Nacque nel villaggio sloveno di Šempeter pri Gorici/San Pietro di Gorizia il 14 marzo 1702. Il padre si chiamava Stefano, la madre Anna. La famiglia era probabilmente benestante. Dopo aver frequentato tra il 1716 e il 1722 il ginnasio dei gesuiti (grammaticalia et humaniora) a Gorizia, entrò nell’ordine dei cappuccini a Fiume, dove conseguì il noviziato. Probabilmente studiò filosofia e teologia a Graz e, abbandonati i cappuccini, venne ordinato sacerdote nel 1727. Cominciò il suo sacerdozio come cooperatore nella parrocchia di Šempas/Sambasso, nella valle di Vipacco. Dopo una breve interruzione ritornò a Sambasso, dove rimase per sette anni. Nel 1739 diventò vicario di Štanjel/San Daniele del Carso e intorno al 1754 entrò nell’ordine dei minoriti a Gorizia. Nel 1757 il padre provinciale di Klagenfurt, Costantino Watt, chiese all’arcivescovo di Gorizia Carlo Michele Attems di trovare un sacerdote che conoscesse la lingua slovena per l’opera missionaria nella Gailtal («Missionarius Sclavonicus ex conventibus S. Francisci pro Valle Gillia»). L’arcivescovo Attems propose il C., che nel 1758 cominciò la sua nuova mansione ad Arnoldstein. Non si conoscono i dati relativi al suo soggiorno in Carinzia e neanche quelli relativi alla sua morte. Nel suo libro Christianus moribundus sacramentis poenitentiae, viatici et extremae unctionis provisus (Venezia, 1749) tratta la preparazione spirituale davanti alla morte. Pubblicò anche un testo in lingua slovena, molto importante per la storia dello sviluppo della lingua slovena. L’attribuzione del libro Catechismus Slavonicus al C., dovuta a P.A. Codelli, è errata.