Nacque il 14 maggio 1815 a Romans d’Isonzo (Gorizia), dove si spense il 12 aprile 1894. Era figlio di Giulio e di Maria Frisacco da Tolmezzo. Frequentò il ginnasio a Gorizia; si diplomò in farmacia a Padova nel 1840. Nel 1847 assunse la direzione della farmacia paterna e dell’azienda agricola; successivamente associò nella gestione della farmacia il fratello minore Francesco Michele (1835-1911). Il d. T. fu patriota – partecipò all’impresa dei Mille con Garibaldi –, e cultore delle lettere. Nella sua farmacia si riunivano i poeti Pietro Zorutti, Prospero Antonini, i fratelli Monaco e il Michieli; fu in contatto con Caterina Percoto, Francesco Dall’Ongaro e Pacifico Valussi. Nel 1933 fu posta una lapide sulla facciata della farmacia di Romans, con un’epigrafe di Pier Silverio Leicht. Il d. T. svolse un’intensa attività di educatore e di promotore della cultura nelle scuole dell’Istituto regio distrettuale di Gorizia; con decreto del 26 aprile 1843, fu nominato ispettore scolastico locale per le scuole “triviali”. Ebbe altri incarichi e riconoscimenti: membro del consiglio dell’Associazione agraria friulana e della Società agraria di Gorizia, socio corrispondente dell’Accademia di Udine, socio onorario della Società operaia gradiscana di mutuo soccorso, rappresentante nel Consiglio scolastico distrettuale, infine membro della Commissione distrettuale per l’ordinamento e l’imposta fondiaria nel 1869. I suoi interessi per la realtà agraria lo portarono a promuovere una commissione per lo studio del progetto d’irrigazione della sponda destra dell’Isonzo, di cui fu il presidente. ... leggi Oltre ad essere un cultore di lettere e un educatore, fu anche un fervente patriota. In occasione delle guerre d’indipendenza del 1859 e 1866, nonostante i suoi indubbi sentimenti patriottici rivolti al ricongiungimento con l’Italia, d. T. prestò soccorso umanitario ai soldati austriaci provenienti dai campi di battaglia. Due sue poesie in friulano meritano di essere segnalate per il particolare rilievo civile e patriottico: L’Isunz e Le cornette dei bersaglirs che partissin per Assab e Dogali (22 gennaio 1887). Il risultato più noto dell’attività letteraria di d. T. fu la pubblicazione de «Il Contadinell. Lunari per la zovintut agricule par l’ann comun 1856-1895», un calendario annuale (“lunari”) che fu diffuso dal 1856 al 1895 nelle campagne friulane; fino al 1875 fu edito in lingua friulana, poi in quella italiana. «Il Contadinell» costituisce ancora oggi una fonte preziosissima per conoscere molti aspetti della vita contadina, e lo stesso Giuseppe Vidossi lo giudicava «un prezioso repertorio di notizie d’interesse demologico». Era rivolto principalmente ai giovani e mirava all’educazione attraverso il racconto di leggende e proverbi che accompagnavano le descrizioni dei lavori agricoli, della vinificazione, della coltivazione delle piante e delle tradizioni friulane. Gli interessi d. T. per l’agricoltura si concretizzarono nella pubblicazione Istruzion popolar sore il mud plui vantazòs di preparà e di conservà il ledàn e sore il mud di fa la rispettive buse. Collaborò anche a vari periodici con articoli di materia agraria: «L’amico del contadino», l’«Annuario della Società agraria friulana», il «Calendario della Società agraria di Gorizia», gli «Atti e memorie della Società agraria di Gorizia».
ChiudiBibliografia
DBF, 281-282; OCCIONI BONAFFONS, Bibliografia, 437; N. MANTICA, Giuseppe Ferdinando del Torre: necrologio, Udine, Tip. G. Seitz, 1894; Una lettera di Caterina Percoto, «Pagine friulane», 8/3 (1895), 51; G. F. DEL TORRE, Friulani del vecchio stampo. G. Ferdinando del Torre, «La Panarie», 7 (1930), 42; «Lares», 3/3-4 (dicembre 1932-XI), 119; R. VIDONI, Leggende friulane dal «Contadinel», «Ce fastu?», 9 (1933), 250-263; D. ZORZUT, Giuseppe Ferdinando del Torre, ibid., 243-249; M. MOLINARI PIETRA, Ottocento friulano, Udine, Ed. Idea, 1941; D. ZORZUT, Giuseppe Ferdinando del Torre nel centenario del «Contadinel», Gorizia, Tip. Soc. Gorizia, 1956; VALENTINELLI, Bibliografia, 241-242; L. CICERI, Poeti e narratori in friulano, in Gradiscia, 297-298; D’ARONCO, Nuova antologia, II, 73-77; A. CICERI, Rivisitazione del mondo contadino di Giuseppe Ferdinando del Torre, in Marian, 451-474; A. E. FUMANERI, Giuseppe Ferdinando del Torre (1815-1894), ibid., 482-486; Plantis che crèssin in Friùl: coltivadis e salvadis, e che mèritin di sei cognossùdis, Romans d’Isonzo, Comune di Romans d’Isonzo, 1984; G. F. DEL TORRE, Lejendis tal lunari: leggende popolari raccolte per il «Contadinel», Udine, SFF, 1995, 23.
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