Nacque a Cividale, figlio del medico Francesco, il 23 febbraio 1822 e vi si spense il 4 dicembre 1879. Nella sua Guida, il Grion lo cita subito dopo Pietro Zorutti, ponendolo quale termine di un confronto inevitabilmente impari: «Minor grido diffuse colle sue prose e co’ suoi versi satirici». D., che era considerato dai suoi contemporanei uomo assai colto nello studio dei classici, in particolare latini, fondò a Cividale una scuola ginnasiale privata che condusse a lungo seguendo un proprio metodo ed ottenendo «felicissimi risultati». Nel 1862, a cura di Pietro Burco e non senza cortese insistenza, vennero pubblicati i Versi berneschi friulani ed italiani del cividalese G. D. Nel 1885, a cura dei «professionisti del Foro Giulio», tra i quali figura lo stesso Pietro Burco, probabilmente di nuovo nelle vesti di curatore, fu data alle stampe quale omaggio agli sposi Giovanni Del Missier (pretore) ed Elena Comelli La curiositat sacomade [La curiosità saziata], un dialogo umoristico in friulano che fu composto in occasione della scoperta della tomba attribuita a Gisulfo nel 1874. «Se natura gli fu matrigna nel corpo, che ebbe esile e gibboso, gli fu madre nella mente, retta ed acuta», si legge nell’introduzione, dove si fa cenno a «chissà quanti altri eletti componimenti» consegnati alle fiamme dallo stesso D. poco prima della morte. I suoi non numerosi scritti superstiti sono reperibili sulle «Pagine friulane» tra il 1891 e il 1895, per ricomparire nelle pubblicazioni della Società filologica friulana nel 1927, anno in cui venne dedicato un numero unico (Forum Julii) alla città natale di D., e ne «Il Strolic furlan» per il 1940. La pubblicazione dei Versi berneschi avvenne quando la musa di D. era, a suo dire, già «defunta» a causa delle infermità sempre più fastidiose: vi si coglie l’attenzione dell’autore per gli eventi collettivi, come ne Il nestri alarme del 1848. Secondo D’Aronco, che nella sua antologia ne espunge l’ultima parte in un maccheronico «biell toscan» messo in bocca ad un generale in capo – «Brava zente guerriera cittadina, / et item contadina, / che qua siete coretta come il vento…» [Brava gente guerriera cittadina, / e allo stesso modo contadina, / che siete corsa qui come il vento…] –, il lungo componimento sarebbe debitore del Quarantevòt [Quarantotto] di Pietro Michelini. Ancora uno sguardo esterno sulla comunità, questa volta colta in un quadretto di vita rurale, in Le Gnott di S. Zuan Batiste [La notte di S. Giovanni Battista], dove i contadini sono «cheste int biade» [questa gente ingenua], che la sera fa ritorno nelle stalle con il bestiame, «cedint la scene / ai vencui, e a lis striis, / interessants ators / in ches comediis, ch’han par orditure / rude superstiziose filidure» [cedendo la scena / agli spettri, e alle streghe, / interessanti attori / in queste commedie, che hanno per orditura / puri filati superstiziosi] (Faggin, 1985). Seguono il disteso Il panigiric des çhampanis [Il panegirico delle campane], alcune villotte, tre epigrammi e un sonetto, prima di lasciare la conclusione della raccolta ad alcuni componimenti in italiano (Il torotorella). Faggin riprende le sei villotte «sentimentali», dispone D. nella schiera degli zoruttiani e osserva che l’amore cantato dal poeta era «trepidante, solipsistico, nevrotico: probabilmente mai corrisposto», pertanto parrebbe essere stato reale ed univoco, nonostante l’identità dell’amata risulti camuffata con diversi nomi: Nine, Gige, Dorotee, Nadalìe.
Bibliografia
Versi berneschi friulani ed italiani del cividalese G. D., pubblicati per cura di P. BURCO, Cividale, Tip. G. Zavagna, 1869; Le curiositat sacomade: confabulazion tra sior Intendo, so muir siore Sempronie e sior Minigul, Cividale, Tip. Fulvio, 1885; Forum Julii: numer unic in onor de l’otave sagre de furlanie e de la Societàt filologiche furlane, Cividale, Tip. f.lli Stagni, 1927; G. FAGGIN, Le villotte sentimentali di Giuseppe Dondo, «Quaderni cividalesi», s. II, 9 (1981), 51-54.
DBF, 304; OCCIONI BONAFFONS, Bibliografia, 1883-1899; G. GRION, Guida storica di Cividale e del suo distretto, Cividale, Tip. Strazzolini, 1899, 312-313; Mezzo secolo di cultura, 100; G. FAGGIN, Vocabolario della lingua friulana, Udine, Del Bianco, 1985, 444 (voce “filidure”); PELLEGRINI, Tra lingua e letteratura, 284; D’ARONCO, Antologjie, 313-316.
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