Figlio del falegname Giacomo e di Lucia Maria Dal Carro, nacque a Venezia il 18 febbraio 1751. Suo padre (1720-1790) collaborava sovente con le maestranze addette al montaggio di organi nachiniani e callidiani. F.A. iniziò a lavorare giovanissimo nella bottega dello zio Francesco, il quale, intorno al 1777, lasciò al nipote la guida del laboratorio. Alcuni documenti riferiscono che il D. operava in società con l’organaro friulano Francesco Comelli; questa ditta si sciolse nel 1783 e l’anno seguente, alla scomparsa dello zio, F.A. rimase unico titolare della bottega veneziana. Dopo la sua morte, avvenuta a Venezia il 23 marzo 1804, l’arte organaria venne proseguita, seppure in sottordine, dal fratello Pietro (1766-1806) e dal figlio Giacomo (nato nel 1777), il quale cessò definitivamente l’attività nel 1837. Il D. tentò di introdurre alcune novità foniche rispetto alla stereotipata produzione veneta che l’aveva preceduto. In Friuli i suoi strumenti non sono numerosi, venendo soppiantato dopo il 1784 da altri organari che operavano in queste terre, in particolare F. Comelli e G. Callido. L’accordo per la costruzione dell’organo di Mortegliano, stabilito nella pubblica vicinia del 7 settembre 1777, porta il nome di F.A., il quale affermò di aver costruito pochi anni prima anche l’organo della parrocchiale di Codroipo. Nell’aprile 1781 presentò un progetto per un nuovo strumento da collocare nel duomo di Cividale, strumento che in seguito fu però realizzato dal Callido. ... leggi L’organo di Feletto Umberto (in origine uno dei più grandi del Friuli, con due tastiere) ebbe un tormentato percorso di realizzazione: progettato nel 1781, venne portato a compimento nella primavera del 1784, dopo diversi atti giudiziari intercorsi tra la comunità di Feletto e il D., che nel frattempo aveva sciolto l’impegno societario che lo legava a F. Comelli. L’organo di Qualso risaliva al 1779 ed è stato ceduto nel 1927 alla parrocchiale di Savorgnano del Torre, dove rimangono alcune canne originali inserite in uno strumento moderno. Anche a Driolassa, incluse in un moderno organo Zanin, sopravvivono la cassa e le canne dei contrabbassi di un antico organo Dacci, qui montato nel 1781. Alcuni documenti riferiscono di un organo che il D. avrebbe costruito per la parrocchiale di Risano intorno al 1781. Anche alcuni organi di Trieste, oggi non più esistenti o in parte riutilizzati per fabbricare altri strumenti, sono riconducibili a F.A. Quello a due tastiere della cattedrale di S. Giusto era stato commissionato nel 1777; demolito nel 1859, è stato rimesso in uso nelle chiese di S. Giovanni in Guardiella (organo principale) e di Roiano (organo di risposta).
ChiudiBibliografia
VALE, Organo, 60-61, 99; LUNELLI, Studi, 129-131, 175-176; PARONI - BARBINA, Arte organaria, 74-76, 173-174; G. VIO, Documenti di storia organaria veneziana, «L’Organo», 17 (1979), 200-207; O. BARBINA, Il restauro dell’organo della chiesa SS. Trinità in Mortegliano, Codroipo, Zanetti, 1982; Organi e organari delle altre chiese esistenti nel territorio della parrocchia, a cura di G. VIO, Venezia, s.d. (I quaderni della Parrocchia di S. Maria del Rosario, vulgo Gesuati, 2), 26; Organi restaurati del Friuli-Venezia Giulia. Interventi di restauro della Regione Friuli-Venezia Giulia dal 1976 al 1993, Villa Manin di Passariano (Udine), 1994 (Quaderni del Centro regionale di catalogazione dei beni culturali, 23), 82, 105-107; G. RADOLE, Organi e tradizioni organarie nel Friuli Venezia Giulia. La diocesi di Trieste, Udine, Pizzicato, 2002, 24-29, 70-72, 111, 156-157, 189.
Un commento
Paola Talamini 26 Luglio 2017
Nella Basilica della Salute di Venezia il Dacci 1782-83 (II+P/24) si trova in perfette condizioni. Per l'attività musicale quotidiana e per ulteriori informazioni consultare il sito basilicasalutevenezia.it