Nato a Venezia il 12 marzo 1698, fu battezzato cinque giorni più tardi nella parrocchiale di S. Antonino, sestiere di Castello. Il padre Gioachino, detto Giacomo, gestiva una spezieria. I coniugi Gioachino Cordans e Lucia Vecchia avevano altri quattro figli: Giovanni Battista, Anna Maria, Pasqua e don Costantino, morto nel 1736, per il quale B. compose un brano funebre. Rimane da verificare il grado di parentela con il francescano minore osservante e musicista Giuseppe Maria Cordans (1694-1766), del quale si conoscono alcuni libri corali e il trattato manoscritto Regole per apprendere il canto fermo. Dopo la morte del padre, B. venne avviato alla vita ecclesiastica: nel 1714 entrò nel convento di S. Maria delle Grazie nella lontana isola greca di Zante, all’epoca terra di dominio veneto. Nel convento, officiato dai frati minori osservanti, Bartolomeo assunse il nome di fra Gioachino da Venezia. Dieci anni dopo maturò la scelta di abbandonare l’ordine francescano: il percorso obbligato era quello di promuovere presso la Nunziatura Apostolica un processo ecclesiastico, cercando di dimostrare che la scelta d’entrare in convento non era scaturita da vera vocazione, ma era stata imposta con forza da un parente. Per diventare prete secolare era poi necessario anche avere un congruo patrimonio, per potersi assicurare i mezzi di sostentamento. L’aiuto venne da don Angelo Benolli, parroco in S. Giacomo di Rialto a Venezia; questa chiesa era rimasta senza organista ed il parroco, conoscendo le capacità musicali del C., gli assegnò alcune mansionerie con l’obbligo di suonare l’organo ed insegnare musica ai chierici. La più antica composizione del C. risale proprio al 1724: si tratta di un Domine ad adiuvandum a quattro voci con orchestra, eseguito probabilmente nella chiesa veneziana di S. Giacomo. ... leggi B. era già in possesso delle regole fondamentali per comporre e la sua formazione musicale era iniziata quando ancora egli si trovava in convento. Tra il 1728 e il 1731 si dedicò alla composizione di melodrammi, andati in scena nei teatri veneziani di S. Cassiano, S. Angelo e S. Moisè; delle sue cinque opere oggi rimangono solamente i libretti ed un unico frammento musicale, un duetto della Romilda, conservato alla biblioteca del Conservatorio nazionale di Parigi. Scarse sono le notizie biografiche su questo periodo della sua vita: i documenti ricordano che intorno al 1729 era titolare della mansioneria Cossali presso l’ospedale veneziano dei Mendicanti, con una rendita annua di 80 ducati. Dal 23 marzo al 23 agosto 1733 era maestro supplente all’ospedale dei Derelitti, dove – oltre a suonare l’organo e a dirigere il coro – compose sette mottetti, due Salve regina, un salmo e una messa funebre. La nomina a maestro di cappella nel duomo di Udine, avvenuta nel giugno 1735, gli consentì finalmente di ottenere l’ambito impiego stabile; abbandonò definitivamente il genere melodrammatico e si dedicò interamente alla produzione sacra. Insegnò musica nella Casa delle Zitelle, nell’ospedale e nel seminario udinese, il cui archivio musicale conserva alcuni suoi brani autografi. La sua prima abitazione a Udine era situata in borgo Poscolle, in un edificio di proprietà del Monte di pietà; trascorsi i cinque anni previsti nel contratto d’affitto, si trasferì in calle dei Brenari, sotto la parrocchia di S. Giorgio Maggiore. La sua sepoltura si trovava nella chiesa di S. Francesco della Vigna, chiusa a seguito delle soppressioni napoleoniche. La scrittura musicale del C. dimostra estrema abilità tecnica e grande padronanza del contrappunto; nel genere concertato, in particolare, ottenne buoni risultati, affidando ai soli vocali e strumentali interessanti pagine virtuosistiche. Per le celebrazioni più solenni scrisse per ampi organici, servendosi di un’orchestra arricchita da oboi, flauti, trombe e corni. Nella maturità, a seguito dell’enciclica di Benedetto XIV, riprese lo stile palestriniano e creò nel 1756 le Dodici Messe a cappella et una per gli anniversari; i due grandi libri corali, dedicati ai deputati udinesi, si trovano all’Archivio capitolare di Udine. Il maestro continuò a comporre fino agli ultimi giorni: al 1757 risalgono un Kyrie e un Gloria composti «per la musica in Bologna degli signori Accademici filarmonici»; a proposito di questi brani è importante ricordare che tuttavia non risulta documentato alcun rapporto tra il C. e la prestigiosa Accademia bolognese. Nel marzo dello stesso anno donò al capitolo di Cividale dodici volumi di musica, contenenti sue composizioni per la settimana santa. Due giorni prima della morte, avvenuta il 14 maggio 1757, donò il suo ritratto e le sue musiche ai deputati udinesi. Il dipinto, eseguito nel 1753 e attribuito al pittore-violinista Giovanni Domenico Ruggieri, è rimasto per molti anni nel palazzo comunale ed oggi fa parte delle raccolte dei Civici musei di Udine; il materiale musicale autografo, centinaia di brani nel genere sacro, è confluito nell’archivio musicale capitolare di Udine. Nel genere strumentale si conoscono alcune composizioni per organo solo e una sonata per violino e organo in soli due movimenti. La raccolta di 24 triosonate per due violini e basso continuo, conservata in copia nella Biblioteca della Gesellschaft der Musikfreunde di Vienna, porta l’indicazione «del sig. Cordans»; scritte in stile da chiesa, le triosonate sono formate da quattro tempi, nella rigida alternanza adagio-allegro-adagio-allegro.
ChiudiBibliografia
Libretti: Ormisda dramma per musica da rappresentarsi nel Teatro Tron a San Cassiano nel carnovale dell’anno 1728, Venezia, Rossetti, 1728; La generosità di Tiberio dramma per musica da rappresentarsi nel Teatro Tron di S. Cassiano l’autunno dell’anno 1729, Venezia, Buonarrigo, 1729; La Silvia drama pastorale da rappresentarsi nel Teatro Giustinian di S. Moisè l’autunno dell’anno 1730, Venezia, Buonarrigo, 1730; Romilda dramma per musica da rappresentarsi nel Teatro Giustiniano di S. Moisè nel carnevale dell’anno 1731, Venezia, Buonarrigo, 1731; La Rodelinda drama per musica da rappresentarsi in Venezia nel Teatro di San Moisè l’autunno dell’anno 1731, Venezia, Buonarrigo, 1731; Accademia di lettere nell’esaltamento alla sagra porpora di sua eminenza il signor Cardinale Daniele Delfino patriarca d’Aquileia ec. Fondata nell’aventura di Arione celebre poeta, e musico eccellente salvato in mare da un delfino: e vi si trattano incidentemente le lodi della poesia, e della musica; detta dagli allievi delle pubbliche scuole de’ P. P. Bernabiti nella gran sala del consiglio di Udine, Udine, Murero, 1747; Visitatio ad praesepe Christo Infanti praestita a devotis Filiabus Praesentationis beatae Mariae Virginis, Vulgo citellae nuncupatis civitatis Utini In Die Solemni ss. nativitatis dominicae anno domini MDCCL Operis musicalis auctor est R. D. Bartolomaeus Cordans capellae magister ejusdem civitatis, Udine, Murero, 1750. Edizioni: Composizioni per organo, edizione critica di M. GRATTONI, Udine, Istituto Friulano di Musicologia, 1979; Organo in Friuli nel Settecento, a cura di M. ROSSI, Bergamo, Carrara, 1995; Messa da Requiem a tre voci virili e organo, Tre responsori per la settimana santa per coro virile a tre voci, revisione di D. ZANETTOVICH, Udine, Pizzicato, 1998; Sonata per violino e organo, revisione di L. NASSIMBENI, Udine, Pizzicato, 1998; Quae serpit in fonte, mottetto per soprano, archi e organo, revisione di D. ZANETTOVICH, Udine, Pizzicato, 2004.
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