Nato a Vermegliano (Ronchi dei Legionari) nel 1922, morì a Monfalcone nel 2005. Diplomato all’Istituto magistrale di Gorizia, insegnò a lungo nelle scuole elementari di Ronchi dei Legionari. Amministratore locale, fu ispettore onorario per il Monfalconese della Soprintendenza per i beni artistici per il Friuli Venezia Giulia e socio corrispondente delle Deputazioni di storia patria per il Friuli e per la Venezia Giulia. Ebbe qualche interesse come pittore e scultore dilettante, ma la notorietà gli derivò soprattutto dalla sua attività di storico locale, di filologo e di poeta in dialetto bisiaco. Oltre a numerosi articoli su riviste e numeri unici, pubblicò una dozzina di monografie a carattere storiografico, le più significative delle quali sono Il privilegio di Ottone I del 967 e antica cartografia monfalconese (1967), le due edizioni di Staranzano. Storia, società e cultura nell’ambiente del Territorio Monfalconese (1978, 1987), La rocca di Monfalcone (1983), Teodoro del Borgo, capitano di balestrieri a cavallo, e la chiesetta di Fogliano (1994) e le due edizioni di Ronchi dei Legionari. Storia e documenti (1998, 2006). Dalla fine degli anni Cinquanta D. attese, con i colleghi Aldo Fulizio, Aldo Miniussi e Giordano Vittori, alla compilazione del Vocabolario fraseologico del dialetto ‘bisiàc’, pubblicato nel 1985 dalla Nuova Cappelli di Bologna. In campo demologico gli si devono le due edizioni di Vermegliano. ... leggi Documenti di vita e folclore (1969, 1992), la raccolta Proverbi della Bisiacaria (della quale sono coautori il Fulizio e il Miniussi e che venne pubblicata nel 1978) ed il volume Storiele e lezende de la zente bisiaca (2000). Le prime composizioni poetiche in “bisiàc” datano agli inizi degli anni Cinquanta, ma fu solo nel corso del decennio successivo che i versi di D. cominciarono a comparire sulle pagine del numero unico monfalconese «La Cantada», in «Sot la nape» e in rivistine locali di effimera durata. Nel 1973 D. pubblicò la prima raccolta di poesie, Na veta curta, alla quale seguirono Verdo sul tai (1976), Mazìdi e sogni (1978), Lucamara (1985), Per Biagio Marin (1987), Discolz pa i trozi de l’ànema (1990), A zercar vita (1992) e Ta’l vent de la sera (1994). Nel 1993 Jolka Milič pubblicò col titolo Vistù de verdo – Zeleno oblečen una scelta di sue liriche, da lei stessa tradotte in sloveno. Dopo essere stato per alcuni anni redattore del periodico «Il Territorio», rivista del Centro culturale pubblico polivalente di Ronchi dei Legionari, D. fondò nel 1983 la rivista annuale «Bisiacaria» e nel 1985 promosse la costituzione dell’Associazione culturale bisiaca, della quale venne eletto due anni dopo primo presidente ed in seguito presidente onorario. Nel 1993 fu nominato commendatore.
ChiudiBibliografia
DBF, 302-303; S. CUMPETA, Note sulla poesia di Silvio Domini, «Studi Goriziani», 44 (1976), 33-41; S. DEL MISSIER, Un ‘bisiac’ che sarebbe piaciuto a Pasolini: la poesia di Silvio Domini, «Il Cristallo», 19 (1977), 109-116; S. CUMPETA, Momenti e figure della rinascita culturale del Territorio, «Il Territorio», 1 (1978), 43-50; S. TAVANO, Il Goriziano nella sua vita letteraria, «Sot la nape», 2 (1987), 5-32; P. M. MINIUSSI, L’esperienza letteraria nella cultura bisiaca, in Cultura veneta nel Goriziano, Gorizia, ISSR, 1993, 101-165; C. MAGRIS, Bisiachi. Sull’Isonzo un microcosmo di esuli, «Corriere della Sera», 31 settembre 1997, 33; I. CRICO, Una costellazione in fuga. Sulla poesia in dialetto bisiàc, «Il Territorio», n.s., 13 (2000), 75-81; V. LAZZARI, Discolz pa’ i trozi de l’ànema, Estratto di tesi di laurea, «Bisiacaria», 2003, 53-62; F. DEL BELLO, Silvio Domini: la rinascita culturale del “Territorio”, «Nuova Iniziativa Isontina», 41 (2005), 52-53, anche in Monfalcon, 375-378.
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