DEL PUPPO GIOVANNI

DEL PUPPO GIOVANNI (1854 - 1932)

rimatore, storico dell’arte, insegnante, pittore

Immagine del soggetto

Lo storico dell'arte Giovanni Del Puppo (Udine, Civici musei, Fototeca).

Nacque a Tolmezzo il 5 aprile 1854, ma si trasferì a Udine già per gli studi elementari. Perito agrimensore nel 1871, si laureò in agraria a Milano nel 1874. Assistente alla cattedra di chimica nel R. Istituto tecnico di Udine dal 1874 per dodici anni, parecchi anni dopo si diplomò professore in belle arti all’Accademia di Venezia. Insegnò disegno nel R. Istituto tecnico di Reggio Calabria (1866), in quello di Messina (1887) e, divenuto ordinario per concorso, all’Istituto tecnico di Foggia (1889), prima di approdare nel 1892 in quello di Udine, dove rimase per quarant’anni. Contemporaneamente insegnò scienze naturali (nella R. Scuola tecnica), aritmetica e geometria (nel R. Ginnasio), storia dell’arte (all’Istituto Uccellis). Insegnò inoltre nella R. Scuola d’arti e mestieri, di cui fu anche direttore per nove anni. Fu direttore didattico nelle Scuole d’arti di Tolmezzo. Considerò la scuola come un apostolato (Someda de Marco). Si inserì nel dibattito sull’importanza del disegno, affermando l’idea di una scuola che, diversamente dall’accademia, contemplasse il disegno come arte pratica, supportata da una basilare cultura scientifica e tecnica; le scuole avrebbero dovuto creare, accanto ai gabinetti scientifici, piccoli musei d’arte industriale per stimolare gli allievi con la visione di oggetti d’arte decorativa o naturalistica. Di profonda e varia cultura, fu soprattutto studioso di storia dell’arte. Si batté per una sede dignitosa del Museo civico di Udine, dal 1893 come conservatore delle opere collocate dal 1866 in palazzo Bartolini; con tutta la sua preparazione e con disinteressata passione, contribuì decisamente alla creazione e all’ordinamento delle raccolte d’arte trasferite nel 1906 in castello, da allora come direttore, fino al 30 giugno 1929. L’invasione della prima guerra mondiale sconvolse la sua opera procurandogli un terribile strazio. ... leggi Presidente della Commissione provinciale per la conservazione dei monumenti del Friuli, fu anche autore di progetti edilizi e di studi architettonici preliminari a restauri. Nel 1900 si progettò la casa, al n. 10 di via Tullio, secondo moduli neolombardeschi (Damiani). A lui si devono in Udine i restauri della facciata del duomo, dove scoprì l’affresco trecentesco dell’abside; della basilica delle Grazie e del prezioso dipinto raffigurante la Madonna delle Grazie; della chiesetta di S. Valentino in borgo Pracchiuso, qui affiancato dal progettista e costruttore Tiziano Tonini (1858-1931); della chiesa di S. Pietro Martire per l’ingresso alla sagrestia e per la cantoria. Inoltre, lavorò alla facciata della chiesa di Moggio basso, nella cappella degli Asquini nel cimitero di Fagagna, nella villa Nigris a Fagagna. Consigliere della Società filologica friulana (1919-1920) e fedele collaboratore de «La Panarie», con scritti quasi tutti di carattere artistico, produsse monografie, opuscoli, critiche d’arte e relazioni di lavori, contributi preziosi per la storia e l’arte del Friuli. Partecipò alla guida Illustrazione del Comune di Udine (1886), con scritti sulla vita udinese e sui monumenti, delineando un percorso storico-artistico. Pubblicò inoltre nel 1902 uno scritto su La chiesa di S. Marco in Friuli e, in collaborazione con Alfredo Lazzarini, Castelli friulani (1901-1903), riservandosi la parte artistica, mentre il Lazzarini curò quella storica. Al 1922 risale un omaggio per nozze, Di Odorico Politi, pittore udinese. Altri suoi contributi furono pubblicati sul «Bollettino della civica biblioteca e del museo», relativi a opere museali di recente acquisizione, o ristudiate, e ad architetture cittadine, sugli «Annali dell’Istituto tecnico di Udine», relativi alla casa in Friuli, all’arte e alla vita, e su «La Panarie». Socio effettivo dell’Accademia di Udine e corrispondente della Società di Minerva di Trieste, diede prova della sua profonda conoscenza di storia, costumi e monumenti locali, nonché dei classici, oltre che su giornali e periodici, in dotte conferenze di un’oratoria impeccabile, vivacizzata da acute osservazioni e satira sottile. Letture dell’Accademia udinese, raccolte negli «Atti», contemplano ipotesi di attribuzione di quadri udinesi, delineazione di attività di artisti friulani del periodo risorgimentale e di personaggi. Citato tra i «lettori eloquenti ed illustri alla cattedra della Minerva […] chiamati di fuori», vi tenne conferenze nel 1894 (Il pupazzeto), nel 1902 (In faccia al vero) e nel 1903 (Le arti minori). Un elenco dei suoi scritti, raggruppati per generi – a partire dai versi friulani che firmò con lo pseudonimo “Zaneto”, e a seguire quelli riguardanti il Friuli, poi quelli vari –, è pubblicato nella «Rivista della Società filologica friulana G. I. Ascoli» (1924). Compose qualche lirica di ispirazione classicheggiante, come la poesia A una lucerna pompeiana («La Panarie», 1927). Briose poesie si alternano a rime in friulano che hanno un che di studiato, se non di artefatto (Mari nature, La lenghe, A cierts critics, Il furlan ca di pôs agns, Nus disbatiin), pubblicate dal 1897 al 1928 in «Pagine friulane», «Strolic furlan» e altre riviste locali. Oltre alle poesie di interesse autobiografico (Ritràt, La ciase di miò nono), si ricordano i Sonetti Fiorentini che risalgono al penoso periodo dell’esilio a Firenze (Nostalgia, Solitudine). Tre racconti poetici apparsi in «Strolic furlan» (Sefùt in paradîs, Il judizi universâl, Lis ànimis dal purgatori) sono improntati a bonaria e sana comicità. Come artista si dedicò alla ricerca delle minuzie e dei particolari in una pittura verista di prati al sole, giardini fioriti, boschetti ed acque; dipinse in miniatura su pergamena. Purtroppo l’invasione della prima guerra mondiale ha distrutto tutta la sua produzione artistica e gli schizzi, studi preziosi di lunghi anni. Partecipò all’Esposizione artistica industriale di Udine del 1883 con Primavera nell’orto e con La quiete, «preso dal vero», dipinto premiato con la medaglia d’argento. «Da schizzi del signor G. Del Puppo» fu realizzato il manifesto dedicato all’inaugurazione della ferrovia Pontebbana (30 ottobre 1879), cui fu riservata un’intera pagina dall’«Illustrazione italiana», il settimanale edito a Milano da Treves, dove furono pubblicate due elaborate composizioni con i festeggiamenti a Udine, in piazza Vittorio Emanuele e alla stazione, assieme alle immagini di Pontebba/Pontafel, e con le località lungo il percorso, a contorno del palazzo municipale di Udine e di quello di Venzone (erroneamente scambiate le didascalie). Nel 1922 gli fu assegnata, quale abitazione, la Casa del comando (poi Casa della contadinanza) sul colle del castello; la lasciò nel 1928, quando per motivi di salute dovette rinunciare alla effettiva direzione del Museo. «Pago dell’intime soddisfazioni» sostenne le avversità con coraggio (Girardini) e si spense a Udine il 9 marzo 1932.

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Bibliografia

Opere di G. Del Puppo: Vita intima; Monumenti cittadini; Guida della città, in Illustrazione del Comune di Udine, a cura di G. OCCIONI BONAFFONS, Udine, Società alpina friulana, 1886, 177-180, 199-214, 439-443; La chiesa di S. Marco in Friuli, Udine, Tip. Patronato, 1902; I lavori di ristauro del Castello, 26 luglio 1906, Udine, Tip. G. Vatri, 1906; Gli artisti friulani e il Risorgimento nazionale, «Annali del R. Istituto tecnico Antonio Zanon di Udine», 4/6 (1914), 105-118; Di Odorico Politi, pittore udinese, Udine, Percotto e F., 1922 (nozze Politi-Biasutti); Monumento commemorativo dei caduti per la Patria […], Udine, Percotto e F., 1923; A. LAZZARINI - G. DEL PUPPO, Castelli friulani, Udine, Del Bianco, 1901-1903.

DBF, 281; Catalogo ufficiale completo della Esposizione Provinciale in Udine 1883 compilato dal Comitato Esecutivo, Udine, Tip. M. Bardusco, 1883, 30; Bibliografia della poesia friulana contemporanea, «Rivista della Società filologica friulana G. I. Ascoli», 5 (1924), 68-72; C. SOMEDA DE MARCO, In memoria del prof. Giovanni Del Puppo, «Ce fastu?», 8/3-4 (1932), 88-90; Cronache de «La Panarie», «La Panarie», 9 (1932) 50, 141; E. GIRARDINI, Giovanni Del Puppo, ibid., 10/56 (1933), 125-129; F. TENTORI, Architettura e architetti in Friuli nel primo cinquantennio del ’900, «AAU», s. VII, 8 (1966-1969), 345-348; MARCHETTI, Friuli, 961; DAMIANI, Arte del Novecento I, 82; L. CARGNELUTTI, Il Friuli nelle Esposizioni di Belle Arti e di Arti, Agricoltura e Industria, in Tra Venezia e Vienna, 193-209: 201, 208; A. GENTILE - G. SECOLI, La Società di Minerva (1810-1960), «Archeografo triestino», extra serie, 6 (2009), passim; L’invenzione del Castello dalla metà dell’Ottocento alla metà del Novecento, a cura di M. BUORA, Udine, Comune di Udine/Civici musei e Gallerie di storia e arte, 2009, passim.

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