C. apparteneva a una stirpe di medio rilievo, nel panorama signorile e nobiliare del Friuli del secolo XIII, che spesso vide fiorire vocazioni domenicane, come avvenne pure tra i Boiani, i di Buttrio, i Savorgnan, gli Strassoldo, gli Attems. Non si conosce la sua data di nascita, ma è verosimile che sia nato a Cividale, attorno alla metà del Duecento. Come avviene per numerosi frati predicatori friulani di quell’epoca, non è chiaro se egli sia entrato nell’ordine presso il convento cividalese, esistente fin dal 1252, o se abbia vestito l’abito altrove. La comunità di S. Domenico di Cividale non fu mai eccessivamente numerosa (si ricordano al massimo una quindicina di frati a comporre il capitolo), ma già nel 1259 – in obbedienza alle disposizioni delle costituzioni domenicane – è attestata la presenza di un “lector”, responsabile della formazione culturale dei frati. Si può dunque immaginare che C., come altri suoi confratelli cividalesi o friulani, iniziasse la propria formazione nel convento della cittadina natale, ma ignoriamo se si sia recato per studio anche altrove, in particolare a Padova o Bologna, o addirittura Parigi. L’ipotesi di un suo “iter” scolastico prolungato oltre le esigenze della formazione di base di un sacerdote domenicano è a suo modo confermata dall’attribuzione a C. della leggenda agiografica della beata Benvenuta Boiani, morta il 30 ottobre 1292. Fu il celebre erudito domenicano cividalese Giovanni Francesco Bernardo Maria de Rubeis a riconoscere per primo in C. l’autore di quell’opera e l’identificazione rimane assai probabile, sebbene non ne esista, come ricordava opportunamente anche il bollandista Victor De Buck nella premessa all’edizione negli Acta sanctorum, una assoluta certezza. ... leggi Al di là di ogni prudenza, è comunque sicuro che il testo fu scritto – come si evince dalla sua lettura – da un frate domenicano, entro il 1294 a Cividale. La Vita di Benvenuta rimane la maggiore fonte di informazioni su C. e avvalora le considerazioni testé formulate circa il suo percorso formativo. Egli fu il confessore e il padre spirituale della futura beata, posizione che veniva accordata dalla disciplina dell’ordine solo a frati particolarmente esperti e di salda preparazione dottrinale e culturale. Dalla leggenda emergono poi indizi di contatti di C. con Bologna e dell’assunzione di responsabilità di governo e di amministrazione nella provincia lombarda. Pare infatti che, al momento della morte di Benvenuta, egli fosse stato destinato quale priore del convento di S. Anastasia di Verona. C. morì a Cividale il 22 ottobre 1299 e fu sepolto nel convento di S. Domenico.
ChiudiBibliografia
I.F.B.M. DE RUBEIS, Vita beatae Benevenutae Boianae de Civitate Austriae in provinciae Foriiulii, quae nunc primum ex originali codice manuscripto in lucem prodit, Venetiis, S. Occhi, 1757, 17-18; Vita devotissimae Benevenutae de Foro Iulii, in Acta sanctorum, Octobris, XIII, Parisiis, 1883, 145-185: 148E; T. KAEPPELI, Scriptores ordinis Praedicatorum Medii Aevi, I, Romae, Istituto storico domenicano, 1970, 275; A. TILATTI, Benvenuta Boiani. Teoria e storia della vita religiosa femminile nella Cividale del secondo Duecento, Trieste, Lint, 1994, 5, 19, 21, 45, 57, 62, 64, 69, 71, 73-77, 92, 94, 99, 102, 111, 115, 116, 118; ID., La direzione spirituale. Un percorso di ricerca attraverso il secolo XIII nell’ordine dei Predicatori, in Dalla penitenza all’ascolto delle confessioni: il ruolo dei frati mendicanti. Atti del XXIII convegno internazionale della Società internazionale di studi francescani (Assisi, 12-14 ottobre 1995), Spoleto, CISAM, 1996, 125-173: 153-160, 169; SCALON, Libri degli anniversari, 82, 714.
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