Nacque a Treppo Carnico (Udine) nel 1910 e a soli otto anni rimase orfano di entrambi i genitori. Nel 1923 si trasferì a Udine e lì trovò impiego presso una bottega di decoratori, dove apprese i rudimenti del mestiere pittorico. Lavorò come ornatista fino al 1940, quando le migliorate condizioni economiche gli permisero di dedicarsi esclusivamente alla pittura, dedizione sancita ufficialmente dalle prime esposizioni cui partecipò a partire dal 1942, dapprima a livello regionale e in seguito nazionale. Gli esordi artistici del pittore si rintracciano in una pittura dalle intonazioni post-impressioniste, ma caratterizzata da una pennellata costruttiva che lo conduce, tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio dei Cinquanta, ad una figurazione di impostazione neorealista, ma interpretata in maniera del tutto originale, come nel dipinto Fornaci a Cividale (1948; Udine, Galleria d’arte moderna), fino a giungere agli esiti di Casa distrutta (1953; Udine, collezione della Provincia). Nel 1956, D. C. fondò a Udine la galleria Il Girasole affidandone la direzione al figlio Giorgio, pure pittore. In quegli stessi anni l’artista portò il suo personale stile pittorico a maturazione nel contatto con il Carso triestino, che da quel momento divenne il soggetto prediletto di tutta la produzione successiva. Negli anni Sessanta, a partire soprattutto dal 1965, D. C. concentrò la propria visione poetica sul dettaglio del paesaggio carsico, che andava dilatandosi sulle tele fino ad occupare l’intero spazio visivo. Le gamme cromatiche, a tratti quasi monocrome, vanno via via accendendosi di improvvisi bagliori, come nel dipinto Fuochi in Carso (1964; collezione privata), e la pennellata si fa più corsiva, pur senza perdere la sua funzione costruttiva. Nel 1970 il suo paese natale gli dedicò una grande mostra antologica nella sala del consiglio comunale; a seguito di questo evento, nel 1975, D. C. donò a Treppo Carnico una cinquantina di opere di artisti friulani appartenenti alla sua personale collezione d’arte perché con esse si potesse costituire il nucleo di una pinacoteca, oggi aperta al pubblico e a lui dedicata. Il pittore morì a Udine nel 1993.
Bibliografia
La Pittura in Italia. Il Novecento/2. 1945-1990, Milano, Electa, 1993, 687-688; Giorgio De Cillia pittore. Catalogo della mostra (Udine, 30 aprile-24 maggio 1999), coordinata da G. BERGAMINI, Udine, Civici Musei, 1999; L. DAMIANI, Friuli Venezia Giulia. L’arte del Novecento, Pordenone, Edizioni Biblioteca dell’Immagine, 2001, 144.
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