Nacque ad Urbino il 27 marzo 1890. Dopo essere diventato geometra a Padova, si diplomò in architettura nella città natale. Capitano del genio militare, combatté durante la grande guerra, subendo una grave ferita che gli compromise l’uso del braccio. Alla conclusione del conflitto mondiale si trasferì a Milano dove, a partire dal 1921, cominciò a collaborare con architetti già affermati come Gio Ponti e Pier Giulio Magistretti. Fu soprattutto nel corso degli anni Trenta che D. M. realizzò numerosi interventi nel capoluogo lombardo: oltre all’autorimessa di via Bagutta (1936-1938), forse il suo progetto più interessante, ideò un palazzo in viale Montenero (1930), gli stabili per i magazzini Gondrand (1930), un grattacielo in piazza S. Babila (1935-1937, con Alessandro Rimini) e le sistemazioni urbanistiche delle zone di piazza S. Babila (1938, con Duilio Torres) e piazza S. Ambrogio (1939, sempre con Torres e Paolo Clausetti). Tuttavia, il suo nome è strettamente legato alle fortune di Franco Marinotti, suo parente e, soprattutto, principale artefice dello straordinario sviluppo della SNIA Viscosa negli anni della politica autarchica del regime fascista. I primi lavori con l’azienda milanese risalivano a metà anni Venti, con la progettazione degli stabilimenti di Cesano Maderno e Varedo, ma fu nel corso degli anni Trenta che la collaborazione divenne assidua e l’ascesa al vertice societario di Marinotti determinò la fortuna di D. M. Tra i numerosi progetti realizzati per la SNIA (Venaria Reale, Cadorago, Pavia, Vittorio Veneto, oltre a quelli in Francia e Spagna) certamente fu quello della nuova città di Torviscosa, nella bassa pianura friulana, a rappresentare uno dei momenti più significativi della sua carriera progettuale. ... leggi Per la nuova “città della cellulosa”, voluta da Marinotti in accordo con Mussolini, D. M. disegnò il piano urbanistico generale (1937-1938), la fabbrica, il ristoro, la scuola, il teatro, la piscina (1938), le case per gli operai e per gli impiegati (1940-1942), il palazzo municipale (1942). La collaborazione con Marinotti proseguì anche dopo la fine della seconda guerra mondiale: attraverso la mediazione della SNIA-SAICI (in qualità di società appaltante), progettò numerose case operaie del piano INA-Casa” (Milano, Pavia, Casale Monferrato, Vittorio Veneto, Voghera, Veneria Reale), tra cui un complesso di diciotto alloggi a Cervignano del Friuli (1949-1952); ideò alcuni impianti di sfruttamento idrico dei torrenti Meduna e Silisia; restaurò palazzo Grassi a Venezia (1949), acquistato da una società immobiliare presieduta da Marinotti; a Torviscosa progettò la centrale del latte (1954) ed elaborò alcune idee per la nuova chiesa che non trovarono realizzazione. D. M., che si cimentò anche in pittura e nel 1952 ebbe una mostra personale presso la galleria Bolzani di Milano, morì a Vittorio Veneto nel 1962. Per la cittadina veneta, oltre ai ripetuti interventi nella propria residenza, acquistata nel 1939, e ai numerosi progetti realizzati tra 1935 e 1950, egli elaborò il piano regolatore generale (1939).
ChiudiBibliografia
Bepi de Min. Catalogo della mostra (Milano, 1952), Milano, [Galleria Bolzani], 1952; F. FABBRONI - P. ZAMÒ, La SAICI di Torviscosa (1937-1948). Capitale Fascismo e movimento operaio, «Storia contemporanea in Friuli», 4 (1973), 11-82; M. BORTOLOTTI, Torviscosa: nascita di una città, Udine, Casamassima, 1988, 79-83; R. CORTIANA, Giuseppe De Min, t.l., Venezia, Istituto universitario di architettura, a.a. 1991-1992; A. CURTAROLO, Friuli 1937-1939. Fascismo e concorsi artistici. Decorazioni nella “Città della cellulosa”, «Storia contemporanea in Friuli», 1994, 73-151: 88-93; Torviscosa: esemplarità di un progetto, a cura di E. BIASIN - R. CANCI - S. PERULLI, Udine, Forum, 2003; M. DE SABBATA, Torviscosa e atre committenze architettoniche del regime fascista negli anni Trenta, in Arte in Friuli dall’Ottocento al Novecento, a cura di P. PASTRES, Udine, SFF, 2010, 307-319.
Nessun commento