Nacque a Venezia il 18 marzo 1858, figlio del notaio Antonio e di Elena Pasini. Nella città natale studiò al Liceo patriarcale, per poi frequentare l’Università di Padova, dove nel 1878 conseguì a pochi giorni di distanza sia la laurea in scienze naturali che quella in chimica. Ebbe tra i suoi maestri l’Omboni e il Saccardo e soprattutto il Filippuzzi, a cui dedicò nel 1879 la pubblicazione della tesi in chimica. A partire dallo stesso anno insegnò al Liceo di Catanzaro, poi a Potenza e Ivrea, infine al Liceo di Belluno, dove rimase cinque anni. Nel 1887 fu trasferito al Liceo Stellini di Udine e da lì, dopo un solo anno, a Venezia presso il Liceo Foscarini, dove concluse la sua attività didattica. Sposò nella città lagunare la friulana Italia Battistella, da cui ebbe tre figli, Antonio, Vittorio e Giammaria. Fu segretario dell’Istituto di studi per l’Alto Adige e direttore della sezione del CAI di Bolzano; collaborò attivamente anche con altre istituzioni, come la Deputazione veneta di storia patria e l’Accademia pontificia dei Nuovi Lincei, di cui fu socio. I primi anni della sua attività furono contrassegnati da studi di botanica, zoologia e paleontologia. Ne sono esempio le Note sulla flora friulana che egli pubblicò in quattro distinti articoli, dal 1888 al 1895, apparsi su «In Alto» e sugli «Atti dell’Accademia di Udine». Si tratta in questo caso di ricerche che continuano il Syllabus florae forojuliensis (1855) di Giulio Andrea Pirona e che vedono, come collaboratori di D. T., Arrigo Lorenzi, Alfredo Lazzarini e Oscar Luzzato. ... leggi L’inserimento nella scuola geografica friulana appare ancora più evidente quando D. T. scrisse per la Guida del Canal del Ferro di Giovanni Marinelli il saggio su La flora in Canal del Ferro (1894). Dopo aver lasciato il Friuli, D. T. abbandonò questo tipo di ricerche per dedicarsi alla storia della scienza e al commento di antichi codici erbarii. Negli studi di cartografia e in particolare sul tema dei confini, si collocano i contributi di maggior interesse. In un articolo apparso nel 1907 egli iniziò con il segnalare le discrepanze tra il confine politico e la conformazione fisica dell’Italia come prospettata da Francesco Petrarca. Continuò a sostenere la validità del confine naturale dello spartiacque delle Alpi negli Appunti cartografici, serie di aggiunte al Saggio di cartografia della regione veneta pubblicato a Venezia da Giovanni Marinelli in occasione del VI congresso geografico italiano. Gli stessi temi si ritrovano in articoli sulle dispute tra Auronzo e Dobbiaco, sulle lotte d’indipendenza del principato di Bressanone, e infine in Sul confine dell’Isonzo, pubblicato a Udine nel 1913, in cui mise in dubbio la scelta di un corso d’acqua come confine politico. Ancora negli «Atti dell’Accademia di Udine» nel 1914 pubblicò La muda di Venzone sulla rivalità tra Gemona e Venzone, nonché Le Alpi Carniche e Giulie nei riguardi del confine d’Italia, dove tentò di definire una linea di demarcazione sicura in caso di aggressione da parte austriaca. Da ricordare ancora la serie di articoli su L’Alto Adige nelle antiche carte con studi di esegesi su alcune carte francesi e olandesi, da considerarsi come preambolo al Prontuario di toponomastica dell’Alto Adige dell’Ampezzano, che venne pubblicato a cura e sotto il nome di Ettore Tolomei, ma che lo stesso Tolomei dichiarò, nell’introduzione alla ristampa del 1920, essere opera «per la parte sostanziale del professore Ettore De Toni». Gli studi di toponomastica registrano una polemica con Olinto Marinelli: nel 1901, sulle pagine di «Antologia veneta», i due discussero sul genere grammaticale da attribuirsi ad alcuni fiumi, prediligendo D. T. l’uso locale che porta alla scelta del femminile, anche se il maschile è preferito dai puristi della lingua. Morì a Venezia il 2 febbraio 1925.
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