Nacque a Murano il 9 ottobre 1754 da Bartolomeo e Domenica Morasso, due vetrai originari di Maniago, che intesero dapprima farne uno speziale, affidando la sua istruzione ad un maestro privato, ma in seguito assecondarono il suo proposito di farsi sacerdote permettendogli di entrare nel 1769 nel Seminario muranese di S. Lorenzo. Cinque anni dopo, in seguito alla soppressione di quelle dei gesuiti, passò alle scuole laiche, dove Gasparo Gozzi ebbe modo di notarne la diligenza e l’estrema cura nell’uso della lingua, e volle onorarlo di una profonda e duratura amicizia. A Venezia, dove risiedette sino al 1795, D. dovette in principio adattarsi a fare il correttore di bozze, ma ben presto si fece conoscere come precettore di giovani patrizi e come intellettuale nei salotti letterari più importanti, in particolare quello di Giustina Renier Michiel. Dal 1781 aveva iniziato a comporre rime, sonetti e canzoni d’occasione, ispirandosi ai versi del Frugoni, dell’Algarotti e del Bettinelli e divenendo pastore arcade col nome di Clarindo Pitoneo, curando inoltre delle traduzioni dal latino, dal francese e dall’inglese, in sintonia con il crescente interesse che a Venezia e in Italia andava allora destando la moderna letteratura straniera. Tradusse e pubblicò componimenti di diversi lirici latini, poemi e tragedie di Gray, Corneille, Pope e quelle Versioni dall’Inglese (Venezia, 1794) con le quali, insieme con il Pindemonte ed altri, offrì ai lettori la traduzione dei più importanti componimenti di Milton, Gray, Dryden, Pope, Young e Parnell. Fu pure editore, dirigendo tra l’altro l’«Anno poetico» (Venezia, 1793-1800), un’antologia annuale in cui si offrivano al pubblico versi inediti di Parini, Monti, Pindemonte, Cesarotti, Foscolo ed altri; ma soprattutto curò, tra il 1794 e il 1823, la pubblicazione dell’Opera omnia di Gasparo Gozzi. ... leggi Del Foscolo fu forse insegnante al collegio muranese di S. Cipriano, dove D. tenne la cattedra di belle lettere dal 1782 al 1795, anno nel quale lasciò Venezia per divenire parroco a Maser (Treviso) e passare poi a Martellago, a Montebelluna e infine, dal 1813, a Coste d’Asolo, dove visse sino alla morte, avvenuta il 26 febbraio 1839. Amante dei viaggi, della compagnia e delle dotte discussioni, era solito recarsi per lunghi periodi a Venezia, Padova, Castelfranco e in Friuli, gradito ospite dei Manin, dei Porcia, dei Polcenigo e dei Maniago. A lui il conte Fabio di Maniago affidò la revisione formale che volle far precedere alla seconda edizione della sua Storia delle Belle Arti Friulane, pubblicata poi a Udine nel 1823. Autore di un’ingente quantità di epitalami, canzoni, sonetti e soprattutto di sermoni, che testimoniano sin dal 1795 l’abbandono delle forme arcadiche per il modello stilistico del Gozzi, D. si dedicò pure, con esiti assai felici, ad opere di carattere faceto e ad alcune novelle tra le quali Il Timore (Livorno, 1871), ambientata ad Osoppo tra i secoli XVII e XVIII, in cui si narra di uno scherzo terribile ordito dal nobile signore Antonio Savorgnan. Membro dell’Accademia degli Eccitati di Este, della Società aretina, dell’Ateneo trevigiano, di quello veneto e dell’Accademia dei Filoglotti di Castelfranco, da buon discepolo di Gozzi, D. fu sostenitore della purezza della lingua italiana, intervenendo tuttavia in favore di Monti, con l’Epistola intorno alla lingua italiana (Venezia, 1819), nella vivace disputa contro l’abate Cesari per le famose Giunte al Vocabolario della Crusca.
ChiudiBibliografia
Minute, copie di composizioni poetiche, lettere, traduzioni ed altro ad opera di D., si conservano alla BNMV: Codici Italiani, Antico, cl. VII, MDCCXCI; cl. IX, CCCCLXXII-CC-DXXXVI-689; cl. X, 334; mss Biblioteca del seminario vescovile di Treviso, Ab. Dalmistro, f. 1, Carteggio e poesie; f. 2, Manoscritti dell’Ab. Dalmistro; Biblioteca comunale di Treviso, 104, A. Dalmistro, Raccolta di varie opere edite e inedite, 1-2; 53 lettere all’Ab. Pietro Peruzzi si trovano alla BSAU, Peruzzi, fasc.7.
G. VELUDO, Biografia degli uomini illustri nelle Scienze, Lettere ed Arti […], VIII, Venezia, Alvisopoli, 1834-1845, 483-485; P. BIAGI, L’Abate Angelo Dalmistro, «Gazzetta privilegiata di Venezia», 58 (1839), 229-231; A. SERENA, Su la vita e le opere di A. D., Verona, Annichini, 1892; ID., Nel centenario di A. D., «Atti del R. Istituto veneto di scienze, lettere a arti», 98 (1939), 355-366; R. BINOTTO, Coste e la sua pieve antica: storia e cronistoria, Montebelluna, Poligrafica Montebellunese, 1986, 342-351; S. BATTAZZI, Discussioni linguistiche nel primo Ottocento: una lettera inedita di A. D. a Vincenzo Monti, «Lingua Nostra», 2-3 (1988), 50-54; R. GALVAGNO, Dalmistro, Angelo, in DBI, 32 (1986), 153-157; A. FERRACIN, L’Abate Angelo Dalmistro, t.l., Università degli studi di Udine, a.a. 2003-2004; ID., Di un’elegia latina di Marcantonio Amalteo in morte del Pordenone, «Aevum», 3 (2006), 671-685.
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