Nacque a Trieste il 3 dicembre 1576, durante la permanenza del padre Silao in quella città. La sua famiglia si trasferì nel 1589 a Gemona del Friuli, la cui comunità elargì un sussidio per la sua educazione. Dal 1592 al 2 dicembre 1598 fu chierico cantore nella basilica di Aquileia, lodato e premiato più volte per la diligenza nel servizio. Fu eletto maestro di cappella a Gemona del Friuli il 10 giugno 1600; ordinato presbitero a Udine il 2 marzo 1602, celebrò a Gemona la prima messa. In una lettera ad Orazio di Colloredo dichiarò che la sua scuola musicale era frequentata dai figli delle famiglie di Colloredo, della Torre, di Prampero. Trascorse in quella località tutta la sua vita, ad eccezione di brevi spostamenti, sulle orme paterne. Nel 1608 a Capodistria venne retribuito come organista; nel 1612 rifiutò l’invito a ricoprirvi il ruolo di maestro di cappella. Nel 1622 diresse le esecuzioni musicali triestine per la consacrazione dell’arcivescovo. Dal 1607 pubblicò a Venezia numerose raccolte di madrigali su testi di Tasso e di Guarini, e altre composizioni per un totale di almeno dodici, la maggior parte perdute. Restano soltanto il terzo libro di madrigali a cinque, Tirsi e Clori (1607), dedicato a Vicenzo di Prampero; il quarto a cinque, La cieca (1608) dal gioco descritto ne Il pastor fido di Guarini, con dedica a Giovanni Serena; e il settimo a due e tre voci per il Capitano e la Comunità di Gemona, di data incerta perché acefalo e lacunoso. Negli ultimi due inserì madrigali postumi del padre Silao, omaggi a Trieste «più ameno letto d’Adria» e a Carlo II d’Asburgo, defunto nel 1595. Nel 1611 donò alla Comunità gemonese «quinque libros musicae […] consilio dedicatos», presumibilmente le prime cinque opere a stampa. ... leggi Nel 1608 pubblicò una Compieta a dodici voci in tre cori e basso continuo. Pochi sono i brani manoscritti superstiti, fra i quali un Salve regina composto a Gemona. Ben più nutrito è l’elenco delle opere perdute: le raccolte di madrigali a cinque Lamenti di Erminia e Dorinda, forse primo e secondo libro; Madrigali novi a cinque del 1608, il mottetto Deus misereatur nostri del 1612, Cantica Salomonis (ventuno mottetti a otto voci) del 1615, un sonetto in forma di madrigale del 1620, il terzo libro di mottetti a una e due voci op. 12 pubblicato a Venezia nel 1641, evidentemente preceduto da altri due. Venne sepolto a Gemona il 17 giugno 1651.
ChiudiBibliografia
Ipotesi di catalogo delle opere [*opere perdute]: *Madrigali a tre [Indice Franzini, Roma 1676]; *Madrigali a cinque Lamenti di Erminia [primo libro?]; *Madrigali a cinque Dorinda [secondo libro?]; Terzo libro madrigali a cinque Tirsi e Clori, 1607; Quarto libro di madrigali a cinque La cieca, 1608; Quinto libro di madrigali a cinque, 1611; *Sesto libro di madrigali a sei [catalogo Vicenti]; Settimo libro di madrigali concertati a due e tre [post 1611; mutilo del front.]; *Madrigali a cinque [Mischiati]; Compieta 1608; *Primo libro di mottetti; *Secondo libro di mottetti; *Terzo libro di mottetti op. 12 1641 [EITNER Q].
FÉTIS B, II (1883), 202; EITNER Q, II, 356; SCHMIDL, I, 306; G. RADOLE, Casentini, Marsilio, in DBI, 21 (1978), 335-336; DEUMM, II (1985), 138; DBF, 167; G. RADOLE, Casentini, Marsilio Andrea, in MGGna, IV (2000), 361; N. FORTUNE - J. CHATER, Casentini, Marsilio, in NGii, V (2001), 236-237; RISM A/I/2 (1972), C1431-1435; RISM B/I 1609/19 (13), 1611/13 (20); NVOGEL, 1, 326-329.
VALE, Gemona, 22-25; VALE, Aquileia, 211-212; BALDISSERA, Organo, 13; A. HARTMANN JR., Battista Guarini and Il pastor fido, «The Musical Quarterly», 39/3 (1953), 424; MARIONI I, 123; G. RADOLE, Marsilio Casentini, lucchese, è nato a Trieste, «Musica sacra», s. 2, 83/4 (1959), 53; I. CAVALLINI, Musica, cultura e spettacolo in Istria tra ’500 e ’600, Firenze, Olschki, 1990, 82, 84-90.
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