Nato a Pordenone nel 1849, studiò canto e violino nella città natale. Dopo aver ottenuto un grande successo nel 1874 al Dal Verme di Milano in Giroflé-Girofla di Alexandre-Charles Lecoq, iniziò a eseguire il repertorio operistico al Riccardi di Bergamo cantando don Bartolo nel Barbiere di Siviglia, l’opera che interpretò con maggior predilezione nel corso della propria carriera, e il ruolo del protagonista nel Pipelet o il portinaio di Parigi di Serafino Amedeo De Ferrari. Nel corso degli anni Settanta fu impegnato al Politeama Pacini di Catania e all’Arena Pelorio di Messina. La sua carriera conobbe l’apice negli anni Ottanta-Novanta, quando cantò anche Figaro al Costanzi di Roma sotto la direzione di Teofilo De Angelis, il 23 ottobre 1899, e partecipò alla prima esecuzione della Wally di Alfredo Catalani al Teatro alla Scala di Milano, il 20 gennaio 1892, sotto la direzione di Edoardo Mascheroni, interpretando il pedone di Schnals. Spesso si esibì col celebre soprano Luisa Tetrazzini, con cui ebbe una relazione ben presto divenuta al centro delle cronache. Non a caso, a proposito di un allestimento del Falstaff, il direttore Emilio Usiglio nel raccomandare la soprano a Giulio Ricordi precisava: «[…] non quella che fa tanto bene Desdemona [Eva Tetrazzini]: ma l’altra che, si dice, è scappata col basso Cesari in America». Sempre in quegli anni conobbe un discreto successo all’Hofoper di Vienna, al Teatro Municipale di Odessa, al Teatro Conservatorio di Pietroburgo, al Teatro Solis, al Nuovo Politeama di Montevideo e nei palcoscenici dei maggiori teatri italiani. Partecipò all’inaugurazione del Teatro Argentino di Buenos Aires il 19 novembre 1890 interpretando Jago nell’Otello, accanto alla soprano Elvira Colonnese e al tenore José Oxilia. Fu più volte anche al teatro Minerva di Udine, al teatro Verdi di Trieste, al Politeama Garibaldi di Treviso e al Teatro Sociale di Pordenone. ... leggi Tra i ruoli ch’egli interpretò nel corso della sua carriera, vanno ricordati, tra i tanti e oltre il già citato don Bartolo nel Barbiere di Siviglia, Dulcamara nell’Elisir d’amore, fra Melitone nella Forza del destino e Sulpice nella Fille du régiment. Nelle comparse al Teatro Sociale della sua città natale, dove più volte farà ritorno nel corso della carriera, fu sempre applaudito dai suoi concittadini che, al momento della morte avvenuta a Milano nel 1922, in un necrologio lo avrebbero ricordato bonariamente come un artista dal carattere «gioviale, semplice e però generoso fino a esser prodigo».
ChiudiBibliografia
F. ARMANI - G. BASCABÈ, La Scala. Breve biografia (1778-1950), Milano, Delfino, 1951; R. CELLETTI, Il buffo e la tradizione melodrammatica, «Musica d’oggi», II/2 (1959), 65; A. IESUÈ, Cesari, Roberto, in DBI, 24 (1980), 169-170; Dizionario della musica e dei musicisti, II, Torino, UTET, 1985, 181; J. BUDDEN, Le opere di Verdi, III, Torino, EDT, 1988; CH. NEILSON GATTEY, Luisa Tetrazzini the Florentine Nightingale, Portland, Amadeus Press, 1995; K.-J. KUTSCH - L. RIEMENS, Großes Sängerlexikon in 7 Bänden, II, München, G. Saur Verlag, 2004, 186; Una città, i suoi teatri. Licinio, Verdi, nuovo Verdi, a cura di F. BENVENUTO STRUMENDO, Pordenone, La Voce, 2005; S. RUTHERFORD, The prima donna and opera. 1815-1930, Cambridge, University Press, 2006.
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