In base alla documentazione disponibile, nel 1145 ha termine la fase che si può considerare sperimentale della “cancelleria” patriarcale. Da questo momento sin quasi alla fine del secolo XII, fu una persona per volta a redigere i documenti dei patriarchi in maniera assolutamente preponderante e a dar forma così alla documentazione stessa. C. è la prima persona di questa serie, documentata tramite quattro documenti patriarcali da lui redatti, dal 1145 al 1154, datati ad Aquileia, Tolmino, Salisburgo e San Foca. Egli si definisce inizialmente “scriptor” del patriarca, poi suo notaio, infine suo cappellano. Che i destinatari dei diplomi da lui sottoscritti si trovino tutti insediati “a parte imperii”, potrebbe essere un fatto casuale. I suoi diplomi si caratterizzano per un particolare stile e per particolari connotazioni grafiche, segnatamente un tipico “signum recognitionis”. È molto probabile che C. sia da identificare con l’omonimo vescovo di Concordia che appare sette volte, sempre come testimone in documenti patriarcali o nella presenza del patriarca, la prima nel 1158 o poco dopo, e poi dal 1163 fino al 1169, di solito in Aquileia, ma anche nella parte orientale della Carniola. C. sarebbe stato nominato vescovo non prima del 1158 – ultima menzione sicuramente datata del predecessore Gervico – e sarebbe morto, al più tardi, nel 1173 (prima menzione del successore Gherardo). Come vescovo di Concordia C. sarebbe da collocare in mezzo ad una piccola serie di “cancellieri” patriarcali poi divenuti vescovi di Concordia.
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