Nacque a Belluno il 24 gennaio del 1689 ed ebbe come primo maestro il pittore locale Antonio Lazzarini. Passò poi a Venezia nella bottega di Gregorio Lazzarini e successivamente in quella di Sebastiano Ricci (1709-11). Probabilmente già prima del 1709 fu attivo in patria, con tele per il duomo e per la chiesa di S. Stefano. Nel corso del secondo decennio del Settecento iniziò una prolifica attività, sorretta da una notevole felicità esecutiva, producendo opere di carattere sacro, decorazioni in residenze private e scenografie teatrali. Proprio quest’ultima attitudine portò il D. nel 1717 a Monaco di Baviera e poi a Dresda. Nel 1720 rientrò a Venezia, soggiornandovi fino al 1726, quando, su invito del cardinale Pietro Ottoboni, si spostò per un breve periodo a Roma, dove lavorò per S. Lorenzo in Damaso (esecuzioni testimoniate solo da incisioni dell’epoca). Nel 1727 realizzò l’Estasi di san Francesco in S. Rocco a Belluno, ritenuto il suo primo dipinto firmato e datato, nel quale risultano particolarmente evidenti i debiti stilistici nei confronti del Ricci. Al quarto decennio del secolo appartengono le quattro grandi tele nella sacrestia di S. Stefano a Venezia (1733) e le opere per il duomo di Chioggia, per la chiesa del Carmine di Venezia e S. Giustina a Padova. Nel 1747 eseguì l’Annunciazione, ora al Museo civico di Belluno, e gli affreschi dello scalone di palazzo Ricatti a Castelfranco Veneto. Al 1748 datano le decorazioni dello scalone dei Gesuiti e del salone di Ca’ Zenobio ai Carmini, entrambi a Venezia, e quelle in palazzo Spineda a Treviso. Tra il 1750 e il 1751 il D. fu a Bergamo, dove affrescò il soffitto di S. Bartolomeo. ... leggi Nello stesso periodo dipinse il baldacchino per l’altare maggiore della basilica del Santo a Padova (ora nel Museo Antoniano) e tra il 1755 e il 1758 decorò alcune stanze di Ca’ Rezzonico a Venezia, città dove nel 1760 eseguì tele per la chiesa del Carmine e per la scuola di S. Giovanni Evangelista. La frequenza e il tenore di tali commissioni testimoniano come il D., a partire dal quinto decennio del Settecento, fosse ormai uno tra i principali interpreti della pittura di figura veneziana, apprezzato per il suo linguaggio semplice quanto raffinato e spettacolare, contraddistinto da un vibrante cromatismo; tra l’altro nel 1755 fu uno dei fondatori dell’Accademia veneziana di pittura e nel periodo 1760-62 ne divenne il presidente, rieletto nel 1766. Morì improvvisamente a Venezia il 17 agosto del 1767. L’intensa e per certi versi frenetica produzione del D. è testimoniata anche in Friuli, con la presenza di un consistente nucleo di dipinti a lui sicuramente attribuiti: nel duomo di San Vito al Tagliamento la Madonna del Carmine con i santi Giuseppe e Nicolò e l’Immacolata tra i santi Francesco da Paola e Sebastiano (del 1750 circa); nella parrocchiale di Prodolone la Visitazione (1750 circa); nella parrocchiale di Colloredo di Monte Albano, la spettacolare Annunciazione (1750 circa); nella chiesa di S. Pietro ai Volti di Cividale del Friuli, la Madonna adorata da quattro frati capuccini (da riferirsi al sesto decennio); nel duomo di Tolmezzo la Madonna con il Bambino, santi e le anime del Purgatorio (da collocare alla fine degli anni Cinquanta); nel Museo civico di Pordenone il bozzetto raffigurante la Comunione della beata Giuliana Falconieri, forse lo studio preparatorio per una pala di analogo soggetto che si trovava nella chiesa di S. Valentino di Udine, scomparsa ma ricordata dalle fonti (1766 circa); e nella parrocchiale di Codroipo, San Giuseppe che appare ai santi Giovanni Evangelista, Pietro e Giovanni Battista (del 1765 circa; per la quale, tuttavia, è stato fatto anche il nome di Iacopo Marieschi). Inoltre, nei Civici musei di Udine sono conservati alcuni suoi disegni. Il D. ebbe numerosa prole e alcuni figli ne proseguirono l’attività, in particolare il primogenito Giuseppe (Venezia, 1732-1803), il quale operò anche in Friuli, riproponendo la maniera paterna, sebbene senza riuscire ad eguagliarne le capacità. Per la basilica di S. Maria delle Grazie a Udine realizzò due tele con Ester e Assuero e Giuditta con la testa di Oloferne (del 1770 circa). Inoltre, nel duomo di Cividale nel 1771 affrescò l’Assunta nella cupola del presbiterio e il Trionfo della Fede sul soffitto della sacrestia maggiore, lasciandovi pure la tela con Sant’Antonio abate e la Vergine per il coro invernale dei canonici. Sempre in questa città, per la chiesa delle orsoline di S. Giovanni in Valle, Giuseppe affrescò la Predica di san Giovanni Battista (1771 circa).
ChiudiBibliografia
R. PALLUCCHINI, Appunti per Giuseppe Diziani, «Arte Veneta», 10 (1956), 209-210; A. RIZZI, Gaspare Diziani in Friuli, «Acropoli», 2/2 (1963), 111-122; ID., schede, in Mostra della pittura veneta del Settecento in Friuli, a cura di A. RIZZI (Udine, 1966), Udine, Doretti, 1966, 50-61; A.P. ZUGNI TAURO, Gaspare Diziani, Venezia, Alfieri, 1971 (con bibliografia precedente); P. GOI - F. METZ, Pittura del XVII-XVIII secolo. Ricerche nel Sanvitese e Friuli Occidentale, San Vito al Tagliamento, Ellerani, 1972, 26-30; G. PAVANELLO, Per Gaspare Diziani decoratore, «Arte Veneta», 35 (1981), 126-136; F. VALCANOVER, Per il catalogo di Gaspare Diziani, «Studi trentini di scienze storiche», 60 (1981), 275-302; Il cielo domenicano di Gaspare Diziani: studi e ricerche in occasione del restauto, Bergamo, Centro culturale S. Bartolomeo, 1983; Á. CZOBOR, Aggiunte all’arte di Gaspare Diziani, in Nicola Grassi e il Rococò europeo. Atti del convegno internazionale di studi (Tolmezzo, 20-22 maggio 1982), Udine, Istituto per l’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia, 1984, 193-196; S. CLAUT, Per Gaspare Diziani: questioni cronologiche e qualche inedito, «Arte Veneta», 42 (1988), 146-151; ID., Diziani, Gaspare, in DBI, 40 (1991), 329-333; ID., Diziani, Giuseppe, in DBI, 40 (1991), 333-334; G. MIES, Arte del ’700 nel Veneto orientale, Tarzo (Treviso), Cassa Rurale ed Artigiana delle Prealpi, 1992, 94-107; G. WIEDMANN, Aggiunte a Gaspare Diziani disegnatore, «Arte Documento», 7 (1993), 171-177; S. CLAUT, Opere di Gaspare Diziani in Istria, «Ce fastu?», 70 (1994), 235-246; G. BERGAMINI, Il Settecento in Friuli: un secolo d’oro, in Giambattista Tiepolo, 43, 208-209; R. PALLUCCHINI, La pittura nel Veneto. ... leggi Il Settecento, II, Milano, Electa, 1996, 86-104; F. MAGANI, scheda, in Il Museo Civico d’Arte di Pordenone, a cura di G. GANZER, Vicenza, Terra Ferma, 2001, 128-129; M. DE GRASSI, Nuove opere di Giuseppe Diziani in Istria, in «Arte in Friuli. Arte a Trieste», 16-17 (1996/1997), 339-344; ID., Novità su Gaspare Diziani, «Archivio storico di Belluno, Feltre e Cadore», 75 (2004), 324, 66-71; L. MARIONI BROS, schede, in Capolavori salvati. Arte sacra 1976-2006. Trent’anni di restauri. Catalogo della mostra (Udine, 22 settembre-31 gennaio 2006), a cura di G. BERGAMINI - L. MARIONI BROS, Udine, Museo diocesano e Galleria del Tiepolo, 2006, 140-145.
Chiudi
Nessun commento