Nacque a Igalo, oggi periferia di Herceg Novi, in Dalmazia, il 6 dicembre 1910. Giunse a Gorizia nel 1922, studiò all’Istituto tecnico e scoprì il movimento futurista grazie a delle riviste. Nel 1928 conobbe Pocarini, ma l’anno di svolta fu il 1929, quando aderì ufficialmente al movimento futurista giuliano, in concomitanza con la pubblicazione del manifesto Aeropittura futurista; instaurò un rapporto epistolare con Marinetti, al quale fu legato da sentimenti di profonda stima e amicizia, ed esordì alla II Esposizione goriziana di belle arti. Nel 1932 si diplomò all’Accademia di belle arti di Venezia. Affascinato dal volo, che iniziò a praticare dagli anni Trenta, avrebbe dedicato una considerevole parte della sua produzione pittorica all’aeropittura, tanto da esporre le proprie opere alle principali mostre del genere a livello regionale (Gorizia e Trieste, 1931), nazionale (Milano, 1931 e 1933; Padova, 1931; Livorno, 1933; Torino, 1933) e internazionale (Parigi e Bruxelles, 1932; Vienna e Atene, 1935). Nel 1933 fu presente alla I Mostra nazionale d’arte futurista di Roma. Dal 1934 al 1942 espose alle Biennali di Venezia. Nell’edizione del 1940 Marinetti curò l’allestimento di una personale di C., che nell’occasione si vide acquistare dai Civici musei di Udine il dipinto Prima che si apra il paracadute. Fu presente anche alle Quadriennali di Roma del 1935, 1939 e 1943. Parallelamente all’aeropittura, sviluppò anche una ricerca polimaterica, sconfinante nell’astrattismo, che avrebbe riproposto in opere del dopoguerra e nelle composizioni denominate Sassintesi. C. fu attivo anche nel campo della scenografia, disegnò figurini di moda femminile, inventò la camicia anticravatta e la giacca senza risvolti. ... leggi Suo è il progetto del Sacrario ai caduti in Africa orientale a Gorizia, distrutto nel 1945, e in collaborazione con Rudolf Saksida realizzò il Museo di guerra sul monte Sabotino, pure smantellato. Firmò manifesti per raduni sportivi e iniziative culturali, curò il numero unico di «Vita isontina» dedicato a Marinetti e al futurismo. Durante la seconda guerra mondiale si occupò di piani di mascheramento degli aeroporti. Negli anni 1941-1942 organizzò serate futuriste a Gorizia, Trieste e Udine. Nel 1944 redasse le Aeromusiche d’alfabeto in libertà assieme a Marinetti e a Raoul Cenisi, al quale era accomunato dai natali dalmati. Nel dopoguerra si trasferì a Torino (1946), quindi fu a Parigi (1950-1958), al Cairo (1962-1966) e infine a Milano, dove morì il 5 agosto 2000.
ChiudiBibliografia
PASSAMANI, passim; M. SCUDIERO, Futurismo veneto: un orizzonte allargato, in Futurismo veneto. Catalogo della mostra, a cura di M. SCUDIERO - C. REBESCHINI, Trento, L’Editore, 1990; I. REALE, La pittura a Trieste e in Friuli nel primo Novecento (1900-1945), in La Pittura in Italia. Il Novecento/1. 1900-1945, Milano, Electa, 1992, 318-334; Crali futurista / Crali aeropittore, a cura di C. REBESCHINI, Milano, Electa, 1994; Novecento a Gorizia, 54-59; Tullio Crali: una lunga fedeltà al futurismo: lettere e testimonianze, a cura di V. G. BONO, Voghera, Edo edizioni Oltrepò, 2000; A. BASSI, Crali Tullio, in Il dizionario del futurismo, a cura di E. GODOLI, Firenze, Vallecchi, 2001, 326-327; Crali: il volo dei futuristi. Catalogo della mostra, a cura di M. MASAU DAN, Trieste, Museo Revoltella, 2003; V. GRANSINIGH, Tullio Crali, in Pinacoteca Gorizia, 97-98; Fondo Tullio Crali. Inventario, a cura di M. DUCI, Rovereto, MART/Nicolodi, 2008; Futurismo Giuliano. Gli anni Trenta. Omaggio a Tullio Crali. Catalogo della mostra, Monfalcone, EdL, 2009; I. REALE, Gorizia-Udine nel segno del Futurismo, in Futurismo, 399-405.
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