Nacque a Rauscedo (Udine) il 5 febbraio 1819 da Giuseppe e Maria D’Angelo. Fin da ragazzo palesò belle attitudini al disegno e nel 1835 si iscrisse all’Accademia di belle arti di Venezia. Al periodo scolastico si data la tela Booz e Ruth (Pordenone, Seminario vescovile) esposta nel 1842 a Venezia e due anni dopo acquistata dal barone triestino Carlo Marco Morpurgo. Nel 1847 conseguì un pensionato artistico per Roma della durata di tre anni, in seguito prolungato a quattro. Da Roma l’artista inviava ogni anno a Venezia alcuni saggi pittorici attestanti i suoi progressi, tra i quali si rammentano la Penelope (Venezia, Accademia di belle arti, in deposito presso la locale Intendenza di Finanza) ed il Nabucodonosor ai piedi del profeta Daniele (Venezia, Accademia di belle arti, in deposito a Ca’ Pesaro). Tornato a Venezia, trovò consacrazione nel 1855 allorché l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe I gli commissionò un dipinto effigiante Giovanni Bellini e Alberto Durero festeggiati dagli artisti veneziani (Vienna, Österreichische Galerie Belvedere). L’opera, esposta a Venezia nel 1856, colse molti plausi ma anche alcune critiche in una lettura che travalicava l’aspetto formale a favore di un’interpretazione “politica”. Agli anni immediatamente seguenti risale un nucleo d’importanti tele ora conservate in collezione privata: Tiziano che insegna la pittura ad Irene di Spilimbergo (1856), La regina Bona di Polonia dona ad Irene di Spilimbergo un diadema di pietre preziose (1857) ed il Ritratto di donna con maschera (1857). Nel 1860, su indicazione del governo austriaco, il conservatore del palazzo Ducale inviò a Parigi i pittori Giulio Carlini e D’A. con l’incarico di eseguire alcune fedeli copie dei dipinti del Veronese asportati nel 1797 da Napoleone. ... leggi D’A. eseguì le copie del Giove che folgora i Vizi e del S. Marco incorona le Virtù Teologali, opere che nel 1862 vennero collocate nel palazzo Ducale a sostituzione degli originali. Durante il periodo trascorso in Francia, il pittore friulano espose due opere alla IX Esposizione d’arte di Versailles del 1860 e l’anno seguente un dipinto al Salon di Parigi. Datata 1864 è la pregevole Madonna col Bambino, d’intonazione tizianesca, dipinta per la chiesa della Madonna delle Grazie di Casarsa della Delizia ed ora custodita nella parrocchiale del paese. Nel 1872 il pittore friulano succedette a Michelangelo Grigoletti nella cattedra di disegno della figura all’Accademia veneziana, incarico protrattosi fino al 1899. Artista inserito in quel filone storico-romantico particolarmente in auge dalla metà del XIX secolo, D’A. ottenne in vita plausi ed importanti riconoscimenti e nel 1882 gli fu conferito per meriti artistici il cavalierato dell’ordine della Corona d’Italia. Tra le opere della tarda attività si menziona la Contemplazione (Udine, Galleria d’arte moderna) dipinta nel 1896. Il 22 novembre 1906 morì nella sua casa di Venezia, in calle Gambara a San Trovaso.
ChiudiBibliografia
In memoria di Iacopo D’Andrea, Venezia, C. Ferrari, 1907; S. ALOISI - V. GRANSINIGH, Iacopo D’Andrea un pittore friulano dell’Ottocento a Venezia, San Giorgio della Richinvelda, Comune di San Giorgio della Richinvelda, 1996; S. ALOISI, Iacopo D’Andrea (1819-1906) tra storia e romanticismo, San Giorgio della Richinvelda, Comune di San Giorgio della Richinvelda, 2003; V. GRANSINIGH, D’Andrea, Iacopo, in Pittura nel Veneto. L’Ottocento, II, 705-706; L. DAMIANI, Tenori, soprani, popolo, nella pittura di storia dell’Ottocento, in Tra Venezia e Vienna, 155-173; V. GRANSINIGH, Artisti friulani a Venezia nell’Ottocento: appunti per una storia del rapporto centro/periferia in area veneta, ibid., 123-139; EAD., schede, ibid., 486-489.
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