Nacque a Pordenone il 24 luglio 1834 da Antonio e Antonia Vanin. Il padre, commerciante di granaglie e sensale originario di Sacile, ricorre fra i membri del consiglio comunale cittadino nel periodo 1847-1852: D. ricoprì la medesima carica nel 1855, mantenendola sino al 1860, anno in cui si trasferì in Piemonte. Qui, dopo un primo impiego di carattere commerciale, venne assunto in qualità di segretario dalla Stefani, prima agenzia di stampa italiana, fondata nel 1853. Organo d’informazione ufficiale del governo sabaudo, la Stefani (e D. con essa) seguì i vari spostamenti della capitale d’Italia, da Torino a Firenze nel 1865 e da Firenze a Roma nel 1871. Sposatosi nel frattempo con Felicita Galvani, contessa Cattaneo (legando così in un sol colpo la propria a due delle più prestigiose famiglie pordenonesi), nel 1873 D. rientrò nella città natale e assunse la direzione del settimanale locale (che si definiva «Organo del Friuli Occidentale») «Il Tagliamento» virandone l’originario indirizzo liberal-progressista del predecessore Enea Ellero verso toni più moderati con intenti di ordine sociale. Attivo in campo assistenziale (fu con V. Candiani fra i promotori dell’istituzione dell’asilo infantile ‘V. Emmanuele II’), dal 1882 fu presidente della Congregazione di carità, la cui iniziativa più rimarchevole fu la realizzazione della casa di riposo Umberto I, nei locali di un palazzo appartenente alla famiglia dello stesso D. Nominato nel 1885 direttore della neonata Banca di Pordenone (in quegli anni risultava anche nell’organigramma della cittadina “Società del gabinetto di lettura”), ricevette nel 1899 l’onorificenza dell’Ordine della corona d’Italia (ufficiale) e si spense, dopo breve malattia, la sera del 10 gennaio 1900.
Nessun commento