fatto ritorno nella città natale, il C. decise di cercare fortuna al di fuori della famiglia e, presi gli ordini ecclesiastici, si trasferì a Roma (1550) dove in breve tempo riuscì ad entrare nella corte papale. Il C. prestò i suoi servigi a papa Giulio III, a Paolo IV, a Pio IV e a Gregorio XIII. Dal 1556 fu senz’altro impiegato nella segreteria di stato durante le direzioni dei cardinali Commendone e Gallio. La stima dei pontefici gli procurò la concessione di alcuni benefici ecclesiastici, soprattutto in Friuli, commendatari finché fosse rimasto al servizio della curia. Quando il cardinale Rusticucci subentrò al Gallio nella direzione della segreteria, il C. fu messo in disparte per il manifestarsi di una malattia invalidante agli occhi che lo colpì mentre si occupava della fitta corrispondenza nelle sessioni conclusive del concilio di Trento (1562-63). Il prelato lasciò allora Roma per intraprendere un lungo viaggio attraverso l’Italia nella vana speranza di recuperare la vista. Verso il 1567 fu invitato a Milano dal cardinale Carlo Borromeo per riordinare l’Archivio arcivescovile con ampie promesse di riconoscimenti e ricompense. Condotto a termine con successo il compito affidatogli, il C. lasciò Milano sia per il peggioramento delle condizioni fisiche, sia perché il Borromeo non mantenne tutte le promesse. ... leggi Rientrato a Roma anziano e malato, non poté tornare al suo antico lavoro, ma fu spesso consultato su questioni di una certa rilevanza dal cardinale Gallio, che aveva nuovamente assunto la direzione della segreteria vaticana. Il C. morì dopo il 1600 tra ristrettezze economiche e l’aggravarsi della malattia. Del C. rimangono due trattati: il primo intitolato Del secretario et secreteria di nostro Signore et di tutti li uffitii che da quella dependono, scritto nel 1574 e pubblicato in seguito nei Monumenta Vaticana historiam ecclesiasticam saeculi XVI illustrantia; il secondo, dal titolo Sopra un modo facile et sicuro di essequir in Roma, […], che ordina “ut Sacra Scriptura quam emendatissime imprimatur”, fu composto nel 1576 e stampato per la prima volta nel 1911 all’interno del terzo volume dell’opera Die Vulgata Sixtina von 1590 und ihre Einführungsbulle. Realizzò, inoltre, componimenti di carattere celebrativo destinati ad amici e protettori oltre ad alcuni inni religiosi. A Roma il C. si era legato ad esponenti prestigiosi del mondo delle lettere, come Dionigi Atanagi, Annibal Caro, Paolo Manuzio e molti altri che non mancarono di parlarne con affetto e stima.
ChiudiBibliografia
Ms BCU, Joppi, 295.
G. CARGA, Del secretario et secreteria di nostro Signore et di tutti li uffitii che da quella dependono, in Monumenta Vaticana historiam ecclesiasticam saeculi XVI illustrantia, Friburgi Bresgoviae, Herder, 1861, 455-468; ID., Sopra un modo facile et sicuro di essequir in Roma, senza gravar la Camera, il decreto della quarta sessione del Concilio di Trento, che ordina “ut Sacra Scriptura quam emendatissime imprimatur”, in P.M. BAUMGARTEN, Die Vulgata Sixtina von 1590 und ihre Einführungsbulle: Aktenstücke und Untersuchungen, III, Münster, Haschendorff, 1911, 141-151. LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 52-59; DI MANZANO, Cenni, 52; M.G. CRUCIANI TRONCARELLI, Carga, Giovanni, in DBI, 20 (1977), 86-88; DBF, 157; VALENTINELLI, Bibliografia, 311, 335; MAZZATINTI, Inventari, III, 157, 158; E. PATRIARCA, Giovanni Carga, «La Guarneriana, cultura e arte in Friuli», 3/3 (1960), 62-70; P.F. GRANDLER, L’inquisizione romana e l’editoria a Venezia 1540-1605, Roma, Il Veltro, 1983, 329-330, 349; M. FOLIN, Fazioni politiche e rappresentazioni del sociale. Per una ricerca sulle terre patriarcali di San Vito e San Daniele, «Studi Veneziani», 24 (1992), 52, n. 101.
Nessun commento