Di famiglia nobile mantovana, nacque nel 1861 a San Lorenzo dei Picenardi, oggi in provincia di Cremona, dove il padre possedeva delle proprietà. Conseguita la laurea in giurisprudenza a Padova, il giovane C. continuò a curare la propria formazione, sviluppando un vivo interesse per la ricerca storica e la filosofia: conseguì anche una seconda laurea in lettere. Nel 1885 giunse per la prima volta in Friuli, a Spilimbergo, ospite del giovane Bernardo di Spilimbergo, conosciuto in ambito universitario. La frequentazione con l’amico friulano gli permise di cominciare a conoscere e studiare l’archivio della nobile famiglia di Spilimbergo e di pubblicare i primi studi sulla storia di questo casato e della comunità che lo ospitava. Al biennio 1885-1886 risalgono le prime ricerche sul duomo di Spilimbergo e sulla chiesetta di S. Cecilia (Pergamena della Fabbriceria di Santa Maria di Spilimbergo, Alcune pitture adespote del Duomo di Spilimbergo rivendicate alla vecchiaia di Gaspare Narvesa, Della chiesetta di Santa Cecilia a Spilimbergo e del dovere di conservarla), affiancate da altre di natura più occasionale (I Cisternini da Spilimbergo alla guerra turchesca. Saggio storico intorno ad alcune costruzioni spilimberghesi, Note e congetture sulla via di mezzo e su alcuni fortilizi di Spilimbergo). Questi studi di C., pubblicati tutti presso la tipografia Menini di Spilimbergo, manifestano sin da subito l’interesse dello studioso per la riscoperta delle fonti. Tale attenzione emerge chiaramente anche dai lavori dedicati alla sua terra d’origine durante il 1886 (Alcuni documenti sui Dovara e Picenardi, signori d’Isola Dovarese, Spicilegio storico intorno ai signori di San Severino quali feudatari di Piadena, Calvatone e Spineda: 1494-1536): in questo periodo C. risulta essere socio corrispondente della Società storica lombarda. ... leggi Nel 1887 sposò Teresa Giuseppina Irene di Spilimbergo del ramo di sopra, figlia del conte Federico e sorella dell’amico Bernardo: in tale occasione l’abate Giovan Battista Cesca, amico degli sposi, offrì loro un breve componimento poetico, dedicato a Richelda di Prata, moglie di Giovanni di Zuccola-Spilimbergo. Dopo il matrimonio C. stabilì la sua residenza a Spilimbergo per lunghi periodi dell’anno, dedicandosi all’amministrazione dei beni della moglie e dei suoi, distribuiti tra Modena e Mantova. In questi anni cominciò a collaborare con la rivista «Archivio veneto», per la quale pubblicò alcuni articoli: Iconografia storica spilimberghese (1887), Lo stemma della Terra di Valvason (1888). Seguirono, quindi, gli studi sulle caratteristiche della giurisdizione spilimberghese (Da chi e come s’esercitasse la giustizia nelle Signorie della Casa di Spilimbergo specialmente all’epoca veneta: tentativo esegetico storico; Del buon governo spilimberghese: note storiche; Die familien von Spilimbergo: eine historische Übersicht) e sull’edizione di documenti inediti (Quinque inedita documenta de Rebus austriacis et spilimbergensibus in archivio comitum de Spilimbergo d. D. Spilimbergi, Zucculae, Solimbergi, Trussii, Rutars etc. inventa et transcripta a F. C. Carreri). La ricchezza della documentazione, conservata presso l’archivio del suocero, gli permise di cominciare ad affrontare ricerche relative anche ad altre consorterie familiari friulane, tra cui quelle dei Valvason (Dell’arma, della Terra e dei signori di Valvasone), dei Polcenigo (Alcuni documenti dei signori di Polcenigo conservati a Spilimbergo) e dei di Maniago (Itinerario di un’eredità dei signori di Maniago). Durante i periodi di permanenza a Mantova e a Modena, necessari per curare gli interessi familiari, C. approfondì altri filoni d’indagine storica, utilizzando soprattutto i documenti conservati presso l’archivio Gonzaga: Regesti dei principali documenti della casa di Dovara, conservati nell’archivio Gonzaga in Mantova (1889), Compendio popolare delle memorie storiche di San Lorenzo de’ Picenardi e suo distretto parrocchiale (1895), Relazione delle cose di Sicilia fatta da D. Ferrando Gonzaga e pubblicata dal dott. F. C. Carreri (1896). In Friuli indirizzò la sua attività principalmente verso l’edizione di fonti, divenendo in breve tempo un punto di riferimento importante per la storiografia friulana. Nel 1895 pubblicò Spilimbergensia documenta praecipua ab anno 1200 ad annum 1420 e Regesti friulani. Nello stesso periodo C., che già in precedenza aveva pubblicato delle raccolte di versi, manifestando interessi letterari, divenne socio dell’Accademia di Udine, per la quale tenne una lettura dal titolo Della perpetua adolescenza d’Achille nell’Iliade. Sarebbero seguiti negli anni successivi altri contributi letterari sui temi dell’epica classica e sul poeta Sordello da Goito. Nel 1898 lo studioso pubblicò a Modena, dove risiedeva con maggior frequenza dopo la morte del suocero avvenuta alcuni anni prima, un volume importante sulla chiesa di S. Maria di Spilimbergo (Fondazione e datazione della Chiesa Maggiore di Spilimbergo). Nello stesso periodo C. cominciò a studiare alcuni documenti, relativi alla contessa Matilde di Canossa, che gli avrebbero permesso di pubblicare alcuni contributi al riguardo. Nel 1900 diede alle stampe a Udine Spilimbergica. Illustrazione dei signori e dei domini della casa di Spilimbergo, istituzioni, vita e vicende di essi. Opera in sette parti, una raccolta fondamentale degli studi degli anni precedenti. In questo periodo C. divenne socio della Deputazione di storia patria per le antiche province modenesi: anche i filoni di ricerca si rivolgevano sempre più spesso verso l’area modenese-mantovana. Durante la permanenza a Modena egli ebbe però modo di riordinare le numerose informazioni raccolte negli anni sul castello di Valvasone e sul suo casato; ciò gli offrì la opportunità di pubblicare diversi contributi nelle riviste «Pagine friulane», «Nuovo archivio veneto» e «Memorie storiche forogiuliesi»: I signori di Valvasone, creati conti da Carlo IV (1904), Pericolo corso dal castello di Valvasone (1904), Breve storia di Valvasone e de’ suoi signori dagli inizi al 1886 (1906), Due documenti sul castello di Fratta (1910). Nel 1914 C. pubblicò a Cividale un volume sull’origine della famiglia dei signori di Spilimbergo, arricchito dalla presenza di numerosi regesti e documenti: Dell’origine dei Signori di Spilimbergo e di Zuccola, del loro pincernato e dominio occidentale. Nel 1917, dopo la rotta di Caporetto, si rifugiò a Roma, dove diede alle stampe uno studio sulla nobile famiglia Rangoni. L’ultimo omaggio al Friuli e a Spilimbergo risale al 1921 (La casa dei conti di Spilimbergo). C. morì a Modena nel 1923.
ChiudiBibliografia
Tra le opere di F.C. Carreri, si ricordano: Pergamena della Fabbriceria di Santa Maria di Spilimbergo, Spilimbergo, Tip. Menini, 1885; Trilogia popolare spilimberghese, Spilimbergo, Tip. Menini, 1886; Die familien von Spilimbergo: eine historische Übersicht, Wien, Adler, 1892; Compendio popolare delle memorie storiche di San Lorenzo de’ Picenardi e suo distretto parrocchiale, Piadena, Tip. Gervini, 1895; Regesti friulani, Udine, Del Bianco, 1895; Fondazione e datazione della Chiesa Maggiore di Spilimbergo, Modena, A. Rossi, 1898; Spilimbergica: illustrazione dei signori e dei domini della casa di Spilimbergo, istituzioni, vita e vicende di essi: opera in sette parti, Udine, Del Bianco, 1900.
MARCHETTI, Friuli, 746.
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