DEL TORSO ENRICO

DEL TORSO ENRICO (1876 - 1955)

studioso di araldica, fotografo

Immagine del soggetto

Enrico del Torso e la moglie Cecilia Beretta in un autoscatto del 1903, anno del loro matrimonio.

Nacque a Trieste il 7 marzo 1876, primo di quattro figli, da Antonio e Angelina Romano. Dopo gli studi al Liceo ginnasio Stellini di Udine e alla Scuola militare di Milano, conseguì nel 1901 la laurea in giurisprudenza all’Università di Bologna. Contemporaneamente alla laurea in diritto costituzionale, con la tesi Della rappresentanza politica, iniziò a occuparsi di storia patria e a dedicarsi a studi di araldica e genealogie, a partire dai documenti di casa Romano, famiglia a cui apparteneva la madre. Nel 1903 sposò la contessa Cecilia Beretta. Nel corso di una sessantina d’anni egli raccolse una ricca documentazione, tratta da fonti diverse (archivi familiari, archivi pubblici, archivi parrocchiali, archivi diocesani, ecc.), con cui elaborò un imponente corpus araldico e, in parallelo, un corpus genealogico (circa novecento fascicoli) delle famiglie nobili e popolari friulane, avvalendosi anche della collaborazione dei discendenti, come testimonia la corrispondenza epistolare. Vicino a Pier Silverio Leicht e al gruppo delle «Memorie storiche cividalesi» (poi «forogiuliesi»), di cui fu tra i fondatori, vicepresidente della Deputazione di storia patria e della Società filologica friulana, d. T. privilegiò sempre la ricerca del documento, sulla linea di Giuseppe Bianchi e degli Joppi; in particolare le sue genealogie ampliano o continuano quelle di Antonio Joppi. Carlo Guido Mor riconobbe a d. T. il merito di aver parlato di storia patria senza toni encomiastici e apologetici, di aver dato vita nel Novecento a una disciplina araldica che ancora non c’era in Friuli. ... leggi Il suo corpus genealogico, attraverso la cui compilazione egli maturò un’esperienza che lo portò a collaborare all’Enciclopedia storico-nobiliare italiana di Vittorio Spreti, alla «Rivista araldica» e ad avere il ruolo di componente della Consulta araldica, costituisce ancora oggi una fonte prima di informazione, anche se nuova documentazione e nuove ricerche hanno modificato la ricostruzione di alcune strutture familiari, soprattutto per il periodo delle origini. Inoltre – e questo è un limite – d. T. non sempre cita la fonte a cui attinge, nonostante il rigore con cui l’ha esaminata, impedendo un riscontro. Dopo che aveva già depositato, nel novembre 1944, una parte del suo materiale per ragioni di sicurezza presso la Biblioteca Joppi, d. T. lasciò alla stessa Biblioteca civica udinese i suoi manoscritti e la sua biblioteca personale, ricca di 11.277 pezzi. Il suo archivio, che raccoglie documentazione relativa a famiglie ed enti friulani, si conserva presso l’Archivio di Stato di Udine. Il suo impegno culturale fu sempre associato all’attività imprenditoriale della famiglia nel settore dei legnami, con sedi in Austria, a Trieste e a Udine. Fu anche consigliere di amministrazione della Banca del Friuli dal 1919 fino alla morte, che lo colse a Udine il 26 ottobre 1955. [L. C.]

Già alla fine dell’Ottocento iniziò per diletto ad occuparsi di fotografia, come un certo numero di nobili italiani e friulani. La sua produzione fotografica è in parte associata al suo impegno di studioso di genealogia e di araldica, frequentatore indefesso di archivi pubblici e privati. Dal suo osservatorio privilegiato di appartenente al patriziato, illustrò, infatti, con i ritratti dei personaggi e con le vedute delle dimore e dei loro interni, il mondo della nobiltà friulana del Novecento con i matrimoni, le feste, le villeggiature, la caccia e gli altri riti sociali che ne testimoniano il costume. Si dedicò inoltre alla fotografia di paesaggio senza indulgere al genere agreste, in voga ai tempi del tardo pittorialismo friulano. La sua fotografia intitolata Tramonto sulla Mur fu pubblicata nel 1923 su «Luci e Ombre», l’annuario della fotografia artistica italiana edito da «Il Corriere fotografico» di Torino. [A. G.]

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Bibliografia

La bibliografia degli scritti di d.T. in C G. MOR, Enrico del Torso, «Ce fastu?», 32/6 (1956), 190-193.

G. COMELLI, La biblioteca del Torso alla Civica di Udine, «Sot la nape», 7/6 (1955), 17-19; G. M. DEL BASSO, I manoscritti di Enrico del Torso, in Atti del convegno per il centenario della nascita di Pier Silverio Leicht e di Enrico del Torso, 1-3 novembre 1975, Udine, Deputazione di storia patria per il Friuli, 1977, 151-156; G. PLESSI, L’opera araldico-genealogica di Enrico del Torso, ibid., 135-147; T. MIOTTI, Genealogie nobiliari e storiografia castellana, in ID., Castelli del Friuli, 6, La vita nei castelli friulani, Udine, Del Bianco, 1981, 43-54; G.M. DEL BASSO, Genealogie di Enrico del Torso: manoscritti D. T. 162, 163 della Biblioteca Comunale di Udine, «M&R», 4/2 (1985), 79-102; Enrico del Torso fotografo (1876-1955), a cura di R. TOFFOLETTI - I. ZANNIER, Udine, AGF, 1990; Il Friuli “Belle Epoque” nelle fotografie di Enrico del Torso, a cura di I. ZANNIER, Firenze, Alinari, 1999; A. ROMANO, Enrico del Torso e l’“Enciclopedia storico-nobiliare”: storia di un libro attraverso gli inediti dell’Epistolario, 1898-1940, «La Panarie», 38/144 (2005), 39-50 e 38/145 (2005), 32-40; ID., Note sui rapporti epistolari tra Enrico del Torso e Pier Silvio Leicht, ibid., 38/147 (2005), 84-91; ID., Note sui rapporti epistolari tra Enrico del Torso e Andrea Da Mosto, ibid., 39 (2006), 37-42.

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