CLUZEAU (DI) PIETRO DA MONTCUQ

CLUZEAU (DI) PIETRO DA MONTCUQ (? - 1360)

domenicano, vescovo di Concordia

Originario della diocesi di Cahors, il frate predicatore P. di C. risulta al seguito del patriarca Bertrando nei suoi ultimi anni di vita. Nominato vescovo di Chioggia (1346) e successivamente trasferito a Melfi (1347), non sembra aver mai preso possesso di tali sedi. Nell’aprile del 1348 partecipa a Udine alla consacrazione del vescovo di Concordia Costantino Savorgnan. Resasi vacante la cattedra di S. Stefano per la morte improvvisa del presule, P., probabilmente su segnalazione del patriarca Bertrando, è chiamato dal pontefice a succedergli. Pur trovandosi in Friuli, tarda a prendere possesso della nuova sede. I primi anni di governo di P. sono segnati da numerose difficoltà legate alla non felice situazione economica dell’episcopato ma anche a fattori contingenti, come la peste e una grave carestia. Per far fronte alle proprie necessità e a quelle della sua Chiesa il presule è quindi costretto a prendere dei provvedimenti, come l’incorporazione della pieve di S. Giovanni di Casarsa alla mensa vescovile o la richiesta di un forte prestito alla comunità di Portogruaro, con la quale si scontra per un pedaggio imposto ai pellegrini diretti a Roma per il giubileo. Nel maggio del 1350 è incaricato, insieme ad altri prelati, dal cardinal legato Guido di Montfort di sciogliere le alleanze che erano state strette in Friuli contro Bertrando di Saint-Geniès. Il 6 giugno il patriarca è però ucciso in un’imboscata. Dopo la morte del presule, P. è chiamato a far parte di una commissione incaricata di valutare la veridicità di alcuni miracoli avvenuti sulla sua tomba a Udine. Nel maggio dell’anno successivo P. è nuovamente nel capoluogo friulano per rendere omaggio al nuovo patriarca Nicolò di Lussemburgo. Tornato a Portogruaro, indice un sinodo diocesano, di cui però non si conoscono i contenuti. ... leggi Nell’agosto del 1351, forse su interessamento del patriarca Nicolò, che già si era prodigato per il recupero del castello di Cusano, P. ottiene dall’imperatore Carlo IV la conferma di un privilegio, concesso alla chiesa di Concordia dall’imperatore Ottone III nel 996. Verso la fine dell’anno il presule concordiese dà il suo assenso alla proposta del metropolita di spostare la sede patriarcale a Udine. Negli anni successivi P. risulta impegnato nel recupero di alcuni beni feudali dell’episcopato e in particolar modo dei castelli di Cusano e Mocumbergo. Alla morte di Nicolò di Lussemburgo, P. è chiamato, insieme agli abati di Sesto e di Rosazzo e alla comunità di Portogruaro, a sostenere l’opera del nunzio papale, Gerardo, abate di S. Giorgio di Venezia, che cerca di evitare lo scontro armato tra i conti di Gorizia e il patriarcato. Difficile è valutare gli ultimi anni di governo del vescovo P. e il suo rapporto con Ludovico della Torre: se da un lato egli sembra accentuare il proprio impegno nel governo ecclesiastico della chiesa concordiese, dall’altro si avvicina politicamente a Rodolfo IV d’Asburgo, avversario del patriarcato, divenendone consigliere e ponendosi sotto la sua protezione. Muore il 25 ottobre  1360.

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Bibliografia

ADP, Curia Vescovile, pergamene sciolte; ADP, Capitolo della Cattedrale, Codice Bianco; ASP, Notai, Antonio da Pordenone, 642; ASTv, Archivio Notarile, Prima Serie, Pietro Brunelleschi, 11, II; ASU, NA, Gubertino da Novate, 5119.

EUBEL, Hierarchia; DEGANI, La diocesi di Concordia; P. PASCHINI, Spigolature concordiesi. Messa novella del sacerdote Pietro Garlato, Udine, 1951; PASCHINI, Storia; GIANNI, Vescovi e capitolo.

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