Nacque a Martignacco (Udine) il 2 luglio 1906, primogenito dei tre figli di Silvio e Laura Carnesali di Verona. Il padre era uno dei cinque fratelli Delser, i quali nel 1891 avevano dato vita a un «rudimentale biscottificio» che, in virtù dei lusinghieri risultati raggiunti, confermati dall’apprezzamento del mercato locale e dai premi alle esposizioni (tra cui quelle di Londra del 1902 e di Udine del 1903), nel 1908 venne trasformato in un vero e proprio stabilimento dotato di un moderno impianto meccanico. Rimasto orfano di padre a soli sette anni, fu cresciuto dalla madre con l’aiuto degli zii, con i quali fu costretto a riparare a Siena in seguito all’invasione delle truppe tedesche nel 1917. Nel primo dopoguerra la fabbrica fu ricostruita e sotto l’efficiente guida degli zii Carlo e Guglielmo, scomparsi rispettivamente nel 1920 e nel 1935, si affermò sia in Italia che all’estero. Nello stesso torno di tempo, D., sostenuto dalla famiglia, proseguì gli studi prima a Brescia e poi a Torino, dove si diplomò in ragioneria, per laurearsi nel 1932 in economia e commercio all’Università di Trieste. Dopo la morte di Guglielmo, l’azienda venne affidata ai figli Giuseppe (amministratore delegato) e Carlo (consigliere) e al nipote Leopoldo (consigliere, addetto al settore commerciale), sotto la guida dell’esecutore testamentario, avvocato Guido Franceschinis (presidente). Nel 1940 egli sposò Viareggina Colussi, dalla quale ebbe due figli, Silvia e Carlo. Dopo aver superato non senza difficoltà il giudizio del locale Comitato di liberazione, a causa degli incarichi amministrativi ricoperti durante il fascismo, D. poté tornare a lavorare in azienda, la cui attività nel frattempo era stata molto ridimensionata. Con la fine delle ostilità, per la Delser ebbe inizio un nuovo periodo favorevole. Col passare degli anni, tuttavia, la spinta iniziale venne scemando, sia per la prematura scomparsa di Carlo (1946), che per i mutati scenari economici. ... leggi Nel 1969, infatti, a causa delle perduranti difficoltà dovute a un calo dei consumi e a una sempre più agguerrita concorrenza nel settore, Giuseppe decise di vendere l’azienda a Giulio Locatelli, industriale pordenonese della ceramica. Per Leopoldo fu un duro colpo sul piano sia morale che finanziario, avendo egli solo una modesta partecipazione azionaria; fu quindi costretto a rassegnare le dimissioni da dirigente. Da quel momento in poi seppe trovare nuovi stimoli nel campo dell’associazionismo, di quello cooperativo in primis. Consigliere d’amministrazione fin dal 1937 della Cassa rurale ed artigiana di Martignacco, nel 1958 venne eletto presidente. Fu a capo della Cassa in anni di notevole sviluppo dell’attività, consapevole del ruolo di supporto che il credito cooperativo poteva assumere nella crescita dell’economia locale. Grande oratore, mostrò competenza e autorevolezza tali che gli valsero nel 1970 l’elezione a presidente della Federazione regionale delle casse rurali ed artigiane, carica che mantenne fino al 1991, quando lasciò anche la Cassa di Martignacco. Nello stesso torno di tempo ricoprì incarichi anche a livello nazionale, come consigliere dell’Istituto centrale delle casse rurali ed artigiane (Iccrea) e presidente dell’Assimoco, gruppo assicurativo del movimento cooperativo. Morì il 28 novembre 1993.
ChiudiBibliografia
L. DELSER, Delser. Un nome, una famiglia, un’industria, Campoformido, s.n., 1992 (volume autobiografico stampato in pochi esemplari, messo a disposizione dal figlio Carlo, che sentitamente si ringrazia).
C. VENUTI, 100 anni insieme. Storia di una comunità e della sua banca, Udine, BCC Friuli Centrale, 2006; Le nostre industrie. I Biscottini Delser, «La Patria del Friuli», 6 maggio 1905; Industrie friulane. Il Biscottificio Delser, «La Panarie», 1/1 (1924), 62-64.
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