Il pittore Tonino Cragnolini in un ritratto di Danilo De Marco.

Nato a Tarcento il 12 giugno 1937, si diplomò presso l’Accademia di belle arti di Venezia. Fu pittore e soprattutto incisore. A partire dal 1958 allestì mostre personali e partecipò a mostre di gruppo in molte città italiane e straniere, tra le quali Milano, Ferrara, Ginevra, Augusta, Barcellona. Amò assumere le tematiche per la sua pittura dalla letteratura (Beckett, Swift, Nievo) ma soprattutto dalla storia del Friuli: fu infatti l’artista che più di ogni altro, nella seconda metà del Novecento, sentì il fascino e la complessità della storia locale, fonte inesauribile per le sue opere colorate, nelle quali monasteri e castelli, basiliche e chiesette votive, inserite in essenziali citazioni di paesaggi, sono un costante richiamo alla cultura di questa terra. Le prime opere del 1960 sono dei disegni ad inchiostro ispirati al dramma del Lager. Nel corso degli anni Settanta iniziò una personale rivisitazione dei testi della letteratura europea: lesse e illustrò i Viaggi di Gulliver di Jonathan Swift, evidenziandone l’assurda organizzazione sociale. Del 1989 è il ciclo di disegni intitolato Zoiba grassa 1511, una storia friulana, presentato al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, in cui interpretò l’insurrezione dei contadini friulani contro i nobili nel terribile anno in cui terremoti, pestilenze e carestie devastarono il territorio friulano. Del 1991 è la silloge intitolata Purcitâ; del 1992 Congiura, assassinio, spregio: Bertrando da Saint Geniès, Patriarca d’Aquileia; del 1996 Miracoli a Trava. Nel 1999 illustrò L’Europe racontée aux jeunes di Jacques Le Goff. C. morì nella cittadina natale il 17 gennaio 2014.