Nacque intorno al 1530 nel castello di Sant’Angelo (ora San Daniele del Carso/Štanjel, in Slovenia), figlio di Cristoforo Cobenzl e di Anna von Luegg, ultima rappresentante di un antico casato tirolese-goriziano, che lasciò in eredità ai Cobenzl il maniero di Predjama. Nel 1548 si immatricolò all’Università di Vienna; nel 1553, dopo aver preso gli ordini minori, fu ammesso a Roma nel Collegium Germanicum, appena istituito, da cui però venne allontanato nel giugno 1554, per la cattiva opinione che Ignazio di Loyola si era fatto di lui. Nel 1558 entrò nella cancelleria imperiale, come segretario per le lettere latine; dall’anno seguente fu messo a capo della cancelleria austriaca. Alla morte di Ferdinando I (1564) passò al servizio del figlio minore dell’imperatore, l’arciduca Carlo. Gran parte della sua carriera politica si svolse alla corte di Graz: consigliere aulico dal 1569, dal 1576 al 1591 presiedette la Camera arciducale; fu anche capitano della Carniola e di Gradisca. Membro degli Stati Provinciali goriziani, nel 1564 venne creato barone di Prosecco, sul Carso triestino; nel 1572 l’arciduca Carlo gli conferì le giurisdizioni di Mossa, Capriva e Russiz. Nel 1566 C. aveva vestito l’abito dei cavalieri teutonici; nell’ordine ricoprì cariche importanti: priore di Precenicco; commendatore di Lubiana, di Graz e di Vienna; amministratore di Millstatt. Era considerato un eccellente diplomatico, con particolare competenza nelle questioni polacche e russe; come tale fu utilizzato dagli imperatori Massimiliano II e Rodolfo II per complesse missioni in Moscovia, alla corte di Ivan il Terribile, e in Polonia (1575-76); poi di nuovo in Polonia (1586-88). Nel 1592 venne inviato come ambasciatore straordinario a Roma e nelle corti italiane, per chiedere finanziamenti per la guerra che Rodolfo II aveva iniziato contro i Turchi. ... leggi Buon cattolico, nelle sue cariche il C. tentò sempre di contrastare le rivendicazioni della nobiltà luterana dei domini asburgici; dal 1592 al 1594, in assenza del nunzio, divenne il fiduciario della Segreteria di Stato pontificia a Graz. A Gorizia fu spesso commissario arciducale alla Dieta provinciale; nel 1582-83 presiedette la delegazione asburgica che doveva trattare con Venezia la sistemazione dei confini. Nel 1593 si oppose duramente alla costruzione della fortezza di Palmanova, dimostrando che non era di nessuna utilità per la difesa contro i Turchi, ma solo una minaccia per i confinanti territori asburgici. Costruì a Gorizia un bel palazzo in stile italiano (l’attuale residenza arcivescovile) e restaurò a fondo l’antico castello di Predjama. C. ha lasciato un numero imponente di lettere e relazioni, in italiano, tedesco e latino, rimaste quasi tutte inedite. Particolare fortuna ebbe la relazione italiana sulla legazione in Moscovia del 1575, che circolò anonima in forma manoscritta; nel 1589 venne pubblicata a Parigi sotto il finto nome di Filippo Prenestain, come parte del Tesoro politico, una raccolta semi-clandestina di documenti diplomatici e trattati internazionali: in questa veste fu ripetutamente ristampata e tradotta in varie lingue fino al Seicento inoltrato. C. morì a Ratisbona il 14 agosto 1594, mentre partecipava alla dieta imperiale. Fu sepolto nella chiesa dell’ordine teutonico della città, in un imponente monumento funebre.
ChiudiBibliografia
MORELLI, Istoria, III, 274-283 e indice; H. UEBERSBERGER, Österreich und Russland seit dem Ende des 15. Jahrhunderts, I, Wien und Leipzig, W. Braumüller, 1906, 439-464; B. MITCHELL - R. ZGUTA, The Sixteenth-Century “Account of Muscovy” attributed to Don Felippo Prenestein, «Russian History/Histoire Russe», 8 (1981), 390-412; H. NOFLATSCHER, Glaube, Reich und Dynastie. Maximilian der Deutschmeister (1558-1618), Marburg, Elwert, 1987, indice (Kobenzl); M. G.B. ALTAN, Precenicco: i cavalieri teutonici, le sue vicende e la sua comunità, Udine, Ribis, 19922, 65-71, 90-95; Grazer Nuntiatur, III, Nuntiatur des Girolamo Portia und Korrespondenz des Hans Kobenzl, 1592-1595, bearb. von J. RAINER, unter Mitarbeit von H. NOFLATSCHER und Ch. RAINER, Wien, Österreichische Akademie der Wisseschaften, 2001, indice (Kobenzl); Divus Maximilianus, 237-239 e indice.
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