DI GASPERO GIOVANNI LEONARDO

DI GASPERO GIOVANNI LEONARDO (1831 - ?)

bachicoltore, semaio

Nato a Pontebba il 4 febbraio 1831 e coniugato con Angela Foramitti, da cui ebbe cinque figli, fu un eccellente bachicoltore e semaio. Fin dalla seconda metà degli anni Cinquanta i suoi bozzoli da riproduzione erano assai ricercati, soprattutto da «speculatori lombardi». Si distinse pure per l’accuratissima selezione di seme bachi, che gli consentì, anche negli anni in cui imperversò la pebrina, di confezionare un prodotto assai resistente all’atrofia e di ottenere quindi una buona produzione di «galetta gialla nostrale». Il suo sistema di allevamento, detto “Gaspero”, si compendiava nella nascita precoce dei bachi, nel sollecitarne poi la crescita con la somministrazione continuativa di cibo giorno e notte, nella costante temperatura e ventilazione, nell’ampiezza dei locali e nella massima cura igienica. Nella campagna bacologica del 1870, onde aumentare l’allevamento dei filugelli fino a cinque once di seme bachi, costruì un apposito ambiente di circa 400 metri cubi. Il suo metodo fu illustrato, nel settembre 1872, al congresso bacologico internazionale di Udine; con le sue pratiche, in effetti, D. G. era riuscito a conservare la razza nostrana «in mezzo ai generali disastri» della bachicoltura italiana. Il seme da lui prodotto con i bozzoli dei suoi «speciali allevamenti» pontebbani veniva in massima parte «dispensato a rendita» nei distretti di Codroipo e Latisana, dove il fratello Antonio dirigeva e vigilava con grande attenzione numerosi allevamenti di filugelli. Sulla base di esperienze francesi, il semaio di Pontebba aveva perfezionato dal 1862 nella sua «bacheria», diventata nel tempo «una vera fabbrica di semente da bachi», la produzione di seme da farfalle non corpuscolose, basandosi sulla loro durata di vita dopo la deposizione delle uova, metodo grazie al quale ritenne di potersi dispensare dalla selezione cellulare (richiedente l’osservazione al microscopio delle farfalle stesse), affermatasi in seguito come soluzione definitiva, in applicazione del “metodo Pasteur”, al problema della produzione di seme bachi non infetto. Ancora nei primi anni del Novecento era censito a Pontebba uno stabilimento per la confezione del seme bachi a sistema cellulare di proprietà dei fratelli Di Gaspero Rizzi (è documentato che vi fu, su richiesta dei nipoti di D. G., Luciano e Giovanni Leonardo, una sentenza di rettifica dell’originario cognome, che venne modificato in Di Gaspero Rizzi).

Bibliografia

G.L. DI GASPERO, Di alcune pratiche usate nell’allevamento dei bachi da seta, in Atti e memorie del secondo congresso bacologico internazionale tenuto nei giorni 14, 15 e 16 settembre 1871 in Udine, a cura del Comitato ordinatore del congresso, Udine, Tip. G. Seitz, 1872, 189-195.

O. FACINI, Della razza nostrale di bachi da seta conservata dal signor Leonardo di Gaspero di Pontebba, «Bull. Ass. Ag. Fr.», s. I, 14 (1869), 721-723; ID., La bacheria del signor di Gaspero in Pontebba, «Giornale di Udine», 29 giugno 1870, 2; G.D. PIEMONTE, Pontebba e la sua storia, Udine, AGF, 1982, 126; F. BOF, Gelsi, bigattiere e filande in Friuli da metà Settecento a fine Ottocento, Udine, Forum, 2001, 246, 256, 315-317.

Si ringrazia per le informazioni fornite il Servizio amministrativo e degli affari generali ed istituzionali del comune di Pontebba.

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