Il 21 settembre 1222 il giovane G., senza alcuna qualifica, presenziava alla pronuncia di una sentenza del decano di Cividale, primo fra i laici elencati dopo un lunga serie di canonici ed ecclesiastici radunati nel chiostro della Collegiata di Cividale, ove fra gli altri era presente anche maestro Gerardo, allora scolasticus del capitolo. Cinque anni dopo, il 21 giugno 1227 egli vergava a Remanzacco il suo primo atto noto sottoscrivendosi «Henricus inperialis aule notarius». Nel 1231 (20 ottobre) G. acquistò un campo di terra a vigna e due campi di terra arativa dai fratelli Giovanni e Corrado da Pertica, per venderli sei anni dopo (15 gennaio 1237) a un loro parente, Enrico (padre di Benvenuto da Pertica. Il 5 novembre 1238 G., per la prima volta menzionato quale canonico di Cividale, presenziava all’atto con cui Pietro Ispano, maestro di logica, canonico di Aquileia e Cividale, donò ai poveri la sua casa d’abitazione in borgo Oltreponte, vicino alla chiesa di San Martino. I pochi rogiti di E. conservatisi – caratterizzati da una scrittura di tipo librario e dal grande signum apposto dal notaio dopo la stesura del tenore dell’atto, in basso, al centro della pergamena – furono scritti in poco meno di un ventennio, dal 1227 al 1244. Dopo quel periodo inizia la carriera del canonico all’interno del capitolo. Del 1244 (23 marzo) è infatti la prima menzione di G. col titolo di magister: d’altronde il lascito del suo Decretum a Giacomo Boiani (fratello della beata Benvenuta Boiani) testimonia verosimilmente che E. avesse frequentato uno studium (oltre a sottolineare, ancora una volta, i frequenti rapporti, forse di parentela, con la famiglia da Pertica-Boiani). Il 2 febbraio 1245 Emma, vedova di Ulrico di Bottenicco, e il figlio di lei Paolo rassegnavano a G., in quanto gastaldo del capitolo, la metà di una tenuta fuori porta San Pietro perché ne investisse Albertina (figlia di Emma) e il marito Corrado Boiani. ... leggi In quella stessa contrada di Cividale doveva trovarsi una delle case del maestro, sulla strada che portava a Udine. La carriera ecclesiastica di G. intanto continuava: del 1249 (giugno 14) è la prima menzione del maestro con il nuovo incarico di scolasticus; le testimonianze successive di G. maestro canonico, nonché scolastico di Cividale, superano il centinaio. Il 3 luglio 1250 il decano del capitolo, Corrado Putul, restituiva i libri presi in prestito al vicedecano Ulrico da Cadore e ai maestri G. e Bonincontro. Nel 1251 (7 ottobre) G., nelle vesti di vicedecano, prendeva provvedimenti per riparare il tetto della chiesa Maggiore di Cividale; pochi giorni dopo (11 ottobre), con un atto di investitura, si preoccupava di fare edificare una casa in un terreno di proprietà del capitolo in Carraria di Cividale. Il 12 maggio 1254 lo scolastico di Cividale fu eletto terzo arbitro in una vertenza del capitolo per certi terreni a Moruzzo: la sentenza, presa d’accordo con l’altro arbitro di parte, Ulrico di Cadore, fu pronunciata il 23 di giugno. Fu maestro G. a essere inviato, il 23 aprile 1255, dal decano Rinaldo de Portis per comunicare a Giovanni di Braida, gastaldo di Cividale, che alla sua richiesta di fondi per la difesa della città il capitolo avrebbe contribuito de gratia e non de iure. La presenza di un genero di G., tale Arnoldo, in un documento del 1256 (24 agosto), testimonia che a quell’epoca la figlia del canonico, Tomasina, era già sposata. Il nome di quest’ultima si apprende, tuttavia, solo dal testamento del maestro – scritto da Corrado da Martignacco l’8 marzo del 1273 – ove la figlia, di certo già vedova, veniva designata come erede universale con una clausola che contemplava per lei anche la possibilità di entrare in un ordine religioso. Le disposizioni testamentarie evidenziano ancora una volta il legame del maestro scolastico con la famiglia da Pertica/Boiani. Oltre al già menzionato lascito del Decretum a Giacomo, figlio di Corrado Boiani, quest’ultimo fu designato come consigliere dei due commissari testamentari, uno dei quali fu il notaio Benvenuto da Pertica, un altro membro della stessa famiglia. Dettato il testamento, tre giorni dopo moriva a Cividale «dominus Gardemonus scolasticus Civitatensis», 11 marzo 1273. Quello stesso giorno la figlia Tommasina alienava alcuni beni del padre appena sepolto; l’anno successivo, nuovamente sposata a Guglielmino del fu Guarnierotto, ella vendeva altri beni ereditati dal padre al capitolo cividalese, il 10 maggio 1274.
ChiudiBibliografia
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SCALON, Libri, 26-27, n° 65; SCALON, Produzione, 145-146, n° 18; Carte di S. Maria in Valle, 38-39 n° 24, 44-45 n° 28, 51-52 n° 33; SCALON, Libri degli anniversari, 262-263 e n. 39; BLANCATO, I notai del Patriarcato, 196-199, 530-531 n° VIII;
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