Nacque a Rovereto (Trento) il 9 marzo 1902 da Luigi e Giuditta Paulini. I genitori, goriziani d’origine, si erano trasferiti a Rovereto, dove Luigi insegnava disegno a mano libera alla Scuola reale Elisabettina. Nel 1913 la famiglia rientrò a Gorizia per assistere il padre di Giuditta, novantenne, rimasto solo. Qui C. frequentò la seconda e terza ginnasio, ma nel 1915, allo scoppio della prima guerra mondiale, fu costretto a interrompere gli studi e a trasferirsi con la famiglia a Vienna. Alla fine del 1918, terminata la guerra, rientrò a Gorizia, passata all’Italia, dove terminò gli studi liceali. Si iscrisse alla Scuola superiore di agraria di Portici (Napoli), quindi si trasferì a Milano dove si laureò in scienze agrarie il 26 luglio del 1924. Subito dopo la laurea, un suo professore, Vittorio Volpi, gli propose un posto come assistente alla Stazione chimico-agraria di Udine, ma dopo pochi mesi dovette lasciare il lavoro per compiere il servizio militare. Frequentò la Scuola allievi ufficiali di Pola e prestò servizio a Udine. Terminato il servizio militare, riprese la sua attività alla Stazione chimico-agraria udinese e nel novembre del 1925 fu nominato sperimentatore di ruolo. Nel marzo del 1939 ottenne la libera docenza in geologia applicata all’Università di Bologna. Nel marzo del 1941 fu richiamato alle armi con il grado di tenente. Promosso al grado di capitano, partecipò alle campagne di Albania e di Grecia. Il 10 settembre del 1943, pochi giorni dopo l’armistizio, fu fatto prigioniero dai tedeschi a Valona ma riuscì a scappare, grazie all’aiuto della Resistenza albanese, rifugiandosi in Montenegro. Rientrò in Italia nel 1944, profondamente segnato dalle esperienze della guerra, che aveva raccolto in un diario che pubblicò nel 1979 con il titolo: Gli evasi di Mavrova (Albania). Ripreso il lavoro dopo la guerra, nel 1948 fu nominato direttore dell’Istituto chimico-agrario sperimentale di Gorizia e, nel 1956, direttore della Stazione chimico-agraria di Udine. ... leggi Nel 1968 gli venne proposta la direzione dell’Istituto sperimentale per lo studio e la difesa del suolo di Firenze, ma non accettò l’incarico avendo chiesto di essere collocato a riposo per motivi di salute. Morì a Udine il 1° agosto del 1988. Negli oltre quaranta anni di attività scientifica, tra il 1923 e il 1968, C. produsse oltre centottanta pubblicazioni scientifiche, la maggior parte delle quali dedicata alla geologia agraria e alla pedologia del Friuli. I suoi lavori Elementi di pedologia climatica (Udine, 1937) e Il terreno agrario (Udine, 1940) sono considerati i primi trattati italiani di pedologia moderna. L’attività di C., rivolta principalmente alla pianura friulana, completò, da un lato, le conoscenze geologiche sulla regione e rappresentò, dall’altro, un valido supporto all’agricoltura in Friuli che, all’epoca, costituiva un pilastro dell’economia regionale. Mentre le aree alpina e prealpina erano state studiate dal punto di vista geologico fin dalla metà dell’Ottocento e le linee principali della geologia alpina erano state tracciate, negli anni Trenta del Novecento la pianura friulana, anche a causa delle differenti caratteristiche che necessitano di un diverso approccio scientifico, non era ancora stata indagata. I primi studi scientifici moderni sulla pianura furono compiuti a partire dal 1925 da Egidio Feruglio, che ne interpretò correttamente la genesi stabilendo i rapporti tra l’alta e la bassa pianura friulana. C. intuì l’origine tettonica di alcuni terrazzamenti alluvionali presenti nell’area e i suoi studi culminarono con la pubblicazione dei fogli Palmanova e Pordenone della Carta geologica d’Italia. L’interesse di C., però, era rivolto principalmente alle applicazioni della geologia all’agricoltura e alla pedologia. Introducendo il concetto che la formazione del suolo non è legata esclusivamente al substrato litologico ma all’interazione tra il clima e le rocce costituenti il basamento, e che gli esseri viventi, animali e vegetali, contribuiscono ulteriormente a diversificare i terreni, studiò in dettaglio la composizione e le caratteristiche dei suoli della regione, con speciale riguardo per l’alta e la bassa pianura friulana e per il Carso. Pubblicò, tra gli altri lavori, la Carta dei terreni agrari della provincia di Udine (Udine, 1938), la Carta dei terreni agrari della provincia di Gorizia (Gorizia, 1940), La bassa pianura del Friuli occidentale fra Tagliamento e Livenza (Udine, 1950) e l’imponente Monografia sui terreni della Pianura Friulana (Udine, 1954-1957), che costituiscono i primi lavori di pedologia moderna sulla regione, riferimento fondamentale per i successivi studi di pedologia e geologia agraria in Friuli. Dopo il 1968, ritiratosi dall’attività di ricerca, si dedicò allo studio dell’opera di suo padre come artista e come maestro di disegno, al cui insegnamento si erano formati alcuni tra i maggiori pittori trentini dell’epoca. Pubblicò Artisti trentini in erba a Rovereto (Udine, 1974) e Luigi Comel pittore goriziano, cenni biografici (Udine, 1976). Nel 1974 donò la collezione di disegni e acquarelli di allievi del padre, che Luigi aveva conservato come ricordo, all’Accademia rovetana degli agiati. Nel 2003, con il lascito di un discreto patrimonio, dopo la morte della sorella Fiorina, all’Accademia di Rovereto venne istituita la Fondazione Alvise Comel con lo scopo, come stabilisce il suo statuto, «di promuovere studi, ricerche ed altre iniziative nel campo scientifico ed in particolare in quello delle scienze naturali e dell’ambiente nel ricordo di Alvise Comel, socio benemerito dell’Accademia».
ChiudiBibliografia
A. COMEL, La pedogenesi nella Venezia Giulia, «Bollettino della Società adriatica di scienze naturali di Trieste», 34 (1935), 5-91; ID., Carta dei terreni agrari della provincia di Udine, Udine, Del Bianco, 1938; ID., Carta dei terreni agrari della provincia di Gorizia con note illustrative, Gorizia, Tip. Sociale, 1940; ID., Monografia sui terreni della pianura friulana, «Nuovi annali dell’Istituto chimico-agrario sperimentale di Gorizia», 5, 6, 7, 8 (1954-1957).
EMFVG, Aggiornamenti, 1, 1984, 39 e 226-228; M. VISINTINI ROMANIN, Accademici ricercatori degli Istituti Chimico-Agrari della Regione Friuli-Venezia Giulia, «AAU», 86 (1993), 107-127; G. ZANDONATI, Alvise Comel: una vita dedicata allo studio e alla ricerca, un legame indissolubile con l’Accademia Rovetana degli Agiati, «Atti dell’Accademia rovetana degli agiati», s. VIII, 5 B (2005), 5-31.
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