Frate nell’oratorio di S. Filippo Neri di Udine nel 1641, è documentato fino al 1698 (compare come teste a contratto del monastero di S. Chiara). È stato spesso identificato con il fratello Giovanni Giuseppe (1625-1699), canonico di Aquileia e pittore (ad es. per l’attribuzione della veduta prospettica di Udine). Dipinse alcune Pietà sui libri contabili del Monte di pietà, come testimoniano anche i pagamenti ricevuti nel 1658 e nel 1669. Sono conosciute soltanto altre due opere, di iconografia udinese. La prima è la veduta a volo d’uccello della città di Udine, dipinto conservato nei Civici musei di Udine, ai quali fu donato dal conte Francesco di Toppo nel 1866; già assegnato prima al francese Jacques Callot e poi al Carlevarijs, attribuito al C., dopo l’analisi del Buora che ne ha anticipato la datazione, tra il 1644 e il 1655 al più tardi, rispetto a quella del Rizzi (1690). La tela è ora assegnata a Joseph Heintz il Giovane (1600 circa-1678) con datazione 1650-60. Sono fondamentali per la datazione la raffigurazione di edifici costruiti nei primi decenni del Seicento (ad esempio il palazzo Bartolini del 1644) e la mancata presenza di altri che sarebbero stati costruiti nella seconda metà del secolo XVII (come il Monte di pietà, restaurato nel 1667; il teatro Mantica e il collegio dei barnabiti del 1679; alcune chiese). Buora lo cita come esempio di plausibile autore della veduta prospettica in quanto «dotato di interessi cartografici» e Bergamini (attenendosi al nome di Cosatino) ipotizza un suo lungo, faticoso e attento lavoro di ricerca e di ricostruzione del tessuto urbano in disegni e rilievi (perduti). Tale lavoro, dopo il dipinto (1650 circa), se si accetta l’attribuzione al C., o comunque essendo la tela ben conservata, con i dovuti aggiornamenti, sarebbe servito per la realizzazione della veduta prospettica a stampa Udine Metropoli del Friuli del 1661, grande incisione su rame di Giacomo Ruffoni, su invenzione e disegno appunto del C. e di Bernardino Gazoldi. La stampa, divenuta un documento prezioso sulla città per l’esatta riproduzione di molti edifici, pur se idealizzata in parte e deformata nella prospettiva, è conservata presso i Civici musei di Udine, come anche la matrice su rame e tirature successive.
Bibliografia
ASU, Archivio Monte di Pietà, Registro pegni, 1667-1675; ms BCU, M. XIII, f. 94v, 101v.
V. ROSSITTI, Dizionario degli incisori friulani, Udine, Del Bianco, 1981, 28; G. BERGAMINI, Cosattini (Cosatino) Giovanni Battista, in AKL, 21 (1999), 388-389; DELLA PORTA, Case, I, 256-257 (751); A. RIZZI, Non è del Callot la pianta di Udine, «Udine. Bollettino della Biblioteca e dei Musei civici e delle Biennali d’arte antica», 1 (1962), 5-14; Udine piante e vedute. Catalogo della mostra (Udine, 6 maggio-13 novembre 1983) di A. RIZZI, Udine, Istituto per l’enciclopedia del Friuli Venezia Giulia, 1983, 40-43; F. TENTORI, Udine mille anni di sviluppo urbano, Udine, Casamassima, 1982, 331-341; M. BUORA, L’area della chiesa di S. Quirino e una veduta di Udine attribuita a Luca Carlevarijs, in La chiesa di S. Quirino 1661-1991, Udine, AGF, 1991, 59-63; L. CARGNELUTTI, Ori e preziosi nei registri dei pegni del Monte di Pietà di Udine, in GOI - BERGAMINI, Ori, 347; G. BERGAMINI, La pittura del Seicento in Friuli, in Antonio Carneo nella pittura veneziana del Seicento. Catalogo della mostra (Portogruaro, 6 maggio-6 agosto 1995), a cura di C. FURLAN, Milano, Electa, 1995, 74-75; G. BERGAMINI, Udine veduta a volo d’uccello, come era ai primi del Seicento, in Per l’arte da Venezia all’Europa. Da Rubens al Contemporaneo. Studi in onore di Giuseppe Maria Pilo, a cura di M. PIANTONI - L. DE ROSSI, Monfalcone, EdL, 2001, 425-428; G. BERGAMINI, scheda, in Galleria arte antica II, 72; E. LUCCHESE, Joseph Heintz il Giovane autore della Pianta della città di Udine con un aggiornamento su alcuni dipinti della Galleria di Arte Antica e in regione, «Udine - Bollettino delle Civiche Istituzioni Culturali», 9 (2003-2004), 43-58.
Nessun commento