Nacque a Udine il primo settembre 1793 da Francesco Antonio, nativo di Torlano di Nimis (Udine), un meccanico dotato di una cultura non comune nelle scienze fisico-matematiche. Dopo una iniziale educazione in famiglia, proseguì gli studi nel ginnasio cittadino e in seguito i corsi di filosofia e fisica del liceo. Determinato a divenire farmacista, sin da ragazzo iniziò a raccogliere piante utilizzate per scopi terapeutici e casualmente venne in possesso del Systema naturae di Linneo. Si iscrisse all’Archiginnasio di Padova per i corsi di storia naturale e di chimica, diplomandosi nel 1815. Tornato in Friuli si dedicò soprattutto a studi di chimica. Avviata la professione di farmacista, iniziò a raccogliere piante nel 1818. Achille Tellini lo descrisse con efficace sintesi: «Con raro acume fece osservazioni e rilevò caratteri differenziali tra forme affini che erano sfuggiti ai botanici di professione. Comunicò specie rare al bolognese Bertoloni ed a Trevisan. Il suo erbario, che tuttora si conserva a Udine presso la famiglia, giovò assai al Pirona per il suo Syllabus, però non vi ho riscontrato l’indicazione delle località in cui furono rinvenuti gli esemplari. La professione di farmacista, cui attese con zelo, non gli permise di pubblicare che tre operette». Si tratta di un saggio sull’analisi dell’acqua minerale di Cormons (1829); della critica per l’eccessiva frammentazione sistematica attuata dal collega farmacista, triestino e appassionato botanico, Bartolomeo Biasoletto nello studio su alghe microscopiche (1833), ritenendo che la sovrabbondanza di generi e specie in cui Biasoletto classificava le alghe studiate dipendesse dalla scelta di caratteri morfologici poco precisi; infine, del saggio Intorno alle alghe di acqua dolce ed alle produzioni animali che si credevano alghe, nel quale C. sosteneva che alcune alghe (Oscillarie), per i loro movimenti, dovevano essere ritenute animali. ... leggi Pirona sottolinea la critica che C. sollevava nei confronti degli “speciomani”, tesi a frammentare le specie in un numero sconsiderato, anche quando le specie nuove non risultavano altro che varietà. Nel luglio del 1828 fu eletto socio ordinario dell’Accademia di Udine e nel 1836 fu nominato socio corrispondente dell’Ateneo di Venezia. Il C. è noto soprattutto per i rapporti avuti con Iacopo Pirona e poi con il nipote di questi, Giulio Andrea, con i quali intrattenne una interessante collaborazione. In una lettera dell’abate friulano (29 luglio 1851) a Leonardo Brumati, così si esprimeva sullo stato degli studi naturalistici in Friuli: «[…] Tolta lei ed il valente botanico Comelli amico nostro comune, chi resta?? Ho un po’ di speranza per mio nipote [Giulio Andrea] e basta…». Già intuiva che Giulio Andrea, allievo, e poi amico di C., avrebbe potuto coglierne l’eredità. Sarebbe stato proprio Giulio Andrea Pirona a comunicare all’abate Brumati in una lettera le cattive condizioni di salute del farmacista udinese, colpito da «broncopneumonite tubercolosa», in una lettera (14 novembre 1852) e la sua morte (lettera del 25 novembre 1852), avvenuta a Udine due giorni prima, il 23 novembre 1852. Nella lettura commemorativa fatta il 2 gennaio seguente all’Accademia di Udine, il Pirona sottolineava la formazione strettamente linneana di C., fondata sulla disciplina della rigorosa osservazione. La sua opera attenta e meticolosa avrebbe dovuto emergere in un’opera impegnativa che rimase interrotta: lo Specimen Florae Forojuliensis. Il medico naturalista si impegnò a valorizzare l’opera dell’amico e maestro, ampliando le osservazioni e i suggerimenti per completare il suo progetto ambizioso, ma di grande valore per il progresso della conoscenza naturalistica della Patria. Tale impegno, due anni dopo, si concretizzò nella Florae Forojuliensis Syllabus, primo trattato sistematico della flora friulana, dove si elencavano ben 2046 specie. Il giovane Pirona aveva trovato in Leonardo Brumati e in C. due studiosi generosi di consigli e sempre disposti a fornire materiali di studio. Il naturalista friulano ricordò il maestro udinese nel Syllabus, rievocandone la passione e l’opera, un esempio illuminante per tutti i giovani che si fossero cimentati nella gratificante scoperta della natura friulana. Il nome di C. ritorna spesso nello studio floristico, a dimostrazione che C. aveva svolto un intenso lavoro di catalogazione e classificazione delle specie della flora friulana.
ChiudiBibliografia
Mss BCU, Principale, 1504, lettere di G. A. Pirona.
F. COMELLI, Lettera sull’analisi dell’acqua minerale di Cormons fatta da O. Taglialegni, Milano, Bibliografica Italiana, 1829; ID., Intorno alle alghe microspcopiche del dott. B. Biasoletto, Udine, Vendrame, 1833; ID., Intorno alle alghe di acqua dolce ed alle produzioni animali che si credevano alghe, Udine, Vendrame, 1835.
G.A. PIRONA, Della vita e degli studi di Francesco Comelli udinese, Udine, Vendrame, 1853, 3-14; TELLINI, Giulio Andrea Pirona, 72-73; F. MICELLI, Dalla storia naturale alla geografia del risorgimento. Riflessioni sull’attività scientifica di Giulio Andrea Pirona, in Giulio Andrea Pirona, 11-23; F. TAMBURLINI, «In ogni tempo ed in ogni luogo i veri sapienti sono stati sempre seccati da quelli che avevano volontà di imparare»: La figura di Giulio Andrea Pirona dagli epistolari della Biblioteca Comunale, ibid., 59-74.
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