COLUMBA VIRGO SACRATA DEI (Corpus inscriptionum Latinarum, V, 1822), considerata santa ed ancora venerata, morì all’età di circa novant’anni e fu sepolta ad Osoppo il 6 agosto del 524, mentre correva la seconda indizione sotto il consolato di Opilione. Così recita l’epitaffio riportato dalla lastra tombale tuttora conservata ad Osoppo, nella chiesa di S. Maria ad Nives, dove si trova anche una capsella dorata contenente una reliquia della santa. Un’antica tradizione popolare, legata al suo culto, ricorda che la giovane vergine, consacrata a Dio, sarebbe fuggita da Aquileia, invasa dai barbari, per poi giungere ad Osoppo dove si rifugiò in un angusto anfratto nella roccia, chiuso da un muro. La grotta di S. Colomba si può ancor oggi vedere e si trova sul versante orientale del Monte della Fortezza, presso la punta meridionale, poco distante dal luogo ove sorgeva la chiesa a lei dedicata. A di là degli aspetti leggendari, si può senza dubbio sostenere che C., fervente cristiana, visse probabilmente ad Osoppo tra il V secolo e l’inizio del successivo, nell’ambito di un insediamento castrense che proprio in quel periodo vide la nascita di una chiesa battesimale dedicata a san Pietro. Nessun elemento indica invece sinora la presenza di un antico culto per la vergine sviluppatosi in seguito alla sua deposizione. La sua venerazione come santa nacque probabilmente da una tradiva interpretazione dell’indicazione VIRGO SACRATA DEI scolpita nella lastra funebre la quale permette invece semplicemente di inserire C. nella schiera di quelle vergini che consacravano la loro vita al Signore, secondo una prassi ben attestata in età paleocristiana ed ancora nell’altomedioevo, come testimonia il loro ricordo negli atti del concilio di Cividale del 796. Si tratta presumibilmente di laiche particolarmente devote che non possono però essere considerate né monache né tantomeno sante. ... leggi Tuttavia, C. venne invece venerata come santa per lo meno a partire dall’età bassomedievale tanto che nel XIII secolo si ha prova dell’esistenza di una chiesa a lei dedicata: in un testamento del 1262 un certo Artico, detto Baruffaldino, da Gemona lasciò infatti 5 soldi di olio per l’illuminazione della chiesa di S. Colomba posta sul Monte di Osoppo. Nel 1381 la chiesa venne nuovamente consacrata dal vicario generale della Chiesa di Aquileia, forse in occasione di una ricostruzione. Nessun elemento si conosce circa il momento di origine di questo edificio. La presenza della chiesa nel settore meridionale del Monte della Fortezza di Osoppo, all’interno del cortile centrale del Castel Novo, costruito da Girolamo Savorgnan nel XVI secolo, è invece testimoniata da una mappa topografica elaborata dai soldati francesi, tra la fine del XVII e l’inizio del XIX secolo, prima che la demolizione dell’edificio, avvenuta nel 1806 in relazione ai lavori di risistemazione voluti da Napoleone, ne cancellasse ogni traccia. Fu all’interno di questa chiesa che mons. Fontanini, nel 1797, individuò la lastra tombale posta nel pavimento «poco lungi dalla muraglia e vicino all’altar maggiore a man destra in faccia al corno dell’epistola». La lastra pare fosse posta a copertura di un sepolcro, probabilmente ricavato nella roccia, che aveva dimensioni compatibili per una tomba e risultava orientato canonicamente, all’interno del quale non venne però rinvenuto nulla. Rimane dunque il dubbio se la lastra funeraria sia da collegare al luogo originario ove venne deposta la Vergine e fu il motivo della nascita precoce di un luogo di devozione presso la sua tomba. L’ipotesi più probabile sembra comunque quella che la venerazione per la santa sia nata solo più tardi, probabilmente in seguito alla riscoperta dell’epigrafe funeraria, e che l’edificazione della chiesa a lei dedicata possa essere avvenuta in quell’area non necessariamente perché luogo originario della sepoltura. Il fatto che la chiesa divenne praticamente la cappella castrense dei Savorgnan, che mostrarono un particolare devozione per la santa, può forse suggerire un rapporto tra la presenza della chiesa a lei dedicata e lo sviluppo dell’insediamento signorile sulla parte meridionale del Monte di Osoppo.
ChiudiBibliografia
Concilia aevi Karolini, MGH, II, 1 (Canoni), cap. XI, ed. A. WERMINGHOFF, Hannover, 1908 (MGH, Legum sectio III, Concilia), 53-55; G. FONTANINI, Di Santa Colomba vergine sacra della città di Aquileia. Commentario, Roma, Rocco Bernabò, 1726; G. VALE, Santa Colomba e la Pieve di Osoppo. Memorie storiche, Udine, AGF, 1927; L. VILLA, Osoppo. Storia, arte, archeologia, Fagagna, Comune di Osoppo, 1995; ID., Aspetti e tendenze della prima diffusione del Cristianesimo nel territorio aquileiese alla luce dei dati archeologici, in Aquileia romana e cristiana fra II e V secolo, Trieste, Editreg, 2000 (Antichità altoadriatiche, 47), 391-437.
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