CAVALLI IACOPO

CAVALLI IACOPO (1839 - 1919)

ecclesiastico, glottologo, storico

Immagine del soggetto

Il glottologo Iacopo Cavalli.

Nacque a Campeglio, nei pressi di Faedis (Udine), il 4 luglio 1839 da Giuseppe e Maria Maddalena Filipputti. Frequentò il Seminario di Udine e quello di Gorizia. Dopo aver preso gli ordini sacerdotali, fu cooperatore parrocchiale prima a Portale e Piemonte (Istria) e poi, nel 1867, a Capodistria. Dall’autunno del 1868 si stabilì definitivamente a Trieste, dove iniziò ad insegnare religione nelle scuole popolari, ottenendo in seguito la cattedra di lingua e letteratura italiana presso il Liceo femminile, del quale divenne anche direttore. Dal capoluogo giuliano non si allontanò che per brevi periodi e per la villeggiatura, che trascorreva abitualmente in Carnia presso l’amico collezionista Giovanni Gortani. Il deciso interesse per la storia locale, istriana e friulano-giuliana, lo indusse ad approfondire le sue conoscenze con ricerche d’archivio: sondò con accuratezza l’Archivio diplomatico triestino (i libri dei Camerari, dei Vicedomini, degli Statuti triestini, il Liber Datiorum, il Liber Reformationum, il Banchus Maleficorum, i Testamenta e il libro degli Arrenghi) e utilizzò il materiale analizzato per realizzare diverse pubblicazioni. Agli studenti, ai cittadini e agli ospiti stranieri era destinata la Storia di Trieste raccontata ai giovanetti, un compendio di carattere divulgativo che C. compose per un concorso indetto nel 1870 dal comune di Trieste: lo scritto fu premiato dal comune, ma bollato dalla polizia austriaca come antipatriottico, e perciò antiaustriaco, e poté essere pubblicato solo nel 1877, dopo che l’autore ebbe apportato alcune modifiche. ... leggi Per un pubblico più specialistico C. diede alle stampe gli Stipendiarii della Repubblica rammentati nelle carte dell’Archivio diplomatico di Trieste tra il 1370 e il 1380 e il documentatissimo Commercio e vita privata a Trieste nel 1400, pubblicati rispettivamente nel 1887 e nel 1910. I due volumi, nonostante i limiti storiografici e di sintesi storica dell’autore, furono apprezzati per l’utilizzo intelligente delle fonti archivistiche e per l’attenzione posta ai dati linguistici (in particolare quelli onomastici). C. è infatti noto agli studiosi soprattutto per la sua attività di glottologo, interesse che si riscontra sia nelle sue opere storiche, sia negli scritti e nelle ricerche specifiche: si ricorda, ad esempio, che l’amico Graziadio Isaia Ascoli, per realizzare diversi lavori, attinse a piene mani alla grande quantità di dati relativi all’antica friulanità di Trieste e Muggia raccolti dallo stesso C. In questo ambito, il contributo più rilevante di C. rimangono le Relique ladine raccolte in Muggia d’Istria, con appendice sul dialetto tergestino, pubblicate per la prima volta nell’«Archivio glottologico italiano» (1891-1892); l’anno seguente l’autore ebbe pure l’opportunità di ristampare la sua ricerca con aggiunte e aggiustamenti sia nell’«Archeografo triestino», sia in un volume autonomo. Le Reliquie ladine furono il frutto di un lavoro impegnativo, con la raccolta di numerose interviste agli anziani di Muggia, ultimi testimoni dell’antica parlata ladina soccombente rispetto al veneto dilagante e custodi delle antiche tradizioni. Fra gli altri lavori realizzati da C. sono da citare anche i Cimeli dell’antico parlare triestino scritti insieme ad Ascoli, una collaborazione, quella con il linguista goriziano, dalla quale l’autore aveva acquisito il metodo e il sostegno a proseguire nello studio degli antichi dialetti. Di C. ci rimane anche la Toponomastica della città e del territorio di Trieste dal 1300 al 1400, una rubrica manoscritta contenente i toponimi in ordine alfabetico forse destinata alla pubblicazione e conservata alla Biblioteca civica Hortis di Trieste. L’ultimo periodo della sua vita fu tormentato, da una parte, dalla malattia e, dall’altra, dall’odio dei filo-austriaci e dei cattolici più intransigenti per le sue simpatie irredentiste innestate su idee cattolico-liberali. Prima di morire, comunque, C. assistette all’occupazione delle truppe italiane di Trieste e fu onorato del titolo di cavaliere del Regno. Un corposo epistolario, in parte consultabile presso la Biblioteca civica di Trieste (lascito Pietro Sticotti), documenta le frequentazioni di C. con personaggi politici e studiosi del Friuli (austriaco e italiano) e del resto d’Europa; fra questi si ricordano Giuseppe Caprin, Pietro Kandler, Francesco di Manzano, Giovanni Marinelli, Giuseppe Occioni Bonaffons, Nicolò Tommaseo, Pacifico Valussi, Alessandro Wolf e Antonio Madonizza, fondatore del giornale patriottico «La provincia dell’Istria» sul quale C. scrisse per diversi anni a partire dal 1867. Morì a Trieste il 28 giugno 1919 all’età di ottant’anni.

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Bibliografia

I. CAVALLI, Cimeli dell’antico parlare triestino, «Archeografo triestino», 6 (1870-80), 199-210; ID., Reliquie ladine raccolte in Muggia d’Istria, con appendice sul dialetto tergestino, «Archivio glottologico italiano», 12 (1891-1892), riedite con aggiunte e note in «Archeografo triestino», 19 (1893), 5-208 e anche in volume autonomo a Trieste, Caprin, 1893 (= Bologna, Forni, 1969); ID., Commercio e vita privata di Trieste nel 1400, Trieste, Vram, 1910; ID., Storia di Trieste raccontata ai giovanetti, Trieste, Appolonio, 1877 (= Trieste, Editore il Municipio, 1910).

DBF, 176; A. TAMARO, Storia di Trieste, Roma, A. Stock, 1924, XV; L. GASPARINI, Jacopo Cavalli, «Ce fastu?», 30 (1954), 141-143; G. CERVANI, Dall’Ottocento al Novecento. La storia di Trieste nella storiografia, III, Trieste, Editrice Università di Trieste, 1955, indice; P. STICOTTI, Il carteggio di Jacopo Cavalli, «Archeografo triestino», 20 (1955-56), 155-216; 21 (1956-57), 143-228; ID., Il carteggio di Jacopo Cavalli, 1-2, Trieste, Stabilimento d’arti grafiche Smolars, 1956-1958; M. DORIA, La toponomastica ladina di Trieste ed un quaderno inedito di Jacopo Cavalli, in [Trieste]. XLI congresso della Società filolologica friulana (Trieste, 20 giugno 1964), a cura di G. B. PELLEGRINI - L. CICERI, Udine, SFF, 1964, 45-51; F. FRANCO, L’antica favella di Muggia attraverso taluni brani di “muglisan” tolti dall’opera di Jacopo Cavalli, ibid., 77-84; T. GALVANI, L’abate campegliese Jacopo Cavalli, Udine, Grafica Moderna, 1970 (con bibliografia dell’autore); MARCHETTI, Friuli, 952; G. CERVANI, Cavalli, Iacopo, in DBI, 22 (1979), 748-749; A. TRAMPUS, Vie e piazze di Trieste moderna, Trieste, Svevo, 1989, 145; M. DORIA, I toponimi del Trecento e Quattrocento triestini in un quaderno inedito di Jacopo Cavalli, «Ce fastu?», 67 (1991), 47-78.

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