Nato attorno al 1730 in Fratta di Oderzo, località oggi compresa all’interno della provincia di Treviso, da Lorenzo e Domenica Simonetta, era fratello, tra probabili altri, di Taddio e Francesco. Coniugato con Apollonia, fu padre quanto meno di Giovanni Paolo e Teresa, generosa madre di ben nove figli. Morì verosimilmente fra il 1795 ed il 1796. Intrapresa la professione di organaro, frequentò la scuola veneziana di Pietro Nachini del quale orgogliosamente si dichiarò «discepolo», aggiungendo che «non mi posso partire dal suo buon metodo di lavoro». Documento di una compiuta formazione è fornito dal «governo» del piccolo organo della cattedrale di Ceneda (l’odierna Vittorio Veneto) portato a termine nel 1752. Nel 1762 costruì l’organo della parrocchiale di Campomolino. Nell’estate del 1763, scrivendo al consiglio della comunità di Sacile, dichiarava di attendere alla fornitura di un organo per la parrocchiale di Meolo (oggi scomparso) e di essere disposto a prendersi carico del rifacimento dello strumento del sacilese convento degli agostiniani. Il 17 gennaio 1764 stipulava contratto con i minori conventuali della chiesa di S. Francesco in Conegliano, assicurando i committenti della presenza, in veste di supervisore, di Pietro Nachini, all’epoca residente in città. Nel 1766 concorreva, ma inutilmente poiché gli fu preferito il collega Angelo Tesia, per la fornitura dell’organo della chiesa di San Vito di Cadore. Nel 1779 rivedeva il cinquecentesco organo della chiesa di S. Marco in Pordenone. Di mezzo a queste iniziative fra l’estate del 1763 e la primavera del 1769 si colloca un nutrito carteggio con la comunità di Sacile in relazione a diversi progetti, mai per altro realizzati, di rifacimento del cinquecentesco organo della locale parrocchiale di S. Nicolò.
Nessun commento