Fratello minore di Antonio, nacque a Gemona del Friuli il 16 settembre 1841 da Giuseppe e Lucia Gallici. Giovanissimo, nel 1859 si arruolò volontario nell’esercito piemontese e partecipò alle battaglie di Castelfidardo e Ancona. Cospirò per l’Unità all’inizio degli anni Sessanta, assumendosi rischiosi incarichi organizzativi e costituendo i Comitati veneti del Partito d’azione in vista dei progettati moti del 1864. Nel 1866 combatté coi garibaldini in Trentino e manifestò poi sempre un vivo entusiasmo per gli ideali e le figure del Risorgimento nazionale. Compì studi di medicina a Bologna, dove si laureò il 12 luglio 1865 con la tesi Studio comparativo clinico dei vizi cardiaci. Ebbe per maestro l’illustre clinico Luigi Maria Concato (1825-1882), grande specialista di cardiologia, docente dal 1860 di clinica medica e fondatore della rivista «Ebdomadario clinico», con il quale intrattenne rapporti di collaborazione e di amicizia. Esercitò come medico condotto di Gemona tra il 1873 e il 1878, quando venne nominato primario dell’ospedale civile di Udine, divenendone poi direttore nel 1886. Fervido sostenitore delle teorie darwiniane e ispirandosi nella pratica medica alla più rigorosa cultura positivistica e materialistica, si convinse di potere applicare la matematica alla diagnosi dei processi patologici. Portò particolare attenzione ai fenomeni di isteria collettiva («ben a diritto – scrisse – chiamate la malattia del secolo e per giunta l’infezione contagiosa di moda»), che indagò, anche in sede storica, ponendola in stretta correlazione con la coscienza sociale e la suggestione religiosa. ... leggi Una malattia del secolo che C. ritenne avesse assunto le più diverse forme, tra le quali quelle del tutto moderne della «nevrosi dell’officina» e della «réclame» (oggi diremmo del consumismo); quest’ultima, scrisse, «domina sovrana sopra tutti i campi della umana attività» offendendo «l’organismo psichico della società» e preparando quelle «tempeste dell’anima», che si traducono in vere epidemie sociali. Specializzatosi nello studio delle malattie nervose, condusse, insieme con il collega Fernando Franzolini, ricerche sul campo intorno alle nevrosi collettive, collaborando anche, nel 1879, insieme con Giuseppe Chiap e lo stesso Franzolini, all’esame diagnostico di due «indemoniate di Verzegnis». Acquistò ben presto un’ampia reputazione scientifica, tanto da essere più volte incaricato di perizie psichiatriche giudiziarie. Sperimentò, a suo dire con successo, la tecnica dell’ipnosi nella terapia della nevrosi negli stessi anni in cui, a Parigi, Charcot e, a Vienna, Breuer stavano conducendo analoghi esperimenti, dai quali lo stesso Freud prese poi le mosse per elaborare la teoria psicoanalitica. Eletto nel 1879 socio ordinario dell’Accademia di Udine, ne fu consigliere tra il 1896 e il 1905, e presidente nel triennio tra il 1890 e il 1893. Fu attivo nella massoneria friulana. Conferenziere brillante e molto apprezzato anche fuori dai confini regionali, fu pure pittore dilettante di un certo talento, tanto che nel 1875 venne chiamato a far parte, insieme con Domenico Fabris, Valentino Baldissera e Giacomo Brollo, di una commissione per il restauro del soffitto dipinto da Pomponio Amalteo per la chiesa di S. Giovanni di Gemona. Ritiratosi a San Giorgio di Nogaro, vi morì il 24 agosto 1913.
ChiudiBibliografia
F. CELOTTI, Strofe per oggetto di beneficenza in occasione della elezione politica, Gemona, Tessitori, 1876; ID., Contribuzione allo studio delle nevrosi riflesse, letta alla Società friulana di scienze mediche in Udine, estratto da «Giornale veneto di scienze mediche», [1876]; ID., Congestione cerebrale da nevroparalisi riflessa. Storia clinica letta alla Società friulana di scienze mediche, estratto dal «Giornale veneto di scienze mediche», s. III, 27 (luglio 1877); ID., Intorno ad un caso di atassia unilaterale. Studi ed osservazioni, Bologna, Fava e Garagnani, 1879; ID., La matematica nella medicina pratica, «AAU», s. II, 5 (1881), 79-112; F. FRANZOLINI - F. CELOTTI, Del sonnambulismo. Studio medico-forense, ibid., 249-288; F. CELOTTI - F. FRANZOLINI, Prolungato attacco di epilessia larvata sotto forma di lipemania attonita e mutismo, Milano, Rechiedei, 1881; IID., Sullo stato mentale dell’omicida Botti Antonio, Reggio nell’Emilia, Calderini, 1881; F. CELOTTI, Sulla possibilità della trasmissione del pensiero, estratto da «AAU», s. II, 8 (1890); ID., Nevrosi antica e nevrosi moderna, «AAU», s. II, 9 (1893), 299-338; ID., Parole dette nell’atto di abbandonare il seggio presidenziale dell’Accademia, ibid., s. III, 1 (1894), 3-6; ID., Discorsi tenuti nel trigesimo della morte di Umberto I e nel trentesimo anniversario di Roma libera, Udine, Tosolini e Jacob, 1900; ID., Relazione della visita praticata alle locande sanitarie durante la sessione primaverile 1907, Udine, Del Bianco, 1907.
V. BALDISSERA, Serie dei Medici e Chirurghi che hanno esercitato in Gemona dalle prime memorie fino ad oggi, Udine, Bardusco, 1889, 18 (nozze Milani-De Biasio); A. PICCO, Artisti e dilettanti di pittura, «La Patria del Friuli», 12 giugno 1894; V. BALDISSERA, Documento della confraternita di S. Michele, 1690, Gemona, Tessitori, 1896, 7-8, 10 (nozze Canciani-Celotti); L. FRACASSETTI - P. PENNATO, Fabio Celotti, «AAU», s. IV, 3 (1912-1913), 157-163; L. BORSATTI, Le indemoniate. Superstizione e scienza medica. Il caso di Verzegnis, Udine, Edizioni del confine, 2002, 103; PATAT, Oms, 53-54; A. CELOTTI, La massoneria in Friuli, Udine, Del Bianco, 20062, 146-147.
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