Nacque a Vicenza nel 1443 dal conte Niccolò e da Caterina Loschi, figlia dell’umanista Antonio; fu tenuto a battesimo da Leonello d’Este. Studiò greco nella sua città natale ed ebbe per maestro Ognibene da Lonigo, allievo di Vittorino da Feltre. In seguito si trasferì all’Università di Padova per studiare giurisprudenza, laureandosi in decreti. Mentre era ancora studente compose un dialogo di gusto prettamente umanistico intitolato Dialogus Leonelli Chieregati, in quo et consolatio magnifici Francisci Didii et consultatio de mittendis orationibus quas traduxit continetur. Questa composizione ebbe un discreto successo in ambito veneto, tanto che nel 1524 l’umanista padovano Lucio Paolo Rosello se ne attribuì la paternità dedicandolo in un primo tempo al vescovo di Concordia Giovanni Argentino e in seguito al cardinale di Mantova Ercole Gonzaga. Al dialogo il C. aggiunse anche la traduzione delle due orazioni parenetiche di Isocrate, A Nicocle e Nicocle, dedicate al figlio di Leonello d’Este, Niccolò. Terminati gli studi, nel 1464 il C. ritornò a Vicenza, dove pronunciò una solenne orazione in occasione dell’ingresso in città del nuovo vescovo, Marco Barbo, e tre anni più tardi, quando questi fu eletto cardinale di S. Marco, lo seguì a Roma come suo camerlengo. L’8 gennaio 1472, il C. fu eletto vescovo di Arbe in Dalmazia e nel febbraio dello stesso anno partì per la Germania ancora al seguito del Barbo, con la missione di unire i principi tedeschi nella guerra contro i Turchi. Fece ritorno a Roma nell’aprile del 1473 e in questo periodo scrisse l’importante lettera al giurista Giorgio Guglielmi, preposito di S. Pietro a Basilea, contro il tentativo di Andrea Zamometíć di riunire un concilio nella città svizzera per riformare la Chiesa e opporsi agli abusi del papato; la lettera venne immediatamente pubblicata a Roma con il titolo di Epistola ad Georgium praepositum Basiliensem data (pubblicata dopo il 18 ottobre 1482). Il 19 gennaio 1484, il C. venne assegnato alla sede episcopale di Traù, sempre nella penisola dalmata, e qui si trasferì fino all’aprile del 1485, avendo modo di visitare per due volte il Friuli. ... leggi Ritornò a Roma nel settembre del 1486 dove rimase pochi mesi, perché già l’anno seguente venne inviato in Francia. Il 22 ottobre 1488 cambiò ancora una volta sede vescovile, passando da quella di Traù a quella di Concordia, rimasta vacante per la morte di Antonio Feletto. Il passaggio alla nuova diocesi non fu tuttavia immediato poiché il Senato veneto avrebbe voluto che in quella sede fosse eletto Nicolò Donato, vescovo di Limisso (Cipro). La situazione si risolse il 19 agosto 1489 quando, anche dietro pressioni del pontefice, la Serenissima dichiarò immessi nel possesso temporale delle loro sedi Francesco Marcello a Traù e il C. a Concordia. Nell’ottobre dello stesso anno il presule inviò a Portogruaro un suo familiare, Domenico dello Regno (Lotoringo), con il compito di compilare un dettagliato resoconto degli aspetti economici relativi alla diocesi. Dal 1487 il C. insieme con Antonio Flores canonico di Siviglia e Jean Oriol protonotario di Narbona era stato inviato da papa Innocenzo VIII presso la corte del re di Francia per cercare di ricomporre i difficili rapporti che si erano creati tra i due stati. La nunziatura durò quasi quattro anni e l’unico successo ottenuto fu la consegna del principe Gem, da tempo richiesta dal papa, mentre il progetto di un concordato con la politica francese fallì. In questo periodo il C. svolse anche un’intensa attività di mediazione nelle controversie tra la Francia e Massimiliano d’Asburgo da una parte e la Francia e l’Inghilterra dall’altra, contrasti incentrati sulla questione della successione al ducato di Borgogna e soprattutto su quella al ducato di Bretagna. Tra il marzo e l’aprile del 1490 C. su richiesta di Carlo VIII si recò in Inghilterra per trattare la pace tra la Francia e Enrico VII. In questa occasione davanti al re inglese pronunciò un discorso che venne in seguito pubblicato a Roma con il titolo Propositio coram Henrico VII facta. Durante il soggiorno francese il C. svolse un ruolo fondamentale sia nell’episodio dell’arresto di Pico della Mirandola e nel tentativo di impedire la diffusione delle sue opere in Francia, sia nella repressione dei valdesi della diocesi di Embrun, che in precedenza erano già stati duramente perseguitati dall’inquisitore Alberto Cattaneo. Tornato a Roma nel 1491, l’anno seguente fu chiamato a pronunciare a S. Pietro davanti al collegio cardinalizio l’orazione funebre per la morte di Innocenzo VIII (28 luglio 1492); l’Oratio in funere Innocentii VIII, fu pubblicata per la prima volta a Roma nel 1492 e in seguito più volte ristampata. Dopo l’elezione di Alessandro VI al soglio pontificio, il C. continuò a svolgere un ruolo di primo piano nelle situazioni più delicate che la curia romana dovette affrontare in quegli anni, prima fra tutte i difficili rapporti tra il papa e Carlo VIII in seguito alla discesa in Italia del re francese. Il 12 aprile 1495 il vescovo di Concordia, pronunciò un’orazione per la formazione della lega antifrancese intitolata Sermo in publicatione confoederationis inter Alexandrum VI et Romanorum et Hispaniae reges, Venetorumque ac Mediolanensium duces edita nel 1495; successivamente, dopo la battaglia di Fornovo (6 luglio 1495) e il conseguente ritiro delle truppe francesi, il pontefice lo inviò presso la corte di Massimiliano d’Asburgo per chiedere il sostegno dell’imperatore contro il pericolo di un nuovo attacco francese. Il 10 gennaio 1496, il C. pronunciava ad Augusta un discorso intitolato Propositio coram Maximiliano I (pubblicato a Augsburg nello stesso anno) che venne riportato integralmente da Sanudo nei suoi Diarii. La nunziatura presso Massimiliano d’Asburgo proseguì fino al 15 settembre 1499, quando, anche in seguito alla morte di Carlo VIII (7 aprile 1498), la politica della Santa Sede mutò indirizzo; dopo la lunga permanenza alla corte imperiale, il C. si stabilì nella diocesi di Concordia, che aveva la sua residenza ordinaria a Portogruaro. Il 15 aprile 1500 proprio da questa città concesse alcune indulgenze in favore della confraternita della Madonna nella sua chiesa di Pordenone, mentre nel gennaio del 1501 ricevette la regina d’Ungheria e successivamente il vescovo di Ferrara. Stabilì che il 13 agosto si celebrasse a Concordia “cum duplici officio” la festa di santa Concordia martire e nel febbraio del 1505 tenne il sinodo diocesano nella cattedrale concordiese. Morì a Concordia il 19 agosto 1506 dopo una lunga malattia. Tra le sue amicizie si ricorda quella con l’umanista pordenonese Pietro Capretto.
ChiudiBibliografia
Il Dialogus […], in quo et consolatio magnifici Francisci Didii, et consultatio de mittendis orationibus quas traduxit continetur è conservato in due codici: ms Biblioteca municipale di Reggio Emilia, Turri, F 73 e ms Biblioteca civica di Bergamo, Σ II 59, seguito dalla traduzione delle due orazioni parenetiche di Isocrate, A Nicocle e Nicocle.
L. CHIERICATI, Epistola ad Georgium praepositum Basiliensem data, Bartholomaeus Guldinbeck, [dopo il 18 ottobre 1482]; ID, Propositio coram Henrico VII facta, Roma, Silber, [dopo il 29 marzo 1490]; ID, Oratio in funere Innocentii VIII, Roma, Plannk e Silber, 1492; ID, Sermo in publicatione confoederationis inter Alexandrum VI et Romanorum et Hispaniae reges, Venetorumque ac Mediolanensium duces, Roma, Plannck e Besicken, 1495; ID, Propositio coram Maximiliano I, Ausburg, Schönsperger, 1496.
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