DEL TOSO NICOLÒ

DEL TOSO NICOLÒ

pubblico perito

Il D.T. operò in modo prevalente nella città di Udine e in diverse ville della pianura centrale friulana, anche se non si esclude una possibile estensione della sua presenza professionale alle zone del cividalese e della pedemontana centro-orientale, come testimoniano le stime e mappe riguardanti la zona di Tarcento (1648). La sua attività si svolse nei decenni centrali del secolo XVII e riguardò principalmente la «escorporazione e perticazione» di porzioni più o meno estese di beni comunali, in special modo terreni adibiti a pascolo e boschi, compiute per incarico dei provveditori sopra i beni inculti di Venezia. Fra i vari lavori eseguiti vanno segnalati quelli compiuti nel territorio sottoposto alle ville di Lumignacco e di Risano, databili attorno al 1650, dove a fianco al suo nome compare più volte in qualità di pubblico perito la figura di Giuseppe Del Toso, con ogni probabilità suo parente (forse fratello); quelli riguardanti boschi e pascoli comuni localizzabili nelle adiacenze del fiume Natisone e della villa di Manzano (1653); le misurazioni e stime di terreni comunali acquistati dal conte Ludovico Manin, all’incirca fra il 1650 e il 1654, e situati in modo prevalente nelle ville di Sedegliano e di Basagliapenta; le «escorporazioni» di terreni prativi e di «paschi» nei dintorni della villa di Cassacco (1667). Del 1656 è invece il catasto dei beni del monastero di S. Chiara, riguardante numerosi beni appartenenti ad una trentina di ville della pianura, fra le quali figurano Udine e le ville circonvicine, Mereto di Tomba, Pasian di Prato, Flumignano. Le tecniche usate per la misurazione del territorio e per la rappresentazione grafica dei confini appaiono ancora tipicamente settecentesche, pur denotando una particolare attenzione nella riproduzione delle esatte proporzioni e nella definizione accurata delle proporzioni delle terre rilevate, per quanto gli strumenti lo potessero all’epoca permettere.

Bibliografia

ASU, Caiselli, Mappe, cassetto 1, no 8, 17, 18, 19; Ivi, 43.7.2; Ibid., Liruti, Mappe, 37.11 n. 1; Ibid., Manin, Mappe, cassetto 14, no 8, 25; Ibid., Perusini, 755.1 no 4; Ibid., Corporazioni religiose soppresse, 608, cassetto 70, Monastero di Santa Chiara. Catastico (1656).

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