CARGA LEONARDO DETTO CORICIO

CARGA LEONARDO DETTO CORICIO (1510 - 1604)

rettore di scuola, poeta

Figlio unico di Gasparino e coetaneo del ben più noto omonimo, figlio di Giovanni, L. nacque a San Daniele attorno al 1520. La sua infanzia fu segnata dalla perdita della madre a soli tre anni. Allievo di Giovanni Pietro Astemio, maestro di grammatica nella cittadina, si preparò anch’egli a seguire quella strada. Costretto ben presto ad abbandonare il tetto paterno, forse per dissapori con la matrigna («Hinc me iam quinis lustris labentibus ortum / paupertas inimica bonis procul exigit istis / collibus atque aliena iubet me limina adire»), si sposò nel 1538 con Tranquilla di Pietro Bertolino da San Daniele originario da Tolmezzo. La morte repentina del suocero (e, poco dopo, quella del padre) aggravò la già precaria situazione economica e il modesto stipendio di maestro, per di più itinerante, non bastava per il sostentamento di un imprecisato numero di figli: una Lucrezia, compianta per la morte prematura, altre due figlie e tre maschi, Gaspare che sarebbe diventato notaio e avrebbe ricoperto la carica di capitano di San Daniele nel 1596-98, Fausto e Pietro. Si può ripercorrere la serie dei suoi incarichi didattici: dapprima a Treviso e a Portogruaro (1563), poi, dal 1564 al 1575, continuativamente a Spilimbergo, infine a San Daniele, dove succedette a Valconio Valconi. Sussistono incertezze sull’arco temporale di quest’ultima condotta, che si distende dal 1575 (o 1577) al 1599-1600, quando subentrò Giuseppe Sostero, e fu interrotta nel 1589-90 per l’affido annuale al figlio Gaspare; le fonti invece sono concordi nel riferire che nel 1600 «lo stesso maestro [è] giubilato». Il C. mantenne tuttavia qualche rapporto con la comunità fino al 1603, poiché percepiva ancora un vitalizio, ridotto a 40 ducati rispetto al precedente stipendio di cento. ... leggi Assunse l’appellativo di Coricio (dal virgiliano «senex Corycius») quando entrò a far parte della cerchia sandanielese di poeti in lingua latina, il cui membro più autorevole fu il maestro Astemio, «professore pubblico in patria di belle lettere» dal 1531 al 1566. Negli ultimi anni decise di trasferirsi presso il figlio Gaspare a Udine, dove morì il 21 ottobre 1604 e venne sepolto nella chiesa di S. Pietro Martire. Il corpus poetico del C. annovera centonove componimenti in latino, chiosati da un distico in volgare, tuttora manoscritti, altri quattro a stampa e la traduzione libera dal greco in esametri latini di dieci favolette. I carmi, vari per metro e argomento, rivolti perlopiù a destinatari friulani con poche incursioni in ambito veneziano (ad esempio per il luogotenente in Friuli nel 1552-53 Francesco Sanudo), attingono a collaudati stilemi classici e sfiorano temi consueti, come l’amore, l’amicizia, l’encomio, il cordoglio: una produzione di intenso impatto lirico, in cui i rari distici autobiografici, che tramano la fatica del vivere quotidiano, si stemperano in battute scherzose o provocazioni lascive e si frantumano nel ricordo di piaceri conviviali o nell’esaltazione dell’otium sullo sfondo di vivaci scene campestri. La raccolta è permeata da una vena malinconica, che trova accenti originali, come nei versi per il maestro Astemio, al quale il C. si sente legato da una triplice catena «sensus, sanguinis, artis», poiché entrambi condividono professione, vincoli di parentela e amore per la poesia, o per il ben più noto Gianbattista Cipelli, detto Egnazio, cui narra la sua vita serena di modesto insegnante a Spilimbergo. La lunga elegia all’amico Marco Fiducio traduce invece la magia dell’alba nel folto del bosco, l’attesa silenziosa dell’uccellatore celato con i richiami tra gli alberi e l’emozionante cattura dei tordi, accorsi a frotte per brama di cibo, miseramente invischiati («Abditus his auceps pellaci carmine turdos / advocat. Hi sonitu tractique cupidine edendi / adveniunt celeres, lento sed glutine visci / crura, pedes alasque evincti, ex arbore opaca / ecce ruunt terramque petunt clangore sonanti»): uno svago consueto e innocente, che pare metafora di vita.

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Bibliografia

Fonti inedite: Archivio Parr. Duomo di Udine, Liber mortuorum, I, 1598-1667; albero genealogico della famiglia in ms BCU, Principale, 1035, C.A. Carnier, Alberi genealogici di alcune famiglie di San Daniele dell’ab. Coluta, f. 9r, no24; ms BCU, Joppi, 716, Genealogie. Sull’insegnamento: ms BGSD, Collectanea Coluta, T. I, f. 273, ma anche 9 e 51; ms Ibid., Archivio Storico, 38, Scuole pubbliche, 1540-1625. Raccolta dei maestri pubblici di San Daniele, f. 21r; ms BCU, Joppi, 295, Serie de’ maestri di scuola pubblica di S. Daniele; ms Ibid., Principale, 860/V, Serie di maestri di scuola publica di S. Daniele; ms Ibid., Joppi, 596, Serie cronologica, dove si anticipa l’inizio della condotta sandanielese al 1576 e si chiarisce che nel 1575 insegnava a Spilimbergo. La raccolta poetica inedita è tramandata da copie tarde: ms BBU, Bartolini, 15, Poetarum Municipii Sancti Danielis, f. 93r-142v; ms Ibid., 23, f. 34r-35; ms Biblioteca de Concina di San Daniele, 20, P. I. Vidimani, Quorundam poetarum, quos Municipium Sancti Danielis in Foro Iulio situm ut suos iure iactitat, varia carmina tum latina cum Italica, f. 15r-42v. Altri carmi nell’antologia di umanisti friulani manoscritta in ms BCTv, 1404, f. 144v. Due epitafi editi in Rime di diversi nobilissimi et eccellentissimi autori in morte della signora Irene delle signore di Spilimbergo […] Diversorum praestantium poetarum carmina in obitu Irenes Spilimbergiae, Venezia, Domenico e Gio. ... leggi Battista Guerra, 1561, 12; due per Orsa Hofer di Duino in Helice, 53-54; due componimenti In foedus et victoriam contra Turcas… Poemata varia, Petri Gherardi Burgensis studio, Venezia, Guerra, 1572, 324-330. Destinatario di tre epistole del notaio udinese Antonio Belloni (ms BCU, Principale, 565, f. 162r, 167r-v, 169v) e di una di Iacopo da Porcia (ms BGSD, XXVI, Lettere inedite di Iacopo Porcia, 275). Le favole latine edite in Centum et quinquaginta fabulae ex veteribus auctoribus acceptae, et Latinis versibus explicatae, a Gabriele Faerno Cremonensi, Ioanne Baptista Arigonio, M. Antonio Fiducio, Leonardo Goritio Carga, Francisco Amulio Utinensibus, Venezia, Eredi Giovanni Varisco, [1592], con l’epistola di dedica del primo settembre 1591 di Fabio Paolini, 172-184.

Ms BCU, Joppi, 710c, Letterati e notizie letterarie, f. 32v; LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 59-60; DI MANZANO, Cenni, 52; E. PATRIARCA, Leonardo Carga, «La Guarneriana, cultura ed arte in Friuli», 7/1 (1964), 9-10; CASARSA, Scuola poetica, 45 e passim; TREMOLI, 1130-1133; F. METZ, Scuole e pubblici precettori da Pordenone verso Gemona. Noterelle d’archivio fra Quattro e Seicento, in Dalla Serenissima, 158.

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