CERNAZAI GIUSEPPE CARLO

CERNAZAI GIUSEPPE CARLO (1773 - 1849)

naturalista, agronomo

Immagine del soggetto

Fogli di una busta dell'erbario Cernazai (Udine, Biblioteca del Seminario arcivescovile).

Nacque a Udine il 15 gennaio 1773. Nel 1798 sposò Orsola Cargnelli. Dal matrimonio, tra il 1802 e il 1818, nacquero sette figli, tra i quali il primogenito Francesco Maria, che sarebbe diventato canonico e che, con testamento olografo del 24 febbraio 1862, donò al Seminario arcivescovile di Udine la ricca collezione di «libri, minerali, quadri, statue, busti ed oggetti di antichità», appartenuti al padre e al fratello, il secondogenito Pietro. C. fu uno stimato agronomo ed un noto naturalista, certamente apprezzato se fu corrispondente del grande botanico bolognese Antonio Bertoloni, autore della Flora italica e che vantava l’appartenenza a ben sessantanove accademie. Achille Tellini lo definisce «Dotto nelle scienze naturali, fece raccolte copiose di minerali, di piante, specialmente cittogame, e di conchiglie terrestri che comunicò al Brumati per il suo catalogo. Giovò alle flore del Suffren e del Bertoloni; appose note ad un esemplare dell’erbario Suffren di cui approffittò il Pirona per il suo Syllabus». Per i suoi meriti fu affiliato a numerose accademie e società scientifiche, tra le quali l’Accademia dei naturalisti di Ginevra e l’Accademia aquileiese agraria. Il geografo Ricci Zannoni, per la compilazione della sua carta d’Italia, si rivolse spesso a C. per avere illuminati consigli. Come botanico era noto soprattutto per la conoscenza delle Crittogame, che aveva studiato con metodo e su ampia scala, comunicando regolarmente ai suoi corrispondenti i progressi degli studi e inviando materiale da erbario. Il suo erbario, certamente ricco se era conosciuto non solo tra gli specialisti veneti, faceva parte del lascito a favore del Seminario arcivescovile di Udine. ... leggi Tellini (1897) lo vide in condizioni precarie e si allarmò circa la sua conservazione: «Il suo erbario non è copioso, e in gran parte guasto, disordinatissimo e senza indicazioni di località, tuttavia meriterebbe di essere conservato a vantaggio degli studiosi. […] L’ho veduto alla sfuggita confuso in mezzo ad altre carte polverose; un giorno o l’altro andrà certamente perduto perché dai più si ignora di chi sia quell’erbario, quale la sua importanza e che, fra i pochissimi friulani che si sono occupati di botanica, il Cernazai è l’unico il quale in modo speciale si sia dato alla raccolta delle crittogame». Attualmente l’erbario è conservato presso la Biblioteca del Seminario di Udine in diciassette buste. I campioni essiccati sono accompagnati da dettagliate descrizioni scientifiche. C. riconosceva tuttavia allo studio delle specie vegetali una funzione sociale, tesa al miglioramento della produzione agricola e, indirettamente, alla crescita del benessere tra le popolazioni dedite all’agricoltura. Da imprenditore agricolo, supportò la attività pratica con lo studio delle scienze naturali, teso com’era a traguardi di giustizia sociale. Basti citare Istruzione sull’utilità delle patate, del 1803, oppure Istruzione per estrarre lo zucchero dagli aceri ossia oppi, apparso nel XXI volume del «Giornale dell’Italiana letteratura», o, ancora, il Saggio sopra due specie di terre coltivabili del dipartimento di Passeriano, la marna indurata e il quarzo arenaceo, pubblicato nel 1811 negli «Annali di Agricoltura del Regno d’Italia». Le sue doti organizzative trovarono applicazione anche nell’impegno civile, con la partecipazione alla costituzione del Governo centrale del Friuli (1797) e l’attribuzione dell’incarico di membro della Camera di commercio del Veneto in rappresentanza del dipartimento di Passariano. Con Francesco Marcolini, Giuseppe Presani, Francesco Dal Zan, fece parte della Commissione straordinaria di sanità, attivata il 22 settembre 1810. Udine venne ispezionata dalla Commissione tra il settembre e l’ottobre 1810 e, dopo ogni sopralluogo, veniva steso un verbale nel quale si elencavano latrine e fogne scoperte, ristagni d’acqua e fosse igieniche mal tenute. Erano indicati i nomi di tutti i rivenditori di frutta, dei macellai e dei maniscalchi. La Commissione prestava attenzione anche al disturbo che avrebbe potuto arrecare il suono delle campane: si indicavano le ore in cui suonavano le campane delle chiese di Udine e la durata dei rintocchi, auspicandone un uso più moderato: «Tanti segni moltiplicati all’infinito e lunghi eterni che disturbano del pari il sano e l’ammalato, il convalescente e la donna gravida, potrebbero certamente regolarsi meglio». Meno noto è il suo appassionato interesse per la coltura dei meli. Studioso della riproduzione delle specie da frutto, riuscì ad ottenere una varietà denominata “Friuli” o “Friulana”, che fece certificare dai grandi esperti inglesi di frutticoltura. La diffusione della varietà fu attuata, nella pianura friulana, con successo dalla Associazione agraria friulana, della quale C. era componente. La sua serietà di studioso trova riscontro nella rete di amicizie che coltivò, da Sebastiano De Apollonia ad Antonio Rosmini. Parallelamente andò costituendo una ricca biblioteca privata con testi di botanica, zoologia, mineralogia – le discipline che più lo affascinavano –, ma anche di medicina, chimica, matematica ed astronomia. Oltre ad appagare le sue curiosità scientifiche e a supportare l’attività di studioso, C. aveva anche uno spiccato interesse per edizioni rare e pregiate, talvolta illustrate e spesso acquarellate. Costituiscono oggi il nucleo librario portante del settore scientifico della Biblioteca del Seminario di Udine (Moro). C. morì a Udine il 6 gennaio 1849.

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Bibliografia

BSAU, Cernazai, Archivio, VI/4, Biblioteca e lasciti; ibid., Erbario.
TELLINI, Giulio Andrea Pirona, 71-72; A. LUCCA, Giuseppe Cernazai, economista friulano (1773-1849), t.l., Università degli studi di Trieste, a.a. 1970-1971; M. TOLLER, Pietro Cernazai dall’epistolario, «AAU», s. VIII, 1 (1973-1975), 183-251; G. GANZER, La collezione Cernazai di Udine (la scuola friulana), ibid., s. VIII, 7 (1984), 27-39; POLDINI, Itinerari, 21; Dopo Campo Formio, passim e in particolare F. TAMBURLINI, scheda, 225; C. MORO, Gli incunaboli delle biblioteche ecclesiastiche di Udine, Udine, Forum, 1998 (Libri e Biblioteche, 2), 10-19.

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