DEL TORSO IACOPINO

DEL TORSO IACOPINO (? - 1414)

cardinale

Immagine del soggetto

Benedetto XIII, Alessandro V e Gregorio XII nel De magno schismate di Antonio Baldana (Parma, Biblioteca palatina, cod. 1194, f. 6r).

Di nobile famiglia udinese, nacque da Giovanni poco dopo la metà del XIV secolo. Il 17 giugno 1387 l’arcidiacono di Bologna Antonio Caetani, futuro patriarca d’Aquileia e cardinale, attestò che I. aveva conseguito la laurea in medicina presso l’università di quella città. Nel 1390 il consiglio di Udine gli offrì un posto di medico fisico. In quegli anni (1389-1392) insegnava nella città il maestro di grammatica Giovanni Conversini da Ravenna, che gli fu amico e lo definì «uomo di grande sapere, di rara prudenza e di incredibile eloquenza». Per l’apprezzamento di queste doti, fra il 1388 e il 1394 il comune di Udine lo incaricò di rappresentarlo presso il parlamento della Patria del Friuli o il suo consiglio (“magister Iacobinus phisicus”). Nel 1391, sempre il consiglio della città lo inviò come ambasciatore a Roma da Bonifacio IX, per pregarlo d’intervenire nell’attività politica del patriarca d’Aquileia Giovanni di Moravia, che gli Udinesi accusavano di malgoverno. Alla fine del 1394, due mesi dopo l’uccisione del presule, per mandato del comune di Udine, I. insieme ad un altro ambasciatore era nuovamente presso il pontefice, per sollecitarlo a scegliere un nuovo patriarca. Nel gennaio successivo, fu emanata la bolla di nomina di Antonio Caetani; appena saputolo, il comune di Udine incaricò i suoi ambasciatori, che si trovavano ancora a Roma, di presentare le congratulazioni al neo-eletto. L’attività pubblica e professionale doveva conoscere una svolta radicale, quando I. intraprese la carriera ecclesiastica. Infatti nel 1397 egli risiedeva presso la curia pontificia, come protonotario e “familiaris” di Bonifacio IX. L’udinese era legato al cardinale Pileo di Prata (membro dell’aristocrazia del patriarcato), che, dettando il proprio testamento (1399, Monte Giordano in Roma), lo designò fra gli esecutori delle sue ultime volontà. In quanto membro della corte papale, I. conseguì un cumulo di benefici ecclesiastici, caratteristico dei tempi: anche benefici con cura d’anime, quindi con obbligo di residenza, a cui egli, secondo un uso ampio, si sottraeva grazie ad apposite dispense. ... leggi Tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XV in Friuli divenne canonico di Udine, Aquileia e Cividale; pievano di Buia, Artegna, Tarcento e Tricesimo; e abate commendatario del monastero benedettino di S. Martino alla Beligna (1398). Per la pieve di Tricesimo, nel 1400 sorse una lite fra I., a cui il beneficio (conferito da Bonifacio IX) spettava in quanto decano del capitolo di Udine, e Nicolò Rugi, scrittore ed abbreviatore papale e membro anch’egli dei più importanti capitoli friulani. In maggio l’udinese ricevette l’immissione nel possesso corporale del beneficio, ma la lite si trascinò ancora per qualche anno, anche per l’appoggio dato al concorrente da Antonio Pancera, prima vescovo di Concordia, poi (1402-1411) patriarca d’Aquileia. Infatti il Caetani, nominato cardinale, aveva rinunciato al patriarcato; nel 1402, fra gli aspiranti alla successione c’era anche il protonotario friulano. Della saggezza e dell’eloquenza di I. si servirono pure i pontefici: Innocenzo VII, che nel 1405 lo inviò, in qualità di nunzio apostolico, presso Ladislao, re di Sicilia; e Gregorio XII, che nel 1407 lo mandò a Genova e a Savona, quindi, nel marzo dell’anno successivo, una seconda volta, perché con il papa avignonese Benedetto XIII conducesse trattative per la ricomposizione dell’unità della Chiesa, lacerata dal grande scisma d’Occidente. Trattative, com’è noto, naufragate; tanto che Gregorio XII, il 9 maggio 1408, per ricompattare il concistoro ed assicurarsene l’appoggio, da un gruppo di fedelissimi nominò quattro cardinali: i nipoti Antonio Correr e Gabriele Condulmer, il domenicano Giovanni Dominici e I., a cui fu attribuito il titolo di cardinale diacono di S. Maria Nova; ma comunemente era chiamato “l’Udinese”. Altri otto (di cui sei italiani) furono creati nel settembre dello stesso anno. Nel 1409 un gruppo di cardinali dissidenti si riunì a Pisa per deporre i due papi, ritenuti eretici e scismatici, ed eleggerne un altro, che assunse il nome di Alessandro V. Il patriarca Antonio Pancera aderì all’obbedienza pisana, mentre I. restava fedele a Gregorio XII e, come gli altri seguaci di questo e di Benedetto XIII, fu colpito dalla scomunica: perciò il presule aquileiese lo privò di tutti i benefici ecclesiastici di cui egli godeva in Friuli. Contemporaneamente al concilio di Pisa, il papa romano ne convocò uno a Cividale del Friuli, potendo contare sul sostegno del re dei Romani Roberto del Palatinato, che gli assicurava la fedeltà dei Tedeschi. Accompagnato anche da I., Gregorio XII si recò nella cittadina friulana, ma l’iniziativa fallì e il papa e i suoi fedeli dovettero lasciare precipitosamente il Friuli. Per compensare il cardinale udinese dei benefici ecclesiastici perduti, nel 1410 il pontefice romano gli conferì il priorato di S. Polo di Madeno, dell’ordine di S. Agostino (nella diocesi di Chiusi, in Toscana), quindi anche l’abbaziato di Balnaria, nella diocesi di Messina. Nel 1414 lo inviò come suo legato a Venezia. Ma durante il viaggio I. cadde ammalato. Il 29 agosto dettò il proprio testamento; morì a Rimini, dove fu sepolto nella chiesa di S. Giovanni degli eremitani di S. Agostino.

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Bibliografia

EUBEL, Hierarchia, 31; D. BARBALARGA, Del Torso, Iacopino, in DBI, 37 (1990), 305-306; L. ZANUTTO, L’itinerario del pontefice Gregorio XIII da Roma (9 agosto 1407) a Cividale del Friuli (26 maggio 1409), Udine, Del Bianco, 1901, 40, 48, 113, 120; G. B. ROMANO, Il cardinale Giacomino I Del Torso, Udine, Bardusco, 1902; L. ZANUTTO, Il protonotario Iacopino Del Torso e le sue legazioni nel tempo del grande Scisma (1407-1408), Udine, Del Bianco, 1903 (con edizione di documenti); ZANUTTO, Iacopino Del Torso, 69-97; P. PASCHINI, Antonio Caetani, cardinale aquileiese. Notizie storiche, «Archivio della R. Società romana di storia patria», 52 (1929), 147-222: 151, 160, 164-165; PASCHINI, Il patriarca Antonio Caetani, 73-205: 86-87, 91; ID., Giovanni di Ravenna maestro di grammatica a Udine, «MSF», 33-34 (1937-38), 206-207; ID., Prelati friulani in curia romana durante il grande scisma, «MSF», 41 (1954-55), 95-113: 95-96, 109.

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